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gruppi elettrogeni

Come viene collaudato un Generatore?

Con il termine collaudo si definiscono una serie di attività necessarie per stabilire se un prodotto è idoneo al funzionamento. Spesso il collaudo viene erroneamente frainteso con la messa in servizio di un prodotto o con il suo primo avviamento.

Per prima cosa è corretto fare una premessa: non tutti i fabbricanti di gruppi elettrogeni nel mondo hanno un processo di collaudo del prodotto uguale e ripetibile. Anche quelli che adottano un sistema di gestione qualità ISO9001 non hanno un collaudo standard.

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Alcuni scelgono di effettuare dei test e dei collaudi su lotti di prodotto, altri invece scelgono di collaudare singolarmente ogni gruppo elettrogeno ma con delle procedure che permettono di testare il funzionamento e non la performance del generatore. In fine vi sono quelli che hanno scelto di adottare una procedura di collaudo completa che permette di testare il funzionamento al 100% della potenza nominale del gruppo elettrogeno.

È chiaro come la differenza tra queste tre procedure di collaudo incide sul risultato finale e sul prezzo di listino del gruppo elettrogeno. 

Con il test di collaudo a campione, solitamente scelto da grandi aziende che producono grandi quantità di gruppi elettrogeni ogni giorno ed in particolare da tutte quelle aziende che producono generatori di piccola potenza, il rischio di prodotto difettoso non è trascurabile, infatti se l’incidenza media del prodotto non conforme è del 1%,  in un azienda che ha adottato questo sistema di collaudo non si può escludere che tale incidenza sia concentrata tutta in pochi lotti o addirittura in uno stesso lotto.

Coloro che invece scelgono di effettuare il collaudo sul 100% della produzione, ma si limitano ad un collaudo funzionale, possono “garantire” la conformità del prodotto in termini funzionali, ma non possono garantire la prestazione. Quindi, per esempio, un gruppo elettrogeno da 10kVA viene collaudato con un’accensione e con un check dei principali parametri, ma non viene sottoposto ad un carico elettrico che possa simulare il comportamento del generatore in tutte le sue funzioni, quindi non si può sapere se effettivamente erogherà realmente i 10kVA per cui viene venduto sul mercato, e nemmeno si può essere certi che raggiungendo la potenza massima non vi siano problemi tecnici.

In fine ci sono i Costruttori che scelgono invece di effettuare un collaudo scrupoloso, che permette di accertare il funzionamento e le prestazioni del generatore, sottoponendolo ad un carico elettrico per simulare il funzionamento nella condizione più gravosa del generatore.

Quest’ultimo tipo di collaudo è in effetti quello più appropriato, infatti il termine stesso “collaudo” deriva dal latino cum-laude che significa “opera d’arte”. Quindi il collaudo è sicuramente qualcosa che serve a stabilire se un prodotto è stato fatto bene, a “regola d’arte”.

Meglio collaudare direttamente il gruppo elettrogeno presso il sito di installazione?

Alcuni, chiedono espressamente il collaudo in fabbrica, mentre altri prendono per scontato che il collaudo sia eseguito presso la sede in cui viene installato il generatore.

Il collaudo è onere del produttore, che dopo un collaudo positivo emette una dichiarazione di conformità. Le condizioni ideali di collaudo possono essere riprodotte solo con strumenti adeguati presenti nelle sale collaudo ed in particolare con strumenti provvisti di taratura, ma eventualmente queste attrezzature fossero disponibili anche presso il sito di installazione, le condizioni operative difficilmente sono quelle ideali per un collaudo, specialmente il carico elettrico collegato al generatore.

Un costruttore professionale, allestisce il generatore e lo collauda con una procedura standardizzata e ripetibile. Ecco come (sinteticamente) viene eseguito un collaudo generale in pochi passi:

·        Verifica connessioni elettriche, idrauliche e serraggi.

·        Avviamento con prova in bianco.

·        Prova a steps di carico. (x% della potenza nominale fino al 100% suddivisa in rampe di carico diverse tra loro e crescenti)

·        Prova al 100% della potenza.

·        Prova al 110% della potenza.

·        Simulazione allarmi, prova lettura strumenti, arresti di emergenza…etc.

Durante un collaudo, il comportamento dell’utenza, ovvero del carico fittizio impiegato per simulare l’utenza da alimentare, (solitamente un carico resistivo) non è paragonabile ad un impianto con carichi diversi tra loro e soggetti a tensioni anomale, assorbimenti non bilanciati, correnti parassite, e chi più ne ha più ne metta.

Dal punto di vista del Cliente utilizzatore, non c’è differenza tra un collaudo in fabbrica ed un collaudo in loco, ma alla luce di quanto scritto sopra e considerato il fatto che il costruttore del gruppo elettrogeno non è responsabile di cosa viene connesso al generatore, la differenza esiste ed è rilevante.

Il collaudo in fabbrica è una tutela per il costruttore e per il cliente. Se il gruppo elettrogeno raggiunge la potenza nominale in fabbrica, mentre presenta anomalie di funzionamento presso il sito di installazione, si possono fare valutazioni per confronto tra le misure rilevate in collaudo e quelle rilevate in servizio all’utenza.

Molte aziende permettono di assistere al collaudo del generatore, altre sono disponibili ad aggiungere sequenze di collaudo specifiche richieste dal Cliente.

Il report di collaudo deve essere richiesto in fase di sottoscrizione del contratto di fornitura, al momento dell’ordine. Molte Aziende infatti hanno un sistema digitale di archiviazione dei collaudi e non emettono il certificato cartaceo se non è richiesto esplicitamente.

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Il collaudo non è solo per i generatori nuovi…

“Ho un generatore da qualche anno, che è stato oggetto di alcuni lavori di revisione e riparazione, come posso essere certo che funzioni come un tempo…?”

Il colludo non è materia esclusiva del “nuovo”, infatti qualsiasi gruppo elettrogeno può essere collaudato con le stesse procedure adottate per un nuovo gruppo elettrogeno. E’ l’unico modo per essere certi del funzionamento di un generatore.

Facciamo un esempio a questo proposito: Due anni fa, ho assistito come controparte, alla perizia Di un CTU, ovvero un Ingegnere in veste di Consulente Tecnico per il tribunale. Il CTU aveva l’incarico di stabilire se un Gruppo Elettrogeno oggetto di contenzioso fosse effettivamente in avaria o funzionasse regolarmente.

Essendo anche io Perito Consulente per il Tribunale di Cagliari, ho da subito avuto delle perplessità in merito alla procedura adottata per stabilire se il Gruppo Elettrogeno fosse funzionante, infatti, l’ingegnere con l’ausilio di un aiutante, ha avviato il motore del generatore e vedendolo acceso ha relazionato al Giudice che il gruppo elettrogeno è stato testato e rilevato funzionante.

Ora, per fare un paragone, è come se per verificare il funzionamento di un’automobile per la quale si lamenta un guasto, ci si limita a girare la chiave di avviamento ed accendere il motore per dire che funziona. Un tecnico minimamente qualificato avrà invece cura di fare un giro di prova e testare il maggior numero possibile di strumenti e accessori, raggiungendo la massima velocità consentita per valutare l’effettiva efficienza.

Evidentemente l'ingegnere ha sottovalutato il fatto che per verificare le funzionalità di un gruppo elettrogeno bisogna necessariamente applicare un carico elettrico, alimentarlo e verificare che sottoposto al carico Il gruppo elettrogeno eroghi effettivamente la potenza senza manifestare segno di cedimento o qualsiasi altro tipo di problema.

Nella nostra sede disponiamo di tecnici collaudatori e di una sala collaudo con banco di collaudo tarato con controllo elettronico. Emettiamo centinaia di certificati di collaudo ogni anno. Hai bisogno di aiuto? Contattaci!

 

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Ecco come un Generatore Diesel può prevenire l’allagamento.

Dando un’occhiata alle statistiche rilasciate dal comando Nazionale dei Vigili del Fuoco* emerge come gli interventi riconducibili ad eventi meteorologici legati ad “Acqua” in Italia siano stati in totale di 31.688.

Nel dettaglio sono stati 504 quelli relativi a straripamenti, inondazioni, mareggiate, mentre 4245 quelli più generici. Solo quelli causati da pioggia e neve sono stati 7497. Sono numeri impressionanti.

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Non è tutto…

E’ interessante notare anche la distribuzione a livello nazionale del fenomeno, che suddivisa per regione rende meglio l’idea del fenomeno rapportato alla Regione Italiana in cui viviamo.

Abruzzo; Basilicata; Calabria; Campania; Emilia Romagna; Friuli Venezia Giulia; Lazio; Liguria; Lombardia; Marche; Molise; Piemonte; Aosta; Puglia; Sardegna; Sicilia; Toscana; Umbria; Veneto.

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Alla luce di tutto questo, vale la pena di prendere le giuste precauzioni e dotarsi di un sistema di drenaggio delle acque?

Si, questo è senza ombra di dubbio un passo fondamentale, ma non è sufficiente, infatti in occasione di violenti nubifragi la corrente elettrica può mancare per ore, di conseguenza non vi sarebbe energia per alimentare l’impianto di sollevamento dell’acqua piovana con il risultato di un rapido allagamento.

La soluzione al blackout è il gruppo elettrogeno Diesel automatico adeguatamente installato!

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Come dovrebbe essere progettato ed eseguito un sistema anti-allagamento funzionante ed efficiente?

I requisiti principali sono:

1.      Deve essere equipaggiato con un motore Diesel.  >>>>NO Benzina!<<<<

2.      Dovrebbe avviarsi automaticamente in assenza di energia dalla rete elettrica.

3.      Deve essere in grado di restare in funzione almeno tra le 6 e le 8 ore continuativamente

 

Meglio Diesel

Il motore Diesel si avvia per compressione ed è più affidabile dei sistemi benzina, inoltre lo stesso carburante, il gasolio, non deteriora rapidamente come la benzina.

 

Se non è automatico non ha senso.

Un generatore è automatico solo se in grado di rilevare l’assenza di energia della rete ed avviare ed arrestare il suo funzionamento senza l’intervento umano.

Il resto dei sistemi semi automatici sono obsoleti e poco affidabili.

Il vero generatore diesel automatico si avvia anche in mancanza di tensione da una sola delle tre fasi, oppure è in grado di riconoscere una tensione fuori dai parametri e commutare forzatamente per evitare problemi.

Questa caratteristica è fondamentale, perché le elettropompe potrebbero non spuntare in presenza di bassa tensione dalla rete!

Non dimenticare inoltre che il generatore automatico ha un sistema di ricarica della batteria di avviamento del motore direttamente da l’energia della rete, e se opportuno può essere dotato di un sistema di preriscaldo del motore per garantire le partenze a freddo.

 

Deve essere concepito per funzionare sempre senza sosta.

Otto ore.

Un generatore automatico che ha lo scopo di salvaguardare la sicurezza di cose e persone deve essere in grado di funzionare almeno 6 ore, meglio se 8 ore continuativamente. Quindi, non solo deve essere dotato di un serbatoio la cui capacità rapportata al consumo di carburante al 75% della potenza garantisce le ore di funzionamento, ma specialmente deve essere equipaggiato da un motore tecnologicamente idoneo a funzionare senza sosta.

Non tutti i gruppi elettrogeno possono funzionare continuativamente. Ad esempio i generatori costruiti con motori in regime di rotazione 3000 giri/min non sono adatti al funzionamento continuativo.

Sia chiaro, meglio un generatore che può funzionare qualche ora piuttosto che non averne nemmeno uno, ma tutto dipende dal rischio che si è disposti a correre.

Sicuramente nel momento in cui si sceglie di fare un investimento in un impianto fatto come si deve, è meglio installare un generatore che possa alimentare tutta l’abitazione oppure un gruppo di abitazioni, in modo da garantire più servizi oltre alla sola pompa di sollevamento.

Un Consiglio: Non installare mai il generatore nello stesso locale per il quale si vuole evitare l’allagamento.

Anche dove non c’è energia.

Come fare nel caso si tratti di un’abitazione tipo casa vacanze dove l’energia elettrica resta distaccata per molti mesi?

Un Cliente qualche anno fa aveva un problema nella sua casa al mare. Durante l’inverno manteneva volutamente l’abitazione con il contatore Enel disattivato. Purtroppo, con il contatore disattivato, quindi senza energia, le pompe di sollevamento poste nel seminterrato della casa non si avviavano, quindi durante le piogge invernali il seminterrato si allagava puntualmente con conseguenti danni e costi.

La nostra soluzione è stata semplice ma pratica allo stesso tempo.

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Abbiamo fornito un generato con le caratteristiche menzionate sopra, ed abbiamo creato una programmazione dedicata del firmware del pannello di controllo tale che l’avviamento del generatore è pilotato dal galleggiante della elettropompa. Con il salire del livello dell’acqua il galleggiante, che di fatto è un sensore, attivava il generatore fino a quando non si ripristina il livello precedente con conseguente spegnimento del gruppo elettrogeno.

Una soluzione come questa, applicata ad un generatore dalle scarse prestazioni sarebbe possibile ma con costi ed imprevisti difficilmente quantificabili.

Adesso che abbiamo affrontato il problema e trovato soluzioni interessanti che permettono di ridurre il rischio di allagamento, come pensi di agire?

Farai da te, rivolgendoti al tuttofare di zona, oppure ti affiderai a chi ti ha già dato un assaggio della competenza?

Se hai a cuore la tua casa o la tua attività, lascia il tuo indirizzo email ed il tuo numero di telefono qui sotto e sarai contattato da parte del nostro staff che ti seguirà fino a fornirti la migliore soluzione.

*Campione Statistico del 2007

Anche gli Aeroplani hanno il Gruppo Elettrogeno

Hai mai sentito parlare dell’APU? E’ un Generatore Ausiliario installato su molti modelli di Aeroplani civili che ha la funzione di attivare diversi dispositivi dell’aeromobile anche quando questo mantiene i motori spenti.

Personalmente, essendomi formato nel settore delle Costruzioni Aeronautiche, ho trovato molto interessante approfondire l’applicazione e l’utilizzo di due dispositivi molto diffusi nel settore aeronautico, ovvero il APU e il GPU.

APU

E’ l’acronimo di Auxiliary Power Unit.

In molti Aeroporti l’utilizzo dell’APU è stato vietato a causa del rumore che questi generano una volta attivati. Immaginate tutti gli operatori che si avvicinano all’aeromobile per le varie attività, utilizzo delle rampe, scarico bagagli, servizi di assistenza, e per molte ore devono stare in vicinanza di un APU in funzione.

Il GPU, acronimo per Ground Power Unit, è a tutti gli effetti un generatore elettrico. Il GPU viene utilizzato negli aeroporti per alimentare un Aereo o un Elicottero quando staziona a terra con i motori spenti.

E’ caratterizzato da un range di tensioni, correnti e frequenze che non vengono impiegate in altre applicazioni 28VDC o 115VAC, 400Hz, a seconda del tipo di aeromobile.

Il GPU sostituisce a terra l'APU installato sull'aereo, che ha funzioni simili GPU.

 

Perché utilizzare il GPU?

Mantenere acceso il motore di un aereo ha costi molto importanti anche quando questo non produce l’energia necessaria al decollo.

Per comprendere la differenza tra i consumi di un GPU alimentato a carburante di tipo Diesel ed il motore di un aeroplano, per esempio un Boing 757, alimentato a Cherosene, consideriamo che quest’ultimo consumerà in 1 ora quello che il GPU consumerà in 24 ore. Indicativamente  270 litri.

 

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Sto avviando l'APU. Quando un Gruppo Elettrogeno salva la vita…

Volo US Airways 1549 - 15: 27: 21.3 HOT-1 “Sto avviando l'APU”.

Un'APU prodotto da Honeywell ha contribuito insieme all’intrepidezza del Capitano Sullenberger nel salvare le vite del volo 1549 della US Airways, che con entrambi i motori in avaria, ha effettuato un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson.

Il 131-9A Auxiliary Power Unit (APU), amichevolmente chiamato U9A, è installato nella sezione di coda dell’Airbus A320.

Dopo che entrambi i motori si sono bloccati a causa dell’impatto con uno stormo di Oche, U9A è intervenuto alimentando i dispositivi di bordo necessari a mantenere temporaneamente in posizione i comandi di volo, i display e le altre strumentazioni sensibili e necessarie al volo. Se non fosse stato per l’APU, il Capitano Sullenberger non avrebbe potuto atterrare nel fiume Hudson alla minima velocità possibile e salvare tutte quelle vite.

Avviare motori elettrici con un Gruppo Elettrogeno

Avviamento motori elettrici con un gruppo elettrogeno.

Se fossimo crudeli e senza scrupoli, potremo semplicemente fare un copia-incolla delle formule necessarie a calcolare la potenza di un gruppo elettrogeno noto l’assorbimento di un motore elettrico, ma vogliamo rendere questo argomento il più semplice possibile, trattandolo senza complicare le cose, e soprattutto fornendo consigli pratici e non teorici.

Devi avere a disposizione tutti, ma proprio tutti i dati del motore elettrico da alimentare, e nel caso di una batteria di motori, devi conoscere la sequenza di avviamento.

Il tutto è finalizzato alla scelta ed al dimensionamento di un generatore per alimentare uno o più motori elettrici.

Analizziamo prima di tutto quali sono le variabili principali da considerare:

  • La sequenza di avviamento o la contemporaneità di avviamento ed i relativi tempi di inserzione.

  • La tipologia di avviamento, se avviamento stella-triangolo oppure diretto.

  • La caduta di tensione durante l’avviamento.

Alla luce dei tre fattori sopra riportati, la scelta di un gruppo elettrogeno per l’alimentazione di un motore elettrico non è semplice, ma soprattutto non è vincolata dalla sola potenza del motore.

Durante l’avviamento, la corrente assorbita da un motore asincrono è pari ad N volte la corrente assorbita a regime, da 4 a 8 volte nel caso di un avviamento diretto.

Questo significa che l’alternatore deve fornire una potenza apparente N volte superiore a quella fornita a regime di potenza nominale.

Come priorità dobbiamo determinare quale sia la corrente che effettivamente assorbita dal motore quando è a regime, dato rilevabile dalla targa del motore.

Cosa devi fare se non hai la targa del motore elettrico da alimentare?

Assolutamente niente! Se il motore elettrico è sprovvisto di targa identificativa questo non deve essere alimentato poiché non rispetta la normativa. Niente targa = niente dimensionamento!

Fermo restando quanto sopra, uno degli errori più banali è proprio quello di basare il dimensionamento esclusivamente sulla potenza apparente dell’alternatore, dimenticando che questo preleva la sua potenza attiva direttamente dal motore termico. Se consideriamo il fattore di potenza di un motore asincrono all’avviamento è circa la metà di quello nominale, questo di contro dimezza la potenza attiva necessaria per l’avviamento.

Bene, quindi con un avviamento stella-triangolo tutti i problemi di avviamento con gruppo elettrogeno sono risolti?

Assolutamente no. La potenza richiesta al generatore si riduce a un terzo rispetto a quella indicata per l‘avviamento diretto.

Una parentesi sul sistema di avviamento: L'avviamento stella-triangolo continua ancora ad essere inteso come la soluzione a problemi che spesso non esistono! Sono scelte progettuali da valutare caso per caso, valutando anche altri fattori legati all’impianto alimentato.

Con l’avviamento soft-start, la corrente di avviamento generalmente non supera il doppio della corrente nominale del motore elettrico, perciò la corrente richiesta al gruppo elettrogeno durante lo spunto del motore si riduce, ma non si annulla. Questo contrariamente al luogo comune per cui con un avviatore statico ogni problema di avviamento sia risolto senza il dimensionamento dedicato del generatore. Inoltre, con l’utilizzo di un sistema soft-start si introducono altri fattori da considerare in fase progettuale, ovvero il costo, che deve giustificare la rinuncia ad acquistare un generatore più potente, e l’introduzione di armoniche.

Tratteremo l’argomento “Armoniche” in un altro articolo, per ora dobbiamo ricordare che nel dimensionare un gruppo elettrogeno, è indispensabile verificare che questo possa sopportare la distorsione armonica.

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Dimensionamento senza turbocompressore?

Un dettaglio, si fa per dire, da non trascurare è che il dimensionamento del gruppo elettrogeno, a prescindere che debba alimentare un motore elettrico oppure un altro dispositivo ad alto assorbimento durante l’avviamento, si calcola sempre considerando la potenza netta del motore senza il turbocompressore, dato che all’avviamento del Diesel, i gas di scarico utilizzati dal turbo, al momento dell’azionamento a vuoto non hanno ancora la potenza necessaria per azionare il turbocompressore.

La caduta di tensione

In realtà un dimensionamento corretto dovrebbe prendere in considerazione la caduta di tensione durante l’avviamento, dato che ad una tensione ridotta il motore elettrico assorbe maggiore potenza dal gruppo elettrogeno.

Se per la scelta di un gruppo elettrogeno vengono seguite le linee guida sopra riportate, all'avviamento di un motore elettrico la caduta di tensione risulterà essere intorno al 20% oppure 30%.

Va sempre tenuto conto che nel caso sia da avviare una batteria di più motori elettrici di grande potenza, per evitare di dover selezionare un gruppo elettrogeno di eccessiva potenza, si possono progettare avviamenti temporizzati di uno o più motori per volta.

Per comprendere meglio la caduta di tensione durante lo spunto di un motore elettrico, dobbiamo considerare cosa accade all'alternatore.

L'elevata corrente per un breve periodo di tempo causa sull’impedenza interna dell'alternatore una caduta di tensione importante ai morsetti dell'alternatore stesso. La caduta di tensione deve essere sempre limitata in maniera tale da consentire l’avvio del motore e di tutte le altre masse rotanti senza compromettere il corretto funzionamento degli utilizzatori collegati al gruppo elettrogeno.

Per concludere, è fondamentale considerare che se oltre ad uno o più motori elettrici, il generatore alimenta utenze di diverso tipo, queste potrebbero non essere compatibili con le tolleranze dei motori elettrici in termini di caduta di tensione e oscillazione di frequenza.

Questo articolo si applica a tutte le apparecchiature azionate da un motore elettrico, comprese pompe, elettropompe, ventilatori, aspiratori, etc etc.

Mentre dimensionate un gruppo elettrogeno, ricordate che se lo dimensionate bene, ci sarà sempre qualcuno che vi domanderà: Ma Tu, sei un Ingegnere?

Vuoi ricevere gratuitamente la tabella con i valori di caduta di tensione unitaria? Inserisci il tuo indirizzo email per riceverla subito sulla tua casella di posta elettronica.

 

 

 

Il Generatore per una Casa: Scegliere quello giusto.

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Le nostre abitazioni sono invase da dispositivi elettrici di diverso tipo, alcuni essenziali come i frigoriferi e i congelatori, altri meno ma comunque importanti come televisori, lavatrici e climatizzatori.

Nonostante in ogni abitazione ci siano qualche migliaio di Euro di elettrodomestici e dispositivi elettronici, molte Case non prendono nemmeno in considerazione l’acquisto di un generatore di emergenza.

Se stai leggendo questo articolo, sicuramente non sei tra quelli, e nonostante i generatori per uso Abitativo non siano un applicazione particolarmente redditizia, ho deciso di darti qualche informazione utile sul gruppo elettrogeno ideale per un abitazione.

Per prima cosa vediamo perché non devi assolutamente commettere l’errore di acquistare un generatore ad avviamento automatico con motore a Benzina

Se scrivi su un motore di ricerca “gruppo elettrogeno per abitazione” tra i primi risultati troverai proprio i gruppi elettrogeni che non devi assolutamente scegliere: si tratta di generatori dotati di motore a benzina solitamente monocilindrici, simili a quelli che si trovano installati sulle attrezzature da giardinaggio.

Sono i più economici e ti promettono prestazioni perfette per la tua casa, tu ignaro del pericolo acquisti e poi resti al buio.

Hanno un problema: Non si avviano.  

Se non sei Uno scrupoloso della manutenzione preventiva, quel generatore NON si avvierà  automaticamente.

Ti spiego perchè...

Ti è mai capitato di mettere in moto uno scooter dopo qualche tempo che sta fermo in Garage? Si mette in moto al primo colpo?

No.

Succede la stessa cosa con un gruppo elettrogeno con motore a Benzina che sta spento in attesa di avviarsi automaticamente quando manca l’energia dalla rete.

Il mancato avviamento è riconducibili alle caratteristiche di avviamento del motore ed al combustibile che si deteriora facilmente nel tempo.

Il consiglio è quello di orientare la scelta esclusivamente su generatori con motore diesel.

Inverter, Regolatore di Tensione, Regolatore di Giri

In un precedente articolo abbiamo parlato di gruppi elettrogeni con tecnologia inverter e di regolazione dei giri del motore, in altre parole di gruppi elettrogeni stabilizzati.

Una delle specificità che distingue un abitazione da altri tipi di utenze elettriche è la presenza di numerosi carichi sensibili, basti pensare a televisore, console, robot da cucina, etc etc, tutti molto sensibili a sbalzi di tensione.

Utilizzare un generatore elettrico come quelli che si trovano a 149,00 euro al Brico "Fai da Te"  per alimentare dispositivi elettrici ed elettronici che valgono forse 30 volte tanto, è un po come affidare la sicurezza di una costosa Harley Davidson ad una sottile misera fune di nylon.

I generatori inverter sono un ottima soluzione in termini di qualità della corrente, il numero di giri del motore è variabile, buoni consumi, rumore sopportabile, ma sono equipaggiati con motori a benzina, quindi li escludo per i motivi esposti all’inizio, inoltre sono relativamente costosi quando scegli qualcosa di affidabile.

I gruppi elettrogeni con motore diesel a 3000 giri, (se non conosci la differenza dai un occhiata all’articolo in cui ne parliamo, cliccando sul collegamento) sono ideali se hai poco spazio a disposizione, però tali motori non sono regolabili elettronicamente, salvo particolari eccezioni, quindi non sono ideali per alimentare direttamente carichi sensibili.

Il generatore con motore diesel a 1500 giri, sarebbe la soluzione perfetta, ecco perché:

1.      Può restare in funzione per giorni senza problemi.

2.      E’ più silenzioso del generatore di parti potenza con motore a 3000 giri.

3.      Può essere dotato di un regolatore di giri elettronico.

4.      Ha cilindrate superiori e pertanto risponde meglio alle prese di carico. (questo non lo dice mai nessuno...chissà perchè)

5.      Costa solitamente di più ma vale molto di più.

6.      Lo vendono i professionisti, quindi hai a che fare con un servizio post vendita (solitamente) superiore.

La potenza

Tutti i materiali che ho trovato online che parlano del gruppo elettrogeno per alimentare una Casa, si concentrano molto sulla parte “potenza”. Io invece ritengo che sia importante ma non troppo.

Quello che devi sapere sulla potenza è che non puoi mai paragonare l’utenza elettrica domestica fornita dal gestore con la potenza elettrica erogata dal generatore.

Esempio banale: Prendere una bolletta dove c’è scritto che la potenza elettrica impegnata è di 4kW, quindi dedurre che hai bisogno di un generatore da 4kW.

Falso. La rete elettrica non si comporta come un gruppo elettrogeno. La rete non avverte le variazioni di carico di un abitazione.

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Adesso facciamo incavolare gli Ingegneri…

Se non sei un tecnico ma vuoi avere un idea di quale sia la potenza elettrica necessaria per la tua abitazione senza troppi calcoli e senza formule, prendi carta e penna e annota tutti gli apparecchi elettrici che hai in casa, andando a scrivere per ciascuno di essi la potenza elettrica indicata nella targa identificativa. (parliamo solo di sistemi monofase).

Somma tutti i valori e otterrai un risultato che potrà essere indicativamente il 70% della potenza attiva del gruppo elettrogeno di cui hai bisogno. Esempio: sei hai calcolato 7000W di carichi elettrici nella tua abitazione, allora potrai considerare un gruppo elettrogeno di potenza non inferiore a 12kVA.

(se vuoi conoscere la differenza tra kW e kVA vai all'articolo da kw a kva la potenza di un gruppo elettrogeno è facile come bere una birra)

Tutto assolutamente indicativo, solo per darti un idea di quale sia la potenza elettrica da impegnare con un gruppo elettrogeno, tuttavia è opportuno fare un dimensionamento più preciso in fase di selezione e scelta.

Quanto rumore fanno i gruppi elettrogeni

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L'incubo di chi installa un generatore in casa è il rumore che questo produce quando è in funzione. Alcuni rinunciano al gruppo elettrogeno per paura di non dormire la notte a causa del rumore, oppure per non litigare con i vicini di casa disturbati dal generatore.

C'è una soluzione a questo problema: il gruppo elettrogeno insonorizzato.

Attenzione: non stiamo parlando di quei generatori che hanno l'adesivo "super-silenziato", termine usato impropriamente da tutti coloro che mettono un motore dentro un paio di lamiere, ma di generatori realmente insonorizzati, con motori più silenziosi e cabine insonorizzanti ad elevate prestazioni.

Per non udire un gruppo elettrogeno in funzione, questo deve avere una rumorosità inferiore a 50db misurati a 7 metri di distanza.

Autorizzazioni e normativa sull’installazione

Per potenza complessiva fino a 25kW non vi è l’obbligo di presentare domanda per il controllo e prevenzione incendi.

Questo spesso è stato interpretato come: “allora posso fare quello che voglio”, ma in realtà non è così. Il generatore deve essere installato a regola d’arte seguendo le indicazioni del costruttore e delle normative vigenti.

Il valore delle cose...

La scelta di un gruppo elettrogeno per la propria abitazione è una decisione abbastanza delicata visto che si tratta di dare un valore alle cose che possiedi. Proprio così: maggiore è il valore della tua casa e delle cose in essa contenute, e maggiore sarà l'attenzione nello scegliere un prodotto di alto livello, affidabile e robusto.

Ecco cosa puoi fare:

Se sei arrivato fin qui con la lettura, significa che vuoi saperne di più su come proteggere la tua casa da un blackout. Forse avrai capito che non puoi affidare la tua abitazione ad un qualsiasi generatore a basso costo e dalle prestazioni discutibili.

Cliccando sul seguente link, troverai un breve riassunto delle caratteristiche più importanti che il tuo generatore dovrà avere e potrai scegliere se stamparlo e andare a cercarlo per rivenditori che non sapranno di cosa stai parlando, oppure contattarci attraverso il form e ottenere un offerta.

Gruppi Elettrogeni Usati. I consigli per acquistare un generatore usato che funziona.

Gruppi Elettrogeni Usati. Quanto vale un gruppo elettrogeno usato? Quali sono le verifiche più importanti da fare? Scopri come scegliere un generatore usato anche se non hai particolari competenze nel settore meccanico o elettrico!

(Video in fondo alla Pagina)

Se per acquistare un gruppo elettrogeno dobbiamo evitare solo (si fa per dire) 6 errori, per comprare un generatore usato la situazione si complica ed è fondamentale essere in grado di selezionare un generatore senza finire su qualcosa che si può rivelare un pessimo acquisto.

La criticità principale non è il fatto che qualcuno prima di noi ha utilizzato il generatore, ma piuttosto è il fatto di non sapere se lo ha utilizzato con scrupolo e con attenzione.

L’ideale è farsi affiancare da un esperto, un professionista che sa cosa guardare e può distinguere un affare da un “mare di problemi”.

E’ naturale però che se stai leggendo questo articolo  probabilmente non vuoi o non puoi farti dare una mano da nessuno, quindi partiamo subito con le informazioni che ti servono per non incombere in una scelta sbagliata.

Identificare il Gruppo Elettrogeno: è davvero lui? E’ stato manomesso?

Un passo fondamentale prima di procedere con qualsiasi prova è quello di identificare il gruppo elettrogeno verificando che i dati riportati in targa siano conformi ai documenti presentati dal venditore.

Accertata l’identità del gruppo elettrogeno, verificare che non siano state apportate manomissioni.

Stiamo parlando di modifiche che ne compromettono il funzionamento. Facciamo alcuni esempi:

E’ stato inibito l’arresto di emergenza; E’ stato modificato il sistema di spegnimento; sono state rimosse le protezioni CE dal motore; è stato sostituito l’interruttore con uno avente caratteristiche differenti, è stata modificata la logica di funzionamento, sono state apportate modifiche al telaio o alla cofanatura, etc etc.

Senza documenti non è mai un affare.

Faremo spesso analogie con le automobili. Un gruppo elettrogeno senza documenti e come un'automobile senza carta di circolazione.                       

Alcuni commettono l'errore di pensare che un gruppo elettrogeno possa essere dotato in un secondo momento dei documenti necessari per il suo utilizzo, ma questo non lo si può mai dare per scontato.                      

L'emissione di documenti, specialmente quando si tratta di prodotti di altri costruttori, è un'operazione costosa, che molti  tendono a sottovalutare.                       

In realtà emettere documenti per una macchina che non abbiamo progettato e non abbiamo costruito è una grande responsabilità nei confronti dell'utilizzatore e nei confronti di chi l'ha progettata è valutato i rischi principali ed i rischi residui.                      

È fondamentale nel momento in cui prendi visione di un gruppo elettrogeno usato chiedere al proprietario di mostrarvi i documenti del gruppo elettrogeno.                       

Tali documenti sono il certificato di conformità, il manuale d'uso, il manuale di manutenzione.  Talvolta il manuale d'uso e il manuale di manutenzione sono nella stessa brochure. Se vuoi approfondire l’argomento, abbiamo affrontato questo tema in un altro articolo dedicato ai documenti del gruppo elettrogeno.                     

Disegni, schede tecniche, e altro materiale sono elementi utili e molto importanti ma non sono indispensabili, e soprattutto non sono obbligatori per poter esercitare l'attività con un gruppo elettrogeno.

La ri-emissione di documenti a motivo dello smarrimento degli originali può essere richiesta attraverso l'intervento del costruttore originale.                       

Ricertificare la conformità di un gruppo elettrogeno obbliga il certificatore a produrre un fascicolo tecnico completo e un analisi dei rischi residui.                       

I documenti oltre a essere conformi con le normative in vigore, devono soprattutto essere conformi con la targa identificativa che viene apposta sul gruppo elettrogeno. La targa deve riportare la marcatura CE, la potenza del gruppo elettrogeno, il modello del generatore, la norma di riferimento e altri dati tecnici fondamentali per identificare la macchina e il suo funzionamento.                       

Un gruppo elettrogeno sprovvisto di documenti, non potrebbe essere venduto, e in ogni caso non potrebbe essere installato è utilizzato.                       

Un gruppo elettrogeno provvisto di certificato di conformità, può essere installato, ma non può essere utilizzato se non è presente in cantiere a o comunque nel luogo in cui viene installato il manuale d'uso e manutenzione.                       

La ricertificazione di un gruppo elettrogeno va da sé che prevede la disponibilità di documenti utili a emettere un nuovo certificato, nello specifico parliamo dei documenti relativi alle componenti principali del gruppo elettrogeno, ad esempio il motore diesel o benzina, l'alternatore e altri componenti del quadro elettrico.                       

Ore lavorare, anno di produzione, ma non solo.

Le ore di lavoro sono importanti ma vanno valutate tenendo conto del contesto in cui sono maturate.

Facciamo un esempio per capire il concetto: Preferiresti un automobile usata che ha percorso 100.000 km prevalentemente in autostrada oppure che ha percorso 100.000 km in percorso misto?

Pensisia meglio un gruppo elettrogeno che ha lavorato a pochi metri dal mare, un gruppo elettrogeno che ha lavorato in una cava di sabbia, oppure un generatore che è stato in servizio di emergenza in centro commerciale? Sale, sabbia, oppure la tranquillità di un locale tecnico nei sotterranei di un edificio?

Nel caso del generatore dobbiamo valutare prima di ogni cosa se le ore di funzionamento sono state totalizzate in un regime di funzionamento continuo o in emergenza alla rete, dopodiché cercare di capire in quale ambiente ha lavorato.

Il motore, ecco cosa non devi mai trascurare.

Date uno sguardo al motore.

Non dovrebbero esserci liquidi trasudati. Controllate la cinghia servizi che di solito è ben visibile.

Fumosità

Durante un avviamento a freddo una fumata nera o una fumata bianca può essere normale.

Fumo nero: Nel caso di  fumo di colore nero durnate il funzionamento, si è probabilmente in presenza di un consumo eccessivo di olio, dal filtro dell'olio sporco, oppure dalla presenza dell'olio motore esausto.

Fumo Bianco: L'emissione di fumo bianco durante il funzionamento richiede verifiche più approfondite perché può significare tante conse. Potrebbe essere causata da una bassa quantità di liquido refrigerante, dalla presenza di acqua nel gasolio, un ritardo di iniezione, un pistone surriscladato, la guarnzione della testata, etc etc.

Tieni conto che durante il funzionamento a carico la fumosità aumenta sensibilmente.

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Antivibranti

Controllate lo stato dei gommini antivibranti: a motore spento e freddo spingete da un lato l’accoppiato motore alternatore. Il motore deve muoversi e ritornare in posizione senza oscillazioni residue.

Non trascurate mai questo dettaglio, si tratta di un accorgimento che solo gli esperti controllano. Un generatore che viene proposto come “pari al nuovo” avrà tutto il set di antivibranti in condizioni eccellenti.

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Radiatore

Aprite il tappo del circuito di raffreddamento: non devono esserci residui oleosi, segno di un possibile cedimento della guarnizione della testata.

Potresti ripetere il controllo prima dell’avviamento e dopo il test di funzionamento. Fai attenzione durante questi controlli, la temperatura del liquido è ustionante.

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Rumorosità Frequenza e Tensione sotto carico

Osserva se durante l’inserzione del carico il motore reagisce tempestivamente riportando i valori di tensione e frequenza a quelli nominali.

Qualità e Pressione dell’Olio lubrificante.

A motore freddo verifica il livello dell’olio, e con uno straccio setaccia alla luce eventuali presenze di residui solidi, sintomo di usura del motore.

A motore caldo, aprite il tappo di rabbocco dell’olio, potrebbe esserci una naturale fuoriuscita di vapori caldi ma non deve esserci una fuoriuscita di olio.

Connessioni e cablaggi

Verificate che l’impianto sia in ordine e che non ci siano connessioni con tracce di bruciato o conduttori rigidi o deteriorati.

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Sistemi di sicurezza

Il generatore deve spegnersi automaticamente per bassa pressione olio, alta temperatura liquido refrigerante.

Testa anche il pulsante di arresto di emergenza. (obbligatorio). Lo spegnimento deve avvenire entro pochi secondi.

Test di funzionamento.

Se state acquistando un gruppo elettrogeno automatico, simulate la mancanza rete selezionando la modalità “Automatica” dal pannello di controllo. Il generatore deve avviare il motore in 5 secondi circa.

Potrebbe non essere sufficiente avviare il motore e verificare che la tensione sia al livello nominale. Il miglior test è quello a carico, almeno il 50% del carico che il generatore può sopportare. Un test a carico potrebbe essere a pagamento perché coinvolge un tecnico e vi è un naturale consumo di carburante.

L’ Alternatore, fondamentale ma mai verificato.                  

L'alternatore è uno dei componenti più trascurati nel gruppo elettrogeno, pur essendo anche uno dei più costosi dopo il motore primo.                       

Più della metà dei problemi riscontrati da un utente che ha questo gruppo elettrogeno usato è quello di trovare sorprese sull' alternatore.                     

In realtà sul 90 % dei gruppi elettrogeniviene effettuata soltanto la manutenzione relativa al motore, spesso nemmeno completa, riducendosi alla sostituzione dei filtri e delle olio lubrificante.                        

Un alternatore regolarmente manutenuto, regolarmente revisionato da personale qualificato ed esperto a una vita attesa relativamente alta.                       

Uno dei motivi per cui l'alternatore non viene mai verificato dall'utente che intende acquistare un gruppo elettrogeno usato è la generale mancanza di competenze nel comprendere quali siano gli aspetti da verificare è da osservare nell’alternatore                      

Non bisogna trascurare il fatto che l'alternatore è composto da parti rotanti che sono soggette a vibrazioni e sollecitazioni di tipo meccanico che nel tempo possono creare delle usure che poi se non adeguatamente riparate possono causare guasti.                       

In pochi sanno che l'alternatore mono supporto, ovvero dotato di un solo cuscinetto sul lato cuffia, ha un piano di manutenzione  ben definito dal costruttore che prevede la sostituzione o la lubrificazione del supporto ad una cadenza regolare.

Il pannello di controllo.

Il pannello di controllo è sostanzialmente un componente elettronico. Accertati che sia quello originale montato dal costruttore del gruppo, se non lo fosse chiedi informazioni sul tipo di intervento effettuato.

Ricorda che se su un gruppo elettrogeno viene sostituito il pannello di controllo senza i dovuti accorgimenti, le ore di funzionamento ripartono da zero.

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I segnali chiari ma che (quasi) tutti ignorano.

Non è tutto. Ci sono dei segnali che solo un occhio attento può notare. In realtà  tutto quello che abbiamo spiegato in questo articolo è il 50% di quello che dovresti sapere, una quota di tutto rispetto che ti permetterà di evitare di buttare via i tuoi soldi.

Da chi acquistare un gruppo elettrogeno usato?

I gruppi elettrogeni usati, si possono trovare da Venditori privati che hanno cessato l’attività, da rivenditori specializzati e da concessionari.

Il suggerimento è sempre quello di rivolgersi prima ad un costruttore perché tendenzialmente non rischia di mettere in circolazione macchine usate per avere poi seccature e cattiva pubblicità.

I rivenditori e i piccoli artigiani sono un incognita, nella nostra regione per esempio esistono aziende che ritirano rottami degli anni 80 e ristrutturano senza criterio e senza produrre documenti realmente validi.

I costruttori o i loro concessionari invece, spesso ritirano in permuta gruppi elettrogeni che non hanno totalizzato un grande numero di ore e li rivendono a prezzi competitivi.

Usato si…rottame no.

Guarda il Video con I consigli per acquistare un gruppo elettrogeno usato che funziona. Cosa verificare, cosa chiedere, quali sono le cose più importanti e tutto quello che ti serve per essere sicuro che l'usato che hai individuato sia effettivamente quello che fa al caso tuo.

Quanto sei disposto a rischiare? La tua casa è a rischio senza l’energia elettrica.

Arriva la pioggia. Se non hai un gruppo elettrogeno sei in pericolo.

In Italia, a Settembre, Ottobre e Novembre è ogni anno la stessa storia: In poche ore cade la pioggia prevista in un intera stagione. Le conseguenze possono essere devastanti e variano a seconda di quanto si è preparati all’evento eccezionale.

Che frustrazione quando si perdono beni preziosi e talvolta ricordi di una vita.

Essere preparati ad un evento del genere significa dotarsi di impianti e attrezzature capaci di impedire l’accumulo di acqua piovana. Un esempio comune sono le pompe di sollevamento acque, solitamente posizionate in scantinati e locali interrati con lo scopo di impedirne l’allagamento da acque piovane o peggio ancora da infiltrazioni fognarie . Trattandosi prevalentemente di elettropompe sommerse, il loro funzionamento è strettamente legato alla presenza di energia elettrica dalla rete o da fonti ausiliarie come i gruppi elettrogeni.

Possedere un impianto di emergenza per il drenaggio delle acque piovane e non avere ungruppo elettrogeno è inutile come prepararsi per un lungo e importante viaggio in auto senza avere cura di fare il pieno di carburante prima di partire. Che sensazione si proverà quando tutto quanto non funzionerà? La rabbia e la frustrazione sarà doppia.

Che attinenza esiste tra un alluvione o un allagamento e la mancanza di energia elettrica? E’ semplice: quando vi sono eventi atmosferici che arrivano ad interessare intere città o regioni, a farne le spese sono tutte le infrastrutture, tra cui quelle elettriche, inoltre per precauzione, in casi eccezionali può essere lo stesso gestore di rete a stabilire un distacco di un intera area rispetto alla resto della rete.

La morale è che senza energia elettrica le elettropompe non funzionano e tu sei in pericolo.

Di recente un Uragano ha devastato il Mar dei Caraibi per poi abbattersi contro Miami, negli USA, lasciando al buio Milioni di persone per molti giorni.

Solo coloro che disponevano di gruppi elettrogeni adeguati ed impianti di caricamento carburante di ottima qualità hanno potuto far fronte all’emergenza. Osservando le immagini sui Social Network di coloro che “ringraziavano” i loro gruppi elettrogeni per l’ottimo lavoro fatto durante l’emergenza, ho notato che tutti, ma proprio tutti, postavano immagini di generatori di tipo professionale. In altre parole, i casi di successo più eclatanti sono stati possibili con generatori realmente adeguati e non gli stessi che si acquistano per 149,00 Euro al centro commerciale.

Nell’immagine sotto, solo per dare un idea della differenza, si può osservare a sinistra un vero generatore idoneo all’utilizzo di emergenza mentre a destra un giocattolo per nulla divertente.

generatore vero e giocattolo

Attenzione, entrambi hanno la stessa potenza!!

In uno dei prossimi articoli approfondiremo il tema del migliore gruppo elettrogeno per le abitazioni, ovvero spiegheremo quale siano le caratteristiche tecniche di un gruppo elettrogeno destinato alla sicurezza dei tuoi cari e dei tuoi beni.

Intanto cerchiamo di capire schematicamente la differenza tra un generatore idoneo al funzionamento in condizioni di particolare emergenza ed uno non idoneo allo scopo.

condizioni scelta generatore

Dimensionare il gruppo elettrogeno in base all’elettropompa o viceversa?

Tutto quello che riguarda il dimensionamento meriterebbe un articolo a parte, tuttavia si può prospettare una linea guida utile a definire indicativamente una potenza.

Per prima cosa è utile stabilire quali sono i carichi da alimentare, ovvero decidere se collegare il gruppo elettrogeno esclusivamente all’elettropompa oppure all’intero edificio compreso il sistema di sollevamento delle acque piovane.

Scegliendo di alimentare un intero edificio sarà opportuno stabilire la natura dei carichi, la priorità e la contemporaneità.

Natura dei carichi: Carichi elettrici monofase o trifase.

Priorità: Un carico elettrico prioritario è tale quando corrisponde ad un dispositivo importante. Esempio: Un frigorifero, videosorveglianza, drenaggio acque.

Contemporaneità: Non tutti i carichi elettrici funzionano contemporaneamente, quindi la potenza elettrica necessaria potrebbe non corrispondere alla sommatoria di tutti i carichi rilevati.

In merito alla potenza non ci sono grandi accorgimenti se non l’attenzione a non dimensionare il generatore al 100% del carico. (Un carico elettrico di 5kW non va alimentato con un generatore da 5kW).

Il “dimensionamento” non è solo il calcolo sperimentale della potenza impegnata, ma è anche la scelta della capacità del serbatoio del carburante che influisce sulla quantità di ore che il gruppo elettrogeno può restare in funzione.

Posizionamento del gruppo elettrogeno:

occorre trovare la posizione migliore del gruppo elettrogeno. Se intendi montare il tuo generatore salva-casa nel seminterrato, nello scantinato oppure nascosto alla vista affinché il rumore  non arrechi disturbo, stai partendo col piede sbagliato.

Se non vuoi sentire il rumore durante il moto del generatore, devi installare un gruppo insonorizzato (vedi articolo precedente). Inoltre, scegli un generatore esteticamente all’altezza dell’ambiente nel quale dovrà essere posizionato.

Chiedi consiglio a un professionista su dove e come posizionare il tuo generatore salva-casa.

Avrai fatto un lavoro produttivo sicuro e intelligente e ti ringrazierai per essere stato lungimirante.

Stadio e Gruppi Elettrogeni: nessuno vede il calcio di rigore!

Durante un evento sportivo il blackout è qualcosa di estremamente dannoso e potenzialmente pericoloso.

Lo scorso Maggio siamo stati coinvolti nella fornitura di un gruppo elettrogeno da 1600kVA per uno Stadio in Qatar. 

Per l’occasione ho avuto modo di interfacciarmi direttamente con la FIFA per ottenere informazioni in merito alle specificità richieste per l’utilizzo durante eventi FIFA.

FIFA introduce l’argomento in maniera molto chiara:

“Il ritardo o la cancellazione di un evento dovuto alla mancanza di energia elettrica è inaccettabile.”

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Una buona  valutazione dell'affidabilità della fonte principale è utile al progettista per determinare la capacità e la dimensionare tutti gli elementi di backup energetico.

Abbiamo quindi voluto analizzare i requisiti FIFA e delineare possibili soluzioni, ecco il risultato:

E’ la stessa FIFA a suggerire una tabella.

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Soluzioni pratiche per un Sistema di Backup in uno Stadio

La prima soluzione vede la linea elettrica principale disposta in due sorgenti, una preferenziale ed una di riserva (diagramma a). 

Diagram A

Diagram A

Nella seconda soluzione entrambe le linee sono in uso e possono eventualmente configurarsi come principale e di riserva con l’ausilio di commutatori manuali o automatici. (diagramma b).

Diagram B

Diagram B

In caso di mancanza Rete, il generatore di emergenza dovrebbe avviarsi immediatamente, tuttavia i secondi necessari all’avvio del Diesel ed alla commutazione e presa di caricocostituiscono un ritardo, di conseguenza, ilback-up deve considerare ed includere una certa autonomia mentre il generatore si avvia, in quanto l'illuminazione di campo, che è tipicamente di tipo a scarica ad alta intensità (HID), una volta spenta richiede diversi minuti per riavviarsi e l'evento sarebbe interrotto.

Questo lasso di tempopuò essere coperto in diversi modi, inclusi generatori speciali (UPS rotanti) e sistemi di continuità (UPS).

FIFA stabilisce un chiaro requisito di autonomia in merito alla quantità di back-up, che dovrebbe avere la capacità di operare per un minimo di tre ore durante un interruzione.

Uno stadio è considerato un sistema “high availability “ovvero un sistema che è continuamente operativo per un lungo periodo di tempo.

La misura dell'affidabilità di un sistema come quello di uno stadio può essere espressa riferendosi ad una percentuale idealmente pari al 100% dell’utilizzo .

La percentuale di utilizzo massima del sistema detta "five nines" o 99,99%,  implica un tempo di inattività di soli cinque minuti all’anno.

Durante una stagione, uno stadio sperimenterà di sicuro ben oltre fermi di cinque minuti per le attività di riparazione e manutenzione. Tuttavia, i tempi di inattività durante un evento devono essere zero per alcune apparecchiature per evitare qualsiasi interruzione. Ciò richiederebbe una potenza di continuità assoluta.

Altre apparecchiature potrebbero tollerare il tempo di avvio del gruppo elettrogeno (circa dieci secondi) e alcune parti dello Stadio potrebbero tollerare ancora di più.

Ecco quindi che la classificazione dei tipi di carichi dovrebbe essere considerata per determinare la quantità di capacità e dimensione delle unità ridondanti dei generatori di back-up e del sistema UPS.

Di seguito troviamo quella che potrebbe essere una ripartizione delle utenze secondo una classificazione per priorità:

Sicurezza (generatore disponibile in 10 secondi)

- pompa antincendio

- allarme antincendio e sistema di rilevamento

- sistemi di sfiato del fumo

- ascensori dedicati alla prevenzione incendi

- illuminazione eventuale reparto medico

Evento e Sicurezza (UPSe generatore disponibile in meno di 60 secondi)

- illuminazione interna ed esterna

- reparti speciali (dati / telecomunicazioni)

- telefonia PBX

- monitoraggio della sicurezza e accesso

- schermi video giganti

Evento essenziale (generatore in meno di 90 secondi)

- tabelloni

- sala controllo e quadro di controllo

- sistema di monitoraggio tornelli

- stazione di polizia

 

Evento critico (UPS e generatore, tempo di inattività zero)

- illuminazione degli eventi

- centro di controllo operativo del gioco

- illuminazione di controllo della polizia

Ogni sezione del carico comporterebbe diversi sistemi di trasferimento, cablaggio e distribuzione e l'UPS può essere statico o rotante ma richiederà comunque ulteriore back-up dal gruppo elettrogeno oppure da una batteria di accumulatori con almeno quattro ore di autonomia.

 I più famosi blackout nel mondo degli eventi sportivi

Curiosando  sul web emergono notizie di  singolari e improvvisi blackout laddove non immagineresti maisi possano verificare, ognuno causato da diverse e più o meno imprevedibili incidenti.

Nel 2013 a NEW ORLEANS durante la seconda metà del Super Bowl di Domenica, le luci su una metà del tetto del Superdome improvvisamente si sono spente. Le connessioni Internet nella sala stampa interrotte ed i tabelloni luminosi spenti. Dopo l'improvvisa interruzione molti dei 71.024 spettatori hanno iniziato a mormorare. Il guasto di circa 35 minuti è stato uno dei momenti più incredibili nella storia del Super Bowl.

Nel 2014 a SAN PAOLO a pochi minuti dall’inizio della gara inaugurale del Mondiale di Calcio tra Brasile e Croazia, nel settore vip dell'impianto manca l'energia elettrica e un generatore va letteralmente in fiamme. 

Nel 2015 a Cagliari Durante un amichevole di lusso tra Cagliari e Real Saragoza, dopo alcuni minuti la partita viene sospesa perché i due fari centrali si spengono improvvisamente. Il black out continua fino alla fine del primo tempo e l'arbitro comunque decide di riprendere il gioco anche se l'illuminazione è solo parziale. 

Nel 2016 a Palermo nel corso del match tra Palermo e Torino, per qualche minuto, a causa di un blackout, alcune luci dello stadio Barbera hanno smesso di funzionare. I tifosi rosanero hanno risposto con ironia cercando di fare luce con il cellulare e hanno intonato un coro: “Zamparini paga la luce”…

Nel 2011 a Padova andava in scena allo stadio Euganeo uno scontro d’alta classifica per la Serie B di Calcio, tra il Padova ed il Torino capolista, partita che si prospettava combattuta e piacevole, ma che si sarebbe rivelata una vera beffa per i Granata.

Durante il secondo tempo della gara cominciano a verificarsi insoliti eventi extra sportivi che condizionano la partita: le luci dell’Euganeo continuano infatti a venire a mancare, con blackout prima parziali e poi totali. Proprio durante il primo di questi, parziale, arriva la rete del vantaggio di Ruopolo che beffa il portiere granata Coppola il quale si lamenta per la scarsa visibilità.

Il Torino fa ricorso contro il Padova che rischia una multa salatissima di 25-30.000 euro.

L’ex di Padova e Torino, Roberto Muzzi dichiarò: “Sabato è stata una bella partita fin dove si è giocato. Il black-out? Sono cose che succedono, può capitare”.

Nel 2017 nella gara tra Flamengo e Vasco da Gama, partita destinata a passare alla storia come una delle più incredibili. Durante la gara un Blackout ha lasciato lo stadio illuminato esclusivamente dalle luci degli smartphone dei tifosi sugli spalti.

Sicuramente in tutti i casi sopraccitati più di qualcuno ha generato oltre le ovvie perdite economiche un gravissimo danno di immagine che non si cancella di certo pagando soldi.

Quanto è importante un gruppo elettrogeno in uno Stadio?

La risposta a questa domanda è “five nine”.

Piuttosto la domanda corretta sarebbe quanto il responsabile della sicurezza e della struttura è disposto a rischiare? Inoltre quanto vale la squadra di Calcio che vi disputa le partite?

Chi non è disposto a rischiare si rivolge ad una Azienda specializzata e si preoccupa di avere il sistema di backup migliore possibile.

Possiamo dire schiettamente che presso una struttura come lo Juventus Stadium, (Allianz Sadium) le precauzioni prese in questo senso sono decisamente superiori a quelle adottate in altri Stadi dove spesso  ci si affida a generatori ad uso Cantieristico, installati come se non ci fosse un domani e perennemente in deroga rispetto a qualcosa.

Fa sorridere come vengano rifilati da operatori poco qualificati i soliti generatori provvisti di tecnologia obsoleta in base alla quale  un operatore debba ancora  recarsi direttamente presso il generatore per verificare livelli di combustibile e stato di funzionamento, mentre il resto del mondo utilizzando una tecnologia aggiornata sta seduto in una cabina di regia a gestire tutto comodamente da un terminale.

E’ come se per vedere se c’è ancora carburante nell’automobile sia necessario scendere dall’auto e verificare personalmente il livello in prossimità attraverso il tappo di caricamento!

Chissà ancora quante volte sentiremo il coro dalla Curva…”presidente paga la bolletta della luce…”! magari ad alcuni presidenti essere nominati dai tifosi piace.

Oppure ad  alcuni Presidenti inguaribili "romanticoni" piace vedere lo stadio illuminato dai cellulari dei tifosi.

Il gruppo elettrogeno installato presso lo Stadio di Alessandria.

Il gruppo elettrogeno installato presso lo Stadio di Alessandria.

Gruppo Elettrogeno di emergenza in Hotel: perché non dovresti sottovalutarlo.

“Siamo stati in questo residence qualche giorno fa per Capodanno… è mancata la corrente elettrica dalle ore 21.30 fino alle ore  04,00   del mattino senza che nessuno abbia fornito una giustificazione al  riguardo o che qualcuno si sia interessato in tempi celeri. Ovviamente il reso almeno parziale delle quote manco è stato preso...”

[Risposta della Struttura]

“Egr. Sig. Matteo, ci dispiace per il disagio causato dalla mancanza dell'energia elettrica durante le ore da lei menzionate ma, come comunicato a tutti i clienti, il problema è stato causato da un guasto nella cabina elettrica dell'Enel e il nostro personale addetto alla manutenzione, sempre presente fino al ripristino, non era autorizzato ad intervenire.”

Se non vuoi vederti costretto a giustificarti come un ragazzino con i tuoi Clienti per qualcosa di cui non hai nemmeno colpe, devi assolutamente leggere questo articolo

Nell’ era moderna, dove anche l’operazione più complessa si svolge utilizzando uno smartphone, dire ad un Cliente che la colpa dei tuoi problemi è del gestore di rete è assurdo.

Ti piacerebbe se un Ristoratore ti dicesse che il tuo Spaghetto alla Carbonara non arriverà mai al tuo tavolo perché “quelli del gas” non hanno portato una bombola carica?

Non puoi rimbalzare sul Cliente un problema che è solo ed esclusivamente Tuo.

Gruppo Elettrogeno di emergenza in Hotel: perché non dovresti sottovalutarlo.

Hai mai provato ha tenere gli occhi chiusi per qualche minuto? Così, solo per mettere alla prova gli altri tuoi sensi e magari orientarti dentro un locale o una camera.  A qualcuno capita di svegliarsi durante la notte, alzarsi dal letto e bere un bicchiere d’acqua senza aprire gli occhi nemmeno per un istante.

Mio Nonno, benché avesse perso la vista da ragazzo, ricordava a memoria la maggior parte dei collegamenti elettrici delle bobine di un motore elettrico, ed era addirittura in grado di indicare ad altri come eseguire il collegamento. Ancora oggi sentendone parlare mi domando come riusciva in tutto questo! Io malapena ricordo quello che ho mangiato ieri.

Una cosa è certa: restare al buio senza vedere niente è difficilissimo, ogni operazione diventa complicata e si avverte un senso di insicurezza molto intenso, tanto che riaprendo gli occhi si prova un grande sollievo.

Ora però, proviamo a rendere più complessa la situazione immaginando che più persone all’interno dello stesso locale chiudano gli occhi e debbano orientarsi all’interno di esso senza farsi del male.

Credo che sia decisamente complicato, non trovi?

Se a spegnere la luce sei stato tu?   In questo caso  non hai motivi per stare sereno.

Se qualcuno di coloro che sono al buio dovesse subire un danno?  Nessuno vorrebbe essere al tuo posto.

Forse non ci crederai ma questo è quello che può accadere in un Hotel quando viene a mancare l’energia elettrica e tutto si spegne: luci, ascensori, montacarichi, computer, centralini telefonici, videosorveglianza, domotica delle camere, etc etc. Un grande numero di persone (Te compreso) si ritrova ad occhi chiusi a doversi muovere sperando di non fare danni e soprattutto di non fare male a qualcuno.

Forse starai pensando che non sto facendo altro che tirare acqua al mio mulino, d'altronde qui si vive di blackout e di generatori di emergenza durante il blackout, ma ti sbagli.

In realtà la soluzione alla situazione che ho immaginato prima non è quella di avere un gruppo elettrogeno di emergenza in Hotel, ma qualcosa di più: “Possedere un gruppo elettrogeno di emergenza che sia realmente efficiente”.

Tra avere un generatore di emergenza ed averne uno che funziona passa una gran bella differenza, come quella tra lanciarsi da un aeroplano con un paracadute oppure lanciarsi con uno zaino.

La maggior parte degli Hotel con un paio di stelle ed una proprietà orientata sulla qualità del servizio possiede un gruppo elettrogeno di emergenza, ma solo 3 strutture ricettive su 10 ne possiedono uno che funziona realmente.

Come mai? E’ semplice: non fanno manutenzione nel modo corretto!

Quando un Computer non funziona, oppure quando un Climatizzatore è in avaria le strutture ricettive provvedono rapidamente a risolvere il problema, mentre quando si tratta di gruppi elettrogeni di emergenza sembra ci sia sempre tempo a disposizione.

Se sei un manutentore e stai storcendo il naso, posso assicurarti che stai fraintendendo ciò che ho scritto. Lo so che fai  la manutenzione al generatore, ma sappiamo entrambi che hai dei limiti talvolta  tecnici talvolta strutturali e/o temporali per i quali di certo non hai nessuna colpa. (probabilmente spesso ti ritrovi a fare di più di quello che saresti tenuto a fare).

Possiamo dirlo: se fossi un massimo esperto di gruppi elettrogeni di sicuro il generatore sarebbe la macchina più efficiente della struttura e la stessa non andrebbe incontro a perdite economiche e di immagine.

Mi vengono in mente le partite di Calcetto in cui manca il portiere che ha dato buca all’ultimo minuto e capita di entrare a turno in porta. Succede poi che a fine partita c’è sempre il “fenomeno” che tira le somme con gli altri compagni su quanti goal hasubito la squadra per colpa mia mentre stavo in porta.

Ora io dico: ma secondo te se io fossi un “bravo portiere”, verrei mai a giocare a calcetto con te?!

Ecco perché bisogna essere obbiettivi: Il manutentore ordinario anche se  bravo e preparato può fare qualche bella parata, ma per parare un rigore ci vuole un Portiere vero!

 Sicurezza: Tutelarsi Tutelando

Folgorati, ustionati, schiacciati, soffocati, mutilati: di gruppi elettrogeni si può morire.

Essere consapevoli di quelli che sono i rischi durante l’avviamento di un gruppo elettrogeno potrebbe fare la differenza tra un manutentore vivo ed uno morto.

Parlando di sicurezza in hotel o in una qualsiasi struttura ricettiva, ristorante, bar, etc, ci riferiamo principalmente a due figure, quella del cliente è quella dell’impiegato nella struttura.

Entrambe le figure devono essere tutelate allo stesso modo ma con sistemi e strumenti diversi dato che è evidente che il livello di informazione che puoi dare al Cliente non è paragonabile a quello che devi dare al tuo staff.

Per tutelarti devi tutelare, quindi in pratica devi dare evidenza di come hai fornito formazione specifica sulla conduzioni del gruppo elettrogeno e di come questo sia stato mantenuto efficiente attraverso regolari attività manutentive.

Costi: come gestirli

Si possono adottare specifiche strategie per ottimizzare i costi di gestione di un generatore.

La prima cosa da evitare è quella di non gestire la manutenzione con regolarità. Statisticamente, un gruppo elettrogeno senza contratto di manutenzione non funziona proprio nel momento in cui deve funzionare.

Un modo intelligente di gestire i costi è anche quello di pianificare gli interventi manutentivi più importanti nei periodi di basso afflusso di ospiti, permettendo di eseguire distacchi programmati e test funzionali, evitando di dovere richiedere interventi notturni o feriali a tariffe superiori.

Gestire in sicurezza un avaria del generatore in Hotel

Per la tua sicurezza e per quella dei tuoi collaboratori, ti chiedo di evitare soluzioni improvvisate e precarie che possono ritorcersi contro di te. E’ meglio un blackout che un grave incidente.

Appena si manifesta un blackout che non viene prontamente contenuto dal gruppo elettrogeno di emergenza, puoi procedere seguendo questi tre semplici passi:

1.       Individuare l’entità del blackout. Devi stabilire se si tratta di un’avaria interna alla tua struttura oppure  un guasto che interessa una più ampia area servita dal gestore elettrico.

2.       Accertare che non vi siano Ospiti all’interno di eventuali ascensori, quindi metterli fuori servizio.

3.       Solo dopo avere effettuato i precedenti passaggi puoi raccogliere le informazioni sull’avaria e contattare il centro assistenza. Quando contatterai il centro assistenza tieni a portata di mano i dati di targa del gruppo elettrogeno, del motore e dell’alternatore.

Se a leggere questo articolo è un Hotel Manager oppure un Manutentore, posso profetizzare con relativa certezza che in caso di Blackout e di mancato avviamento del generatore, entrambi si precipiteranno davanti al gruppo elettrogeno per cercare di capire cosa stia succedendo.

So benissimo cosa accade in questi casi, quindi ho pensato di farti un regalo: “Un prontuario delle principali avarie del gruppo elettrogeno”. E’ un poster che forniamo a tutti gli Hotel che stipulano un contratto di manutenzione con noi. E’ molto utile in caso di avaria perché ti permette di capire come operare e contattarci consapevole di quelle che sono le informazioni di cui abbiamo bisogno.

I "nostri Hotel" solitamente lo espongono fuori dai locali tecnici, oppure ne tengono una copia in ufficio a portata di mano. Spesso hanno risolto in autonomia molti problemi senza costi di intervento.

Se vuoi ottenere immediatamente e GRATUITAMENTE una copia in formato pdf, puoi utilizzare il form qui sotto e riceverla direttamente sulla tua casella di posta.

Automatici si nasce: Quando è un gruppo elettrogeno Automatico per davvero.

Il gruppo elettrogeno automatico è un generatore dotato di motore Diesel in grado di avviarsi in caso di assenza   della rete elettrica,

Specifichiamo “motore Diesel” poiché un gruppo elettrogeno con motore a benzina può essere automatico ma si rivela estremamente inaffidabile in quanto il motore a benzina non ha la stessa prontezza all’avviamento dopo lunghi periodi di stop tipici di un gruppo elettrogeno automatico.

Per Generatore Automatico si intende in particolare un generatore in grado di procedere secondo la logica che segue:

1.       Identificare la mancanza Rete o anomalia nei parametri di rete

2.       Avviare e controllare il Diesel

3.       Pilotare i contattori oppure uno o più interruttori / commutatori motorizzati per la connessione dell’utenza/carico

4.       Rilevare il rientro della  Rete nei parametri corretti

5.       Commutazione per la connessione dell’utenza/carico alla rete  

6.        Arrestare il Diesel

7.        Ritorno nella posizione del punto 1 pronto a ripetere il ciclo ogni volta si renda necessario.

Quanto descritto sopra è la logica di funzionamento ideale di un Generatore realmente Automatico.

Il termine “realmente” è utilizzato di dovere, poiché si tende (anche tra gli operatori del settore) a confondere un gruppo elettrogeno automatico con un gruppo elettrogeno che “può” essere avviato tramite un contatto pulito che viene gestito da un quadro di controllo separato.

Volendo spiegare in altri termini il secondo caso, è come prendere il contatto di avviamento che sta dietro il pulsante start e portarlo distante su un altro quadro elettrico capace di chiudere ed aprire il contatto ovvero premere e rilasciare il pulsante.

Pare evidente che il generatore di cui sopra non è per niente automatico e che per funzionare ha bisogno di un ulteriore quadro dotato di logica capace di rilevare la presenza di rete e comandare l’avviamento e l’arresto del generatore. Apostrofare come “automatico” un generatore come questo è come andare al distributore di carburante e definire una pompa di benzina “automatica” quando in realtà sei tu a fare il rifornimento all’automobile. Riflettici: è una definizione comune ma di fatto è un termine improprio.

Una diffusa corrente di pensiero sostiene come la gestione dell’automazione resa separatamente, quindi non direttamente nel gruppo elettrogeno, possa dare dei vantaggi in termini di affidabilità del sistema in quanto si può sostituire facilmente il quadro ATS senza dovere intervenire sul gruppo elettrogeno.

Francamente ci sono tanti, troppi, motivi per bocciare questa soluzione, che si può ritenere valida solo in alcuni casi particolari. Ora andiamo a menzionarne solo alcuni:

Innanzi tutto è evidente che la situazione è reversibile, cioè da una parte potrebbe essere vantaggioso potere sostituire facilmente il quadro ATS senza dovere intervenire sul gruppo elettrogeno esattamente come d’altra parte avere un quadro di commutazione senza logica di comando è altrettanto facile da sostituire senza intervenire sulle logiche di gestione.

Il primo vantaggio nel disporre di un generatore realmente automatico, dotato cioè di un pannello di controllo automatico direttamente sul generatore, è che in questo modo si ha a che fare con una pannello di controllo in meno. Si, perché anche un generatore ad avviamento manuale predisposto per avviamento automatico con contatto start remoto avrà la sua centralina di protezione motore e gestione generatore. E’ evidente che gestire una sola centralina sia un lavoro più “pulito” nella maggioranza dei casi.

a)      Con un pannello di controllo automatico è facile avere una situazione chiara di quello che accade nell’impianto e sul gruppo elettrogeno. Significa anche avere a disposizione in un solo dispositivo i dati del Generatore e della Rete. Ad esempio possiamo interpretare nel comportamento del gruppo elettrogeno un sovraccarico sull’utenza/carico.

b)      Talvolta il sistema ATS con logica separata è semplicemente un commutatore di linea, di conseguenza non identifica problemi complementari alla rete quali bassa tensione, mancanza fase, bassa tensione su una sola fase, etc etc.

Problemi facilmente individuabili dal pannello di controllo g.e. montato a bordo macchina

Un gruppo elettrogeno è automatico quando fa tutto da solo. Se ha necessità di interventi esterni allora non è automatico.

Eventualmente sarebbe il “sistema” nel suo complesso, ad essere automatico.

Un gruppo elettrogeno automatico non è solo una centralina

Se bastasse una centralina di controllo e gestione a rendere automatico un generatore sarebbe tutto più semplice, ma non è così.

Il gruppo elettrogeno automatico senza un caricabatterie statico non sarebbe in grado di funzionare correttamente in quanto la batteria di accumulatori non sarebbe sufficientemente carica per garantire uno o più cicli di avviamento.

Il caricabatterie statico non è altro che un caricatore che alimentato dalla tensione di rete provvede al mantenimento della  carica alla  batteria anche quando il gruppo elettrogeno è spento.

Il preriscaldo è un altro elemento importante per un gruppo elettrogeno automatico che spesso non viene preso abbastanza sul serio.

L’avviamento di un gruppo elettrogeno di emergenza avviene con la presa di tutto il carico elettrico in un unico step. Per volere fare un paragone è come se al  mattino  nella stagione invernale  accendiamo il motore della nostra automobile e partiamo immediatamente a tutta velocità, magari percorrendo una salita.

Il preriscaldo, detto anche scaldi glia, è un riscaldatore che alimentato dalla tensione di rete, mantiene in temperatura l’acqua contenuta nel circuito di raffreddamento del motore, oppure l’olio lubrificante contenuto nella coppa. Entrambi le tipologie di preriscaldo hanno lo scopo di tenere caldo il motore in modo che il motore possa avviarsi anche con temperature esterne particolarmente basse e soprattutto possa erogare da subito la massima potenza senza un  ciclo di preriscaldo preliminare  senza carico.

Ecco perché automatici si nasce: non un gruppo elettrogeno manuale troppo facilmente chiamato automatico dai venditori ma un vero generatore automatico e non ci penso più.

....Recogeno™ : Ecco come recuperare calore anche se non hai un Cogeneratore. ..RECOGENO ™: HERE'S HOW TO RECOVER HEAT EVEN IF YOU DO NOT HAVE A COGENERATOR. ....

recogeno recovery system

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Forse non è la scoperta dell’acqua calda, ma ci siamo andati davvero molto vicini.

Durante una visita presso un nostro cliente nel Nord Europa, abbiamo notato con quale difficoltà e con quali costi i cantieri devono gestire il riscaldamento dei locali adibiti a spogliatoi, mensa e uffici. Nella maggioranza dei casi si alimentano termoconvettori elettrici utilizzando uno o più gruppi elettrogeni da cantiere.

Anche lavarsi le mani diventa un problema in cantiere quando l’acqua è gelida, quindi le imprese devono dotarsi di riscaldatori alimentati elettricamente.

In realtà è noto come sia possibile produrre calore con un cogeneratore, tuttavia è altresì evidente come sia antieconomico per quasi tutti i cantieri installarne uno, sia per motivi economici, che per motivi tecnici e burocratici.

Il cogeneratore convenzionale, ovvero con recupero termico dai fumi di scarico o dal circuito di raffreddamento, non sposa con l’idea di applicazione temporanea o provvisoria che caratterizza il cantiere edile o equiparabile, inoltre, una delle prerogative è l’uso continuativo, cosa decisamente inusuale per un generatore in cantiere, che ha un utilizzo medio di 8 / 10 ore al giorno.

Ecco come è nata l’idea “Recogeno”: da una parte la necessità di acqua calda / aria calda, dall’altra l’esigenza di recuperare calore senza costi impossibili da ammortizzare per un cantiere.

Recogeno recupera calore irraggiato da qualsiasi gruppo elettrogeno con motore Diesel raffreddato a liquido. E’ un sistema di recupero remoto, ovvero non si inserisce nel circuito di raffreddamento del motore o nell’impianto di scarico fumi, tuttavia ne raccoglie il calore.

Il segreto di questo sistema brevettato è la semplicità di installazione e di utilizzo. Immagina di installare in soli 30 minuti un piccolo modulo di recupero termico capace di fornirti 80 litri d’acqua ad una temperatura di 50°C dopo soli 60 minuti utilizzando un gruppo elettrogeno da appena 12kW.

Immagina di fare tutto questo gratis e rispettando l’ambiente.

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Maybe it's not the hot water discovery, but we've been really close to it.

During a visit to our customer in Northern Europe, we noticed how  difficult and  enpensive handling the heating of locker rooms, canteens and offices for construction yards was. In most cases, electric heaters are powered by one or more building site generators.

Even washing your hands becomes a problem at the site when the water is cold, so firms need to have electrically powered heaters.

How heat can be produced with a cogenerator is a fact. However, it is known as a non economic system for almost all yards to install one due to economic, technical and bureaucratic reasons.

The conventional cogenerator,  with thermal recovery from exhaust fumes or cooling circuit, does not match with the idea of temporary application which characterizes the construction site or equivalent, and one of the prerogatives is the continuous use, which is definitely unusual for a generator on site with an average use of 8 / 10 hours per day.

Here is how the "Recogeno ™ idea was born ": On the one hand the need for hot water / hot air, on the other the need to recover heat without costs impossible to amortize for a yard.

Recognized ™ Recovers irradiated heat from any generator set with liquid cooled diesel engine. It is a remote recovery system, ie it does not fit into the engine cooling circuit or in the smoke exhaust system, but collects heat.

The secret of this patented system is the simplicity of installation and use. Imagine installing in just 30 minutes a small heat recovery module capable of supplying 80 liters of water at a temperature of 50 ° C just after 60 minutes using a generating set of just 12 kW .

Imagine doing all this for free and respecting the environment.

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recovey heat

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Recogeno non ha la presunzione di sostituire un sistema di recupero termico convenzionale, che per prestazioni non ha eguali, anche perché di fatto sarebbe addirittura complementare considerato che esso recupera un'altra parte di calore che lo scambiatore tradizionale trascura, ovvero quella parte termica che viene irraggiata dal motore principale. In altre parole Recogeno recupera quella parte di calore che “scotta” quando ti avvicini ad un motore in moto.

Recogeno ha l’obbiettivo di sviluppare un nuovo settore di recupero termico su gruppi elettrogeni non in servizio continuo.

Recogeno in 6 punti…

  • E’ compatibile con la maggior parte dei gruppi elettrogeni diesel raffreddati a liquido.

  • Non è necessario modificare il motore diesel, pertanto non si compromette la garanzia.

  • Raggiunge rapidamente la temperatura di esercizio anche dopo soli 50 minuti di funzionamento al 75% del carico elettrico nominale. (non risente sensibilmente delle variazioni di carico)

  • Si può installare con ottimi risultati anche sui piccoli generatori a partire da 15kVA.

  • E’ versatile: può essere utilizzato per riscaldare ambienti o per produrre acqua calda sanitaria o di processo.

  • Non c’è rischio di contaminazione in quanto i fluidi non entrano mai in contatto con altri fluidi contaminati dato che il circuito è totalmente indipendente.

Il sistema si può definire “Universale”, non ha limiti di applicazione e rappresenta una soluzione eco sostenibile essendo il primo sistema di questo tipo capace di ridurre le emissioni riducendo i consumi.

Recogenopuò essere impiegato anche per l’abbattimento della temperatura in uscita dal gruppo elettrogeno silenziato, ideale per applicazioni in cui vi è la necessità di contenere la temperatura dell’aria calda prodotta dal generatore.

Per scoprire di più su Recogenovisita il sito www.recogeno.com oppure segui le novità sui social e sul canale youtube.   

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Recogeno  ™   does not have the presumption to replace a conventional thermal recovery system which, by virtue of its performance, is unequal. Actully it would even be complementary considering that it recovers another part of the heat that the traditional heat exchanger neglects, that is the heat part irradiated from the main engine. In other words, Recogeno  ™   recovers that part of heat that "burns" when you approach an engine in motion.

Recogeno  ™  has the goal of developing a new thermal recovery sector on non-continuous generating sets.

Recogeno  ™ In 6 points ...

·        It is compatible with most liquid cooled diesel generator sets.

·        No need to modify the diesel engine, so it does not compromise on the warranty.

·        It quickly reaches the operating temperature even after just 50 minutes of operation at 75% of the rated electric load. (It does not severely affect the load variations)

·        It can be installed with excellent results even on small generators starting from 15 kVA.

·        It is versatile: it can be used to heat environments or to produce hot water or process water.

·        There is no risk of contamination because the fluids never come into contact with other contaminated fluids since the circuit is totally independent.

The system can be defined as "Universal", it has no application limits and it represents a sustainable eco-friendly being the first such system that can reduce emissions by reducing fuel consumption.

Recogeno  ™  can also be used to lower the output temperature from the silenced generator set, ideal for applications where there is a need to contain the hot air temperature produced by the generator.

To find out more about Recogeno  ™  visit the site www.recogeno.com Or follow the news on social and youtube channels.

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Ecco 6 errori da non fare  quando acquisti un gruppo elettrogeno!

Prendi i tuoi soldi, portali dal venditore di generatori, il “Generatori - Vendolo”, e ti sarà consegnato il tuo nuovo generatore.

Facile?

Per alcuni comprare un gruppo elettrogeno è stata un esperienza di questo tipo, tanto semplice prima ma tanto difficile poi, quando scopri che hai comprato male.

Potrei garantirti che comprando un Generatore Orefice Generators non avresti mai questo problema, perché la professionalità, bla bla bla…,l’orientamento il Cliente, bla bla bla, la qualità, etc etc, ma voglio fare qualcosa in più, voglio svelarti quali sono i 6 errori da non fare assolutamente quando compri un gruppo elettrogeno. Ti voglio raccontare i segreti che stanno dall’altra parte del banco, dalla parte di chi produce e vende tutti giorni gruppi elettrogeni, e ti posso garantire che consapevole di queste preziose informazioni, sarà difficile tornare a casa scontento.

Chi acquista un gruppo elettrogeno può essere un Utente finale, ovvero colui che utilizzerà realmente il prodotto, oppure un rivenditore, che forse lo installerà o lo metterà in servizio. Per entrambe le figure abbiamo informazioni importanti, quindi non mollare e arriva fino in fondo all’articolo.

Se proprio vorrai comprare una porcheria, beh, almeno lo farai pienamente consapevole e informato.

1.       Non sapere perché vuoi comprare un generatore.

Banale ma importante.

Non puoi comprare un gruppo elettrogeno senza sapere che tipo di applicazione intendi eseguire. Prima di rivolgerti a un produttore o all’installatore / rivenditore, riordina le idee e raccogli questi dati:

·         Vuoi un generatore che si avvia quando manca la rete elettrica oppure vuoi avviarlo manualmente?

·         Quante ore al giorno utilizzerai il generatore?

·         Che tipo di apparecchiature vorresti alimentare con il gruppo elettrogeno?

·         Conosci potenza e tensione delle apparecchiature da connettere?

Sia chiaro che anche in assenza delle informazioni qui sopra, molti saranno capaci di formulare un offerta, ma sarà una proposta economica e non “la soluzione”. Se chiederai un offerta senza fornire questi dettagli, sarà come decidere il luogo in cui fare una vacanza facendo girare un mappamondo e fermandolo con un dito in un punto qualsiasi: hai un enorme possibilità di finire in mare aperto, nell’Oceano Pacifico.

2.       Pensare che l’unica differenza sia la potenza.

Il primo errore, che è anche quello più diffuso, è credere che i generatori siano tutti uguali e che l’unica differenza sta nella loro potenza.

Ecco, per prima cosa devi resettare totalmente questa convinzione, che ti porterà nella migliore delle ipotesi a spendere più denaro, e nella peggiore ad acquistare qualcosa che non ti serve e che non potrai utilizzare.

Se ti proponessi un viaggio chiedendoti di scegliere se viaggiare alla guida di una Lamborghini Aventador oppure sulla gobba di un dromedario, cosa sceglieresti?

Hai scelto la Lamborghini?

Potrei farti cambiare idea se ti dicessi che il viaggio proposto deve attraversare un deserto di dune di sabbia? Credo proprio di si! Anche se probabilmente non sei un esperto di Lamborghini e di Dromedari, sicuramente rivaluterai la tua scelta, perché capisci che ci sono delle differenze importanti nel risultato, benché entrambi siano dei mezzi di trasporto molto diversi tra loro. Capisci anche che il prodotto più adatto è legato alla tua esigenza e nient’altro.

Quando scegli un gruppo elettrogeno per te o per i tuoi Clienti, non valutare solo la potenza.

Se il gruppo elettrogeno è per te o la tua azienda, considera almeno questi tre elementi:

·         Intervalli di manutenzione e relativi costi.

·         La presenza di tutte le dotazioni che ne consentono il funzionamento.

·         La marca del motore e la presenza di un distributore del marchio nella tua Nazione.

Se il generatore è per un tuo Cliente, potresti pensare che i punti precedenti non ti riguardano, ma ricordati sempre che il Cliente è Tuo! Qualsiasi cosa gli proporrai, qualsiasi prodotto installerai, resterà il Tuo Cliente, forse non ti dirà “grazie” quando avrai fornito un prodotto funzionante, ma stai certo che ti farà una bella raccomandata quando il prodotto che hai fornito non sarà quello che si aspettava o addirittura non sarà conforme alle specifiche richieste.

Quindi fai molta attenzione a quello che porti a casa dei tuoi Clienti:

·         Valuta bene l’applicazione e la potenza necessaria.

·         Considera con attenzione i costi di installazione.

·         Tieni conto che potresti dovere fornire qualche tipo di assistenza anche durante il periodo di garanzia.

3.       Guardare ma non leggere.

Dobbiamo prendere atto che il 90% delle persone che vogliono acquistare un generatore, (questo non vale solo per i generatori) non sanno leggere un preventivo, specialmente quando questo contiene una grande quantità di caratteristiche tecniche e specifiche di funzionamento. Con questo non stiamo insinuando che il 90% delle persone non capisce niente di gruppi elettrogeni, ma che la lettura di un offerta spesso viene male interpretata e soprattutto viene trascurata la parte relativa alle dotazioni.

I giochi di prestigio sul preventivo non sono una cosa rara, si tratta di un vizio diffuso in tutto il mondo, con offerte per la fornitura di gruppi elettrogeni senza serbatoio del carburante, senza interruttore generale, senza silenziatore, senza accumulatori di avviamento, senza liquidi di primo impianto, solo per citarne alcuni.

Non c’è nulla di male nel proporre un generatore senza uno o più degli elementi di cui sopra, a patto che poi questa differenza venga considerata tecnicamente prima ed economicamente poi.

4.       Andare a comprare i Pomodorie tornare a casa con le Cipolle

“L’Ingeniere mi ha detto che ho bisogno di un generatore da 10kW in servizio continuo, trifase con motore xxxx elettronico 1500rpm”.

Poi succede che incontri il venditore d’assalto che non distingue un motore diesel da un motore a benzina e torni a casa con un gruppo elettrogeno da 10kW monofase con motore a 3000rpm.

Non è un esempio estremo, è un caso reale, una storia comune a molti che si perdono nell’acquisto di un generatore, per inesperienza, per la convinzione di fare un affare, per mancanza di competenza, e chi più ne ha più ne metta.

Ti è mai capitato di andare a fare la spesa e comprare le Cipolle solo perché non hai trovato i pomodori?

Credo proprio di no! Quindi per quale motivo comprare un generatore “inappropriato” solo perché non hai trovato il gruppo elettrogeno che cercavi?

Ti propongo uno schema logico da seguire per meglio valutare la scelta.

Gruppo elettrogeno con motore a Benzina – Solo per applicazioni “manuali”, mai per applicazioni automatiche.

Gruppo elettrogeno con motore Diesel a 3000rpm – Solo per applicazioni non continue, max 3 / 4 ore al giorno o con una pausa di almeno 2 ore tra ogni ciclo di lavoro.

Gruppo elettrogeno con motore Diesel a 1500rpm – Tutte le applicazioni con uso continuo e intensivo.

Gruppo elettrogeno con motore Diesel regolato elettronicamente – Per applicazioni dove vi sono utenze di tipo sensibile.

5.       Acquistare un prodotto “base” convinti di poterlo modificare.

L’idea malsana nasce solitamente per motivi di budget, quando non puoi permetterti qualcosa ma la vuoi ugualmente, quindi escogiti un progetto che ti vedrà prima comprare un prodotto in versione base e poi trasformarti in un McGiver provetto per modificare il gruppo elettrogeno.

Devo darti una delusione: nella grande maggioranza dei casi non puoi farlo. Non puoi modificare una macchina provvista di marcatura CE senza procedere secondo le norme.

Vuoi comprare un generatore con avviamento manuale e poi trasformarlo in automatico? Spenderai di più e dovrai certificarlo.

Vorresti comprare un gruppo elettrogeno in versione aperta senza cabina per poi costruire una “casa” su misura per alloggiarlo? Spenderai di più, inoltre la “casa” sarà equiparata ad un locale tecnico, quindi dovrà rispettare alcune caratteristiche specifiche.

Il consiglio è quello di fare un investimento misurato ma corretto, acquistando tutto quello che occorre e tutti gli optionals necessari direttamente montati in fabbrica.

6.       Non lo userò mai

“Tanto non lo userò mai”. Sentiamo spesso questa frase da molti Clienti. Sono convinti che installeranno il gruppo elettrogeno e che questo non entrerà mai in funzione, perché “tanto qui la corrente non manca mai”.

Hai presente il motociclista che non metteva il Casco perché  “tanto io non casco mai…”. Ecco, adesso gli amici e i parenti tutti, lo ricordano con affetto.

Questa teoria del generatore che non entrerà mai in funzione è stata portata avanti da alcune case costruttrici che volevano piazzare sul mercato prodotti allestiti con motori e alternatori Cinesi a basso costo. Commercialmente, forse, ha un senso, ma per giustificare tecnicamente una scelta così stupida hanno inventato la storiella del generatore che non si accenderà mai.

Se sei convinto che il generatore non si avvierà mai, allora non comprarlo!

Ecco qui sotto il video integrale in cui parliamo di quali sono gli errori da evitare quando acquisti un gruppo elettrogeno.

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Gruppi Elettrogeni trifase per alimentare carichi monofase: distribuire un carico.

Orefice Generators - Copyright 2017

Orefice Generators - Copyright 2017

Nel dimensionare la potenza di un generatore occorre valutare attentamente  quale sia  il tipo di utenza da alimentare.

Spesso si è nella condizione di disporre di un gruppo elettrogeno trifase e di dovere alimentare un carico monofase. Come procedere?

Avrai sentito dire che un gruppo elettrogeno trifase di Potenza P=3kW può alimentare un carico monofase di potenza pari a 1kW perché Pm=P/3.

Si tratta di una condizione valida per tutti gli alternatori con avvolgimenti collegati a Stella, con una tensione concatenata pari a 400V, dove per ottenere la tensione monofase di 230V non facciamo altro che alimentare il carico tra una fase ed il centro stella.

I carichi monofase alimentati da un gruppo elettrogeno trifase devono essere distribuiti in modo tale che su ogni fase circoli  non oltre  la corrente nominale del gruppo elettrogeno.

Notare come si parli di potenza ma anche di Corrente, questo perché va tenuto conto che alcuni carichi al momento dell’inserzione hanno un assorbimento superiore, ovvero correnti più elevate. Va da se che un tecnico accorto possa basarsi prima su un calcolo sperimentale, ma poi debba necessariamente misurare i carichi elettrici distribuiti sulle fasi con l’ausilio di uno strumento di misura.

Se non hai a disposizione uno strumento per misurare le correnti ma disponi di un generatore Orefice con pannello di controllo VEOTM , puoi comodamente monitorare gli assorbimenti direttamente dal Display.

veo control panel

Se non disponi di uno strumento di misura e di gruppo elettrogeno Orefice non sarai in grado di accertare la corretta distribuzione dei carichi tra le fasi.

Cosa accade se i carichi non vengono distribuiti correttamente?

Può succedere che il gruppo elettrogeno vada in sofferenza   e che in particolare gli avvolgimenti presenti all’interno dell’alternatore arrivino a surriscaldarsi sino a “bruciarsi” ed interrompersi.

Per fare un paragone, immaginiamo che il carico elettrico sia una pesante busta della spesa, e che portiamo questa busta per centinaia e centinaia di metri sempre con lo stesso braccio. Arriveremo a destinazione con un braccio affaticato e sensibilmente più soggetto ad un infortunio. Dividendo il carico in due buste non cambierebbe il lavoro da compiere, e forse nemmeno la fatica, tuttavia sarebbe più facile portare il carico a destinazione evitando dolori e rischio.

I carichi squilibrati sono uno dei maggiori fattori di avaria in un alternatore e di conseguenza in un gruppo elettrogeno.

Non è tutto qui…

Un carico squilibrato potrebbe danneggiare l’utenza ad esso collegata, specialmente quando è un carico variabile.  Una utenza costituita da apparecchiature elettroniche potrebbe non funzionare correttamente.

Capita specialmente ai Service Audio che noleggiano o acquistano un gruppo elettrogeno al quale poi   collegano il loro quadro prese senza cura di verificare quanta corrente stanno prelevando da ogni singola fase.

Facciamo un esempio per spiegare meglio cosa può accadere:

·         Gruppo elettrogeno con potenza elettrica Continua pari a 16 kW; fattore di potenza 0,8; tensione nominale trifase 400V.

·         Carico elettrico monofase da collegare pari ad un totale di 8 kW così suddiviso:

o   Lampade Alogene: 5 kW

o   Altri utilizzatori dotati di trasformatore: 3 kW

Istintivamente il Tecnico meno esperto si sentirebbe libero di collegare tutte le lampade alogene sotto una fase ed i restanti 3 kW sotto un'altra fase. Con questa suddivisione, considerando una corrente di inserzione delle lampade alogene pari ad almeno 10 volte la corrente nominale per un tempo medio di 0,12 s, non solo avrà problemi nell’accensione delle lampade, ma sovraccaricherà il generatore che per almeno 0,12 s, non garantirà valori di tensione e frequenza idonei ad alimentari i restanti 3 kW con il rischio di procurare  danni per valori di tensione fuori dai limiti.

Documenti del gruppo elettrogeno: mai senza!

I generatori, siano essi in servizio di emergenza o in funzionamento continuo, devono necessariamente essere dotati di documenti che ne consentano l’utilizzo e l’installazione e l’identificazione.

Quali sono i documenti che dovrebbero essere forniti, sia esso un generatore nuovo oppure un gruppo elettrogeno di seconda mano?

Nei paesi UE possedere un generatore senza i documenti equivale ad avere un serio problema!

Manuale di installazione, funzionamento, manutenzione.

Il costruttore per ogni macchina prodotta emette un manuale d’uso e manutenzione che permetta l’utilizzo del prodotto in maniera corretta ed in sicurezza.

Il manuale è quel documento (cartaceo o digitale) che ogni operatore dovrebbe leggere prima di installare o comunque prima di utilizzare il gruppo elettrogeno.

Manuale del motore, dell'alternatore e degli altri componenti del gruppo.

Non è fondamentale disporre del manuale specifico per ogni componente del generatore, salvo casi specifici. Solitamente il costruttore del gruppo elettrogeno provvede il manuale operativo del motore e dell’alternatore.

I produttori dei motori diesel per gruppi elettrogeni distinguono i manuali in diversi tipi, ad esempio quello utente da quello OEM, oppure dal manuale d’officina.

Schemi unifilari e funzionale, del quadro di comando.

Unitamente a manuali ed altri documenti viene sempre fornito lo schema di collegamento dei conduttori di potenza e quello della logica di comando e controllo (specialmente nel caso di gruppi elettrogeni automatici).

E’ buona norma, nel caso di acquisto di un generatore usato, verificare che i componenti e i collegamenti elettrici corrispondano fedelmente agli schemi elettrici disegni del costruttore. Questo a salvaguardia dell’incauto acquisto di macchine manomesse e quindi non più a norma.

Disegni d'assieme e installazione.

L’obbligo o meno di fornire i disegni del gruppo elettrogeno è definito nelle condizioni contrattuali. Solitamente viene fornito uno schema di montaggio oppure un disegno definitivo detto anche “as build”.

Documentazione delle eventuali prove eseguite.

Un costruttore con la “C” maiuscola provvede al collaudo funzionale e a carico di tutti i gruppi elettrogeni prodotti, mentre altri effettuano dei test a campione per contenere i costi di produzione che inevitabilmente si ripercuotono sul costo del prodotto.

Il collaudo in fabbrica, è una garanzia per chi acquista perché riduce al minimo la possibilità di avarie al momento della messa in servizio.

In un sistema di gestione della qualità ottimale e reale, il collaudo permette di gestire ogni non conformità prima che questa possa essere trasmessa al Cliente finale.

Non vi è obbligo di fornire il documento che attesta la prova di funzionamento del generatore, che in ogni caso è un documento di parte.

Importante distinguere il Report di collaudo dal Certificato di collaudo. Il primo può essere fornito gratuitamente su richiesta, mentre per il secondo potrebbe essere fornito a  pagamento.

Elenco delle parti di ricambio consigliate per la messa in servizio.

Bisogna sfatare un mito che riguarda le parti necessarie per la messa in servizio: nel 90% dei casi non esistono parti “necessarie” per la messa in servizio di un generatore. Nel restante 10% si tratta di parti di tipo consumabile o specifiche per una particolare applicazione.

Certificato di Garanzia.

Un gruppo elettrogeno ha una garanzia minima del produttore pari a 12 mesi. Il certificato di garanzia è necessario per l'attivazione della stessa, poichè una volta compilato e restituito tramite PEC o raccomandata, costituisce una data certa di attivazione della garanzia e permette al costruttore di attivare le garanzie dei vari componenti.

Attivare la garanzia in ritardo può essere un problema, perchè la maggioranza dei produttori stabilisce un limite massimo di tempo tra la consegna del gruppo elettrogeno e la sua attivazione.

Certificato di conformità.

L’obiettivo del certificato di conformità è di assicurare il libero movimento di merci nell’ambito dell’Unione Europea.

Il documento è sempre obbligatorio, ed è importante fare chiarezza su alcuni punti:

a)      Deve essere fornito unitamente con il gruppo elettrogeno. Deve accompagnare il generatore per tutta la sua vita.

b)      Se il gruppo elettrogeno è prodotto fuori dalla UE, il certificato di conformità deve essere emesso da un soggetto comunitario, quindi se proprio si decide di acquistare un prodotto made in China (per esempio) allora è bene accertarsi che l’importatore abbia provveduto ad emettere il certificato.

c)      L’importatore che immette nel mercato Comunitario è il solo responsabile della marcatura e del relativo documento.

Fatte queste premesse vediamo quali sono i dati che deve contenere un certificato di conformità.

 

DICHIARAZIONE CE DI CONFORMITA`

La dichiarazione CE di conformità deve contenere i seguenti elementi:

— nome e indirizzo del fabbricante o del suo mandatario stabilito nella Comunità;

— nome e indirizzo della persona che detiene la documentazione tecnica;

— descrizione dell’attrezzatura;

— procedura di valutazione della conformità seguita e, se del caso, nome e indirizzo dell’organismo notificato che l’ha effettuata;

— livello di potenza sonora garantita per l’apparecchiatura;

— rinvio alla presente direttiva;

— dichiarazione di conformità ai requisiti della presente direttiva;

— all’occorrenza la/le dichiarazione/i di conformità e estremi delle altre direttive comunitarie applicate;

— il luogo e la data della dichiarazione;

— dati sulla persona abilitata a firmare la dichiarazione giuridicamente vincolante per il fabbricante o per il suo mandatario stabilito nella Comunità.

Uganda: Fotovoltaico + Generatore Orefice TF80 + Batteria di accumulo.

Il gruppo elettrogeno Orefice Generators TF80 è in servizio in Uganda nei pressi del Lago Vittoria.

Si tratta di un Generatore inserito con successo in un moderno impianto di generazione in Isola, il cui scopo è quello di supporto al sistema di accumulo collegato ad un parco fotovoltaico di oltre 800 pannelli.

L’impianto è dotato di un "Energy Management System", ovvero un avanzato sistema di gestione energetica tra le varie componenti, e di un “Battery Management System”, cioè un sistema intelligente di gestione delle batterie.  

L’impianto fornisce elettricità ad oltre 500 utenze domestiche e commerciali, consentendo loro un servizio continuo di illuminazione e l’alimentazione di vari dispositivi elettrici sia per usi domestici che per attività commerciali, quali mulini e macchine del ghiaccio, sostenendo e supportando così la fragile economia locale basata quasi esclusivamente sulla pesca. L’utilizzo dell’energia elettrica è gestito tramite un sistema prepagato via cellulare, e monitorato attraverso contatori intelligenti individuali connessi tra loro ed in remoto.

I work with a Company that has already purchased the TF80...it is reassuring to know that Orefice support is very responsive...

Come funziona questo impianto di generazione in Isola e a cosa serve il generatore?

La particolarità di questo impianto è quella di essere inserito in un contesto in cui la rete elettrica non esiste, quindi tutta l’energia prodotta viene consumata dalle utenze oppure accumulata in una batteria di accumulatori al Vanadio.

Il gruppo elettrogeno entra in funzione solo in caso di manutenzioni sulla parte di accumulo e/o di produzione, oppure in caso di una richiesta di potenza eccessiva per l’impianto stesso.

Esistono impianti simili di altre potenze?

In passato abbiamo fornito generatori per applicazioni simili di diverse potenze, a partire da 2kW con generatore 24VDC oppure 48VDC, tutto automatizzato per avviare il generatore automaticamente al calare della carica delle batterie.

Tutte queste applicazioni, indipendentemente dalla potenza, hanno in comune la ricerca della continuità energetica, che è sempre alla base delle nostre soluzioni.

Da kVA a kW La potenza di un gruppo elettrogeno facile come bere una birra.

Chi è alle prese con un generatore ha sicuramente sentito parlare di kW e di kVA, ed ha trovato sicuramente più semplice considerare i kW come unità di misura piuttosto che i kVA.

Conoscere la differenza tra watt (kW) e Va (kVA) è utile per stabilire con maggiore dettaglio il campo di applicazione del gruppo elettrogeno.

Orefice Generators - All rights reserved

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Lo scorso anno durante una lezione per spiegare ai mie Studenti la differenza tra kVA e kW ho utilizzato un esempio classico ma sicuramente chiaro al mio uditorio, paragonando la potenza elettrica di un gruppo elettrogeno ad un bicchiere di Birra.

Versando della Birra in un bicchiere, si formano due parti separate tra loro, ovvero la schiuma e la stessa Birra. Possiamo paragonare il bicchiere alla potenza massima, la schiuma alla potenza reattiva e la Birra alla potenza attiva.

Il bicchiere è “apparentemente” pieno ma in realtà ciò che ti disseterà sarà la birra e non la schiuma. Per bere la Birra devi necessariamente bere anche la schiuma, che benché non sia particolarmente saporita, contribuisce anche essa a riempire il bicchiere prima e la pancia poi.

Così come la schiuma nella Birra, la potenza reattiva va considerata anche quando non serve, ed è legata al fattore di potenza, che nel caso del’alternatore di un gruppo elettrogeno è 0,8.

Il fattore di potenza è il rapporto fra il modulo del vettore potenza attiva che alimenta un carico elettrico e il modulo del vettore potenza apparente che fluisce nel circuito, e coincide con il coseno dell'angolo di sfasamento compreso tra i vettori di tensione e corrente.

E’ evidente quindi che per conoscere la potenza attiva di un gruppo elettrogeno non dobbiamo fare altro che moltiplicare il valore in kVA per 0,8 e viceversa dividere per 0,8 per passare da kW a kVA.

kW=kVA*0,8

kVA=kW/0,8

Esempio: Un gruppo elettrogeno da 20kVA a quanti kW nominali corrisponde? Moltiplico 20*0,8 e ottengo la potenza attiva in kW ovvero 16kW.

Il termine “apparente” da anche l’idea di qualcosa che “sembra ma non è”.

Se la potenza reattiva è considerata quasi come uno scarto, perché quando si parla di gruppi elettrogeni si considera la potenza apparente?

Questa è una delle domande più comuni che ho sentito, perché in effetti sembra non avere senso prendere in considerazione la potenza apparente quando si va cercando quella attiva.

La risposta è semplice: La potenza apparente  è utile essendo questa legata al valore della corrente  effettivamente presente nel circuito.
Può essere considerata come il valore massimo di potenza attiva che otterremmo annullando lo sfasamento tra tensione e corrente.

Ricordi l’esempio della birra? Puoi immaginare di riuscire a diminuire la quantità di schiuma nel bicchiere e di rabboccare con dell’altra Birra!

I valori di potenza attiva e apparente si avvicinano fino a diventare uguali quando il fattore di potenza tende a 1. Questo accade quando un generatore alimenta un carico di tipo resistivo.

Nei gruppi elettrogeni monofase, con tensione 230V, non c’è sfasamento, quindi considerando un fattore di potenza =1, la potenza attiva sarà la sola potenza utile da considerare.

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La differenza tra un gruppo elettrogeno con motore 3000 rpm e 1500 rpm.

Che differenza c’è tra un gruppo elettrogeno 3000 rpm e 1500 rpm ? Come non farsi trovare impreparati.

Il gruppo elettrogeno per definizione è l’assieme di un motore a combustione interna che muove un generatore elettrico.

I motori più diffusi sono quelli Diesel e Benzina con regime di rotazione a 1500 rpm oppure 3000 rpm, dove “rpm” sta per  revolutions per minute o in italiano, rotazioni per minuto. (Il numero di giri del motore può essere anche inferiore a 1500).

Che differenza c’è tra un gruppo elettrogeno 3000 rpm e 1500 rpm ?

Tecnicamente abbiamo già risposto: un motore in un minuto esegue 3000 rotazioni, mentre l’altro nello stesso minuto ne esegue 1500, ovvero la metà. Significa, in altre parole, che se con un tachimetro misurassimo il numero di giri all’albero di uno e dell’altro, otterremo appunto rispettivamente 3000 giri e 1500 giri.

Questa differenza comporta delle conseguenze evidenti che bisogna conoscere durante l’acquisto e durante l’utilizzo di un generatore:

Vita attesa

Un motore con regime 3000 giri/min, ha una vista attesa inferiore rispetto al motore 1500 giri/min. Questo è dovuto alla differenza di sollecitazioni a cui esso è sottoposto. Pensa ad un automobile che viaggia a 80km/h  in terza marcia ed un automobile che viaggia a 80km/h in quinta marcia, entrambe raggiungono la stessa velocità ma con uno stress meccanico differente.

Volendo dare dei numeri, possiamo dire che un gruppo elettrogeno con motore diesel 3000rpm raggiunte le 2500 ore di funzionamento potrebbe avere necessità di una revisione parziale o totale, mentre per un motore diesel 1500rpm questa potrebbe essere necessaria dopo le 10.000 ore di funzionamento. (valori indicativi)

Limiti di funzionamento

Alcuni dicono 3 ore, altri 4 ore oppure 6 ore di funzionamento continuativo.

Un motore a 3000 giri/min ha un limite di funzionamento nel tempo, solitamente dopo alcune ore di funzionamento andrebbe spento per consentirne il raffreddamento e verificare i livelli. Questo non significa che sia vietato utilizzarlo h24, ma che l’uso continuativo non è opportuno. Un elevato numero di giri, per un tempo prolungato, non è l’ideale per un motore diesel.

Dimensioni e peso

Il motore a 3000 giri/min a parità di potenza ha dimensioni e peso più contenute rispetto al 1500 giri/min poiché per raggiungere la potenza nominale ha caratteristiche tecniche diverse. Solitamente si tratta di motori mono e bicilindrici raffreddati ad aria.

Costi

Il costo del motore è inferiore, di conseguenza anche quello del generatore, ed anche il costo di gestione è differente: solitamente un motore che lavora sotto stress tende ad accumulare nel tempo un numero di avarie e manutenzioni superiore alla media.

Il rumore

Il rumore di un generatore con motore a 3000 rpm è solitamente superiore, e, anche quando ha una pressione acustica simile a quella del suo fratellastro con motore 1500rpm, la frequenza del suono risulta più fastidiosa nel caso del motore 3000rpm.

Valutati questi aspetti avrai le idee più chiare per selezionare e utilizzare il tuo generatore.

Gruppi Elettrogeni in Cantiere: Lavorare in Sicurezza

Gruppo Elettrogeno da Cantiere: Lavorare in Sicurezza

I lavori sulla provinciale Sestu – Elmas, il Cantiere per la costruzione di edifici residenziali nel quartiere Lac di Tunisi, o una qualsiasi delle grandi opere in corso in Italia e nel mondo, hanno in comune almeno una cosa:  Un Cantiere ed un gruppo elettrogeno che alimenta le utenze del Cantiere.

L’utilizzo presso un cantiere è una delle applicazioni più comuni per un gruppo elettrogeno, perché solitamente i cantieri sono privi della rete di distribuzione elettrica oppure la disponibilità di potenza è limitata a pochi kWe.

Spesso viene fatta una distinzione netta tra gruppi elettrogeni da cantiere e tutti gli altri destinati a diverse applicazioni, ma in realtà tale distinzione è molto superficiale perché si basa su poche caratteristiche che sono molto comuni nelle applicazioni di un generatore in cantiere. Parliamo del pannello prese elettriche, il serbatoio con autonomia pari o superiore ad 8 ore di lavoro a pieno carico, uno o più ganci di sollevamento, solo per citarne alcuni.

In realtà vengono trascurate caratteristiche tecniche più importanti solo perché chi opera nel settore delle forniture di attrezzature da cantiere spesso vende ciò che ha in magazzino, oppure ignora l’esistenza di specifiche tecniche e allestimenti utili al Cliente.

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Non è raro che l’utente in cantiere abbia a disposizione quattro o più prese elettriche industriali a cui collegare diverse apparecchiature, di diversa tipologia, senza avere scrupolo di verificare se tali apparecchiature siano idonee a funzionare correttamente ed in sicurezza una volta collegate al generatore. In dettaglio possiamo dire che erroneamente si da troppa importanza alla “quantità” di energia, e più comunemente al numero di prese di cui il gruppo elettrogeno è provvisto, (come fosse una fonte infinita di energia elettrica), piuttosto che alla “qualità” dell’energia, senza prendere in considerazione aspetti come la regolazione di giri elettronica e il regolatore di tensione elettronico, solo per fare un esempio.

Molti elettroutensili vengono “sacrificati” quando un gruppo elettrogeno è in sovraccarico oppure lavora con carichi elettrici non equilibrati.

Fatte queste premesse, che affronteremo prossimamente in un altro articolo, possiamo rispondere ad alcune delle domande che i Clienti ci sottopongono in materia di sicurezza per l’applicazione specifica in cantiere.

Per capire come utilizzare in sicurezza un gruppo elettrogeno in cantiere facciamo riferimento in particolare alla norma CEI 64-8.

Il gruppo elettrogeno in Cantiere: come sceglierlo.

Un errore diffuso commesso dalle Aziende,  dalla più piccola (l’artigiano che opera da solo) alla più grande e strutturata, è la scelta del generatore da posizionare in Cantiere.

E’ ovvio   che le aziende vogliano utilizzare a tutti i costi il gruppo elettrogeno di cui dispongono piuttosto che acquistarne uno nuovo oppure noleggiarlo. Può succedere che in un Cantiere che ha un esigenza di soli 30 kW venga installato un generatore da 200kVA.

Se come azienda dispongo di un gruppo elettrogeno da 200kVA e con esso alimento un cantiere che nelle 8 ore di funzionamento eroga in media il 20% della potenza netta nominale del generatore, non sto facendo altro che rovinare il gruppo elettrogeno e sprecare carburante inutilmente.

Messa in questi termini sembra si voglia lasciare intendere che sia necessario acquistare un gruppo elettrogeno per ogni potenza, ma non è così. In Cantiere bisogna tenere conto degli assorbimenti delle macchine allo spunto e normalmente questo porta i progettisti a sovradimensionare il generatore, ma è anche vero ci sono delle soluzioni per evitare che il gruppo elettrogeno scenda sotto il 40% del carico. (Affronteremo prossimamente questo aspetto).

Di contro è frequente trovarsi di fronte ad un sovraccarico del generatore o delle sue prese, perché c’è sempre l’operatore imprudente che per pigrizia o poca competenza “carica” tutte le utenze sotto la stessa presa o lo stesso interruttore.

Il Sovraccarico elettrico di un gruppo elettrogeno è uno dei principali motivi di incidente nei cantieri di tutte le dimensioni.

La messa a terra del gruppo elettrogeno in Cantiere

Non esiste una regola assoluta che può essere applicata sempre durante l’installazione in cantiere, tuttavia le linee guida a questo proposito sono molto chiare. (Rif. CEI 64-8)  (Rif. CEI 11-20)

La prima cosa che consigliamo sempre è  di verificare la distribuzione dei conduttori e degli utilizzatori nell’impianto. Non è banale, dato che trascurare la valutazione dell’impianto e del suo stato significa trascurare il rischio ad esso collegato. Anche un martello demolitore collegato ad un gruppo elettrogeno è un impianto con i suoi rischi ed i suoi pericoli.

L’acqua bollente può lasciare ustioni se viene fatta bollire in una grossa pentola, ma anche se viene fatta bollire in un minuscolo pentolino l’ustione non è meno dolorosa, allo stesso modo la corrente elettrica può folgorare un uomo anche se generata da un piccolo gruppo elettrogeno portatile.

Molti sono convinti che sul gruppo elettrogeno posizionato in Cantiere sia possibile applicare sempre la protezione per separazione elettrica, indipendentemente dalle condizioni del gruppo elettrogeno e del Cantiere. 

Attenzione, questo è sbagliato!

Separazione Elettrica: Quando?

La protezione per separazione elettrica (CEI64-8; Art.413.5 e 6) va applicata con estrema cautela perché è riconducibile ad applicazioni con impianti avente estensione decisamente ridotta, e comunque impianti elettrici che non condividono l’impianto di terra con altri apparecchi elettrici connessi alla rete. In ogni caso questa protezione è applicabile solo a gruppi elettrogeni trasportabili.

Facciamo molta attenzione a questo ultimo aspetto, perché esso nasconde un pericolo non di poca importanza, infatti dobbiamo rammentare che lo scopo della separazione elettrica non è quello di risparmiare la seccatura di realizzare un impianto di messa a terra in cantiere, ma il vero obbiettivo è quello di isolare rispetto a terra le Persone che dovessero entrare in contatto con parti in tensione. 

Ovviamente si tratta di un argomento vasto, ma possiamo dire che la protezione per separazione elettrica è opportuna solo in presenza di piccoli gruppi elettrogeni che alimentano impianti di piccole dimensioni.

In cantiere tutti gli elettroutensili ed in generare le apparecchiature elettriche vengono connesse tramite un conduttore equipotenziale che attraverso il polo delle prese lo collega alla massa del generatore.

Il conduttore equipotenziale non va collegato intenzionalmente a terra, fermo restando quanto premesso in precedenza rispetto alle valutazioni da fare su conduttori ed impianti.

Cantieri di grandi dimensioni

Da quanto detto in precedenza, è evidente che la grandezza di un cantiere non si valuta solo sulla base della vastità della superficie dello stesso. Occorre valutare l’estensione delle linee dei conduttori e il loro posizionamento.

Lo scopo di questo articolo è quello di dare indicazioni utili e fornire elementi sui quali poi approfondire le tematiche affrontate a seconda delle esigenze di ogni cantiere / azienda, quindi possiamo generalizzare scrivendo che un cantiere è considerato “grande” (elettricamente) quando si manifesta almeno una delle condizioni:

1.       La potenza elettrica impiegata è importante, e di conseguenza il generatore, che senza dubbio sarà installato in maniera stabile.

2.       I conduttori flessibili sono distribuiti su un area vasta e di conseguenza non è possibile garantire la sicurezza dell’isolamento da terra considerate le sollecitazioni di varia natura a cui essi sono sottoposti, specialmente le sollecitazioni di tipo meccanico.

3.       I conduttori hanno un estensione tale da non essere ispezionabili a vista.

4.       Quando il cantiere o parte di esso è frequentato da un elevato numero di persone  che possono interferire con l’impianto e potenzialmente utilizzare il gruppo elettrogeno collegando ulteriori utilizzatori. (Vedi precedente punto 1).

Visto lo scopo di questo articolo, rivolto alla pratica più che alla teoria, in questo argomento vogliamo essere più accurati e lasciare meno spazio alle interpretazioni, visto che uno dei malintesi più comuni è quello di valutare come “piccolo” un cantiere che invece è “grande”.

Consideriamo ciò che segue come indicativo, ovvero non come una regola, data la relatività del termine grande o piccolo: Un generatore portatile da 4kVa,  acceso per alimentare un trapano, è da intendersi elettricamente come un piccolo cantiere.

Non è un interpretazione, le norme non danno spazio ad interpretazioni: “questa misura di protezione deve essere limitata alla alimentazione di un singolo apparecchio utilizzatore alimentato da una sorgente non messa a terra e avente separazione semplice”. CEI 64-8; 413.5.

Un gruppo elettrogeno da 15 kVA, su un carrello da traino lento, posizionato presso un cantiere stradale, che alimenta elettricamente un martello demolitore, si può considerare un cantiere “grande”, viste le premesse fatte in precedenza. 

Come si può notare, anche se in presenza di un solo utilizzatore, nella fattispecie il demolitore, il fatto che si tratti di un cantiere stradale è di per se un buon motivo per adottare altre misure di sicurezza.

In quest’ultimo caso, ed in generale in casi simili, non è opportuno allestire una protezione per separazione elettrica perché è evidente che in un cantiere stradale non possiamo trovare conduttori posati in maniera tale da garantire un buon isolamento verso terra.  In questa situazione, anche se non è obbligatorio, sarebbe meglio utilizzare un sistema TN-S collegando a terra il centro stella del gruppo elettrogeno e configurando attentamente l'impedenza dell'anello di guasto con adeguati dispositivi di protezione.

Nel valutare l'impedenza dell'anello di guasto si deve considerare elevata la reattanza interna del generatore e delle conseguenti piccole correnti di cortocircuito che non permettono un interruzione in tempo utile mediante interruttori magnetotermici.

La migliore protezione si ottiene solo con interruttori differenziali a protezione di ogni singola derivazione.

Detto quanto sopra, che ribadiamo essere puramente indicativo, possiamo definire con maggiore precisione la dimensione di un cantiere o meglio per quanto ci riguarda del suo impianto, riferendoci alla norma CEI 64-8. La norma definisce un limite per il quale la corrente che attraversa una persona, (il prodotto di C * U, dove “C” è la capacità e “U” la tensione), è trascurabile se il prodotto dell’estensione della linea elettrica espressa in metri per la tensione del generatore non supera i 100.000 Vm. *

*Se lo desideri puoi approfondire questo e altri temi contenuti in questo articolo, scaricando gratuitamente il tutorial di approfondimento. Non serve nessuna registrazione.

Il Generatore più compatto e silenzioso. La storia del TP20K

Il mercato propone soluzioni compatte, ma spesso si tratta di gruppi elettrogeni con motori bicilindrici a 3000 rpm, oppure generatori tipicamente per uso "hobby" o da cantiere, che per avere dimensioni compatte devono rinunciare al comfort della silenziosità e della praticità.

Il fattore che spesso scoraggia l’acquisto di un gruppo elettrogeno professionale è il rapporto dimensioni – peso rispetto alla potenza elettrica.

Esiste un legame tra le dimensioni e la rumorosità del generatore, data dal fatto che un gruppo elettrogeno realmente silenziato ha esigenze costruttive diverse, che, a parità di potenza lo rendono più grande di altri gruppi elettrogeni. 

Per capire meglio questo legame, teniamo conto che in un gruppo elettrogeno “realmente” insonorizzato, il flusso d’aria viene canalizzato in modo tale che il rumore possa essere meglio assorbito, inoltre la posizione e il tipo di silenziatore e i materiali che lo costituiscono sono decisamente diversi dalla grande maggioranza di generatori che vengono definiti impropriamente “sielenziati” ma che di fatto sono semplicemente cofanati, in altre parole, sono posti all'interno di un telaio o di una cabina, senza niente che possa assorbire il suono oltre alle stesse lamiere.

Fatta questa doverosa precisazione, è evidente che non è facile mettere d’accordo rumore e dimensioni senza compromettere le prestazioni, tuttavia in questi ultimi anni abbiamo dato molto spazio alla ricerca di soluzioni per costruire gruppi elettrogeni compatti ma silenziosi senza mettere il Cliente nella condizione di dovere rinunciare a qualcosa in termini di dotazioni e prestazioni.

Costruire un gruppo come il TP20K che ha una lunghezza di soli 140cm ed una larghezza di 90cm, non sarebbe niente di eccezionale se non fosse che viene fornito di serie:

·         E’ dotato di 4 sportelli.

·         Ha una rumorosità di 65db (+/-3) a 7 metri.

·         Ha un serbatoio da 50 litri in metallo.

·         Ha il pannello di controllo montato all’interno della cabina.

·         Ha un silenziatore interno.

·         Ha un tappo di caricamento carburante esterno.

·         E’ totalmente automatico con AMF e carica batteria automatico.

Vuoi vederlo in funzione? Ecco un brevissimo video.

La storia del TP20K nasce lo scorso anno mentre sviluppavamo un prodotto completamente diverso, per concetto e per soluzione costruttiva.

Cercavamo la soluzione su misura per un Cliente che aveva spazi di installazione davvero ridotti, dove anche pochi centimetri avrebbero fatto la differenza, ma per fare questo eravamo disposti a rinunciare a tutti i comfort, cosa per cui in questi anni ci siamo distinti. Mentre testavamo le possibili soluzioni e apportavamo ogni modifica in diretta sul prototipo, con una combinazione di idee e di accorgimenti tecnici è nata la versione "k".

Produrre il Tesla Versione K è stato como riempire una valigia senza rinunciare ad abiti e scarpe e facendo attenzione a non superare il peso franchigia.

Il concetto base è stato non rinunciare a niente.

I Generatori Stabilizzati esistono davvero?

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Cosa ti fa venire in mente la parola “Stabilizzato”?

Sicuramente la solidità di un ponte, oppure la stabilità intesa come la costanza di una relazione, o ancora la stabilità di una nave che naviga tra le onde.

Parlando di Gruppi Elettrogeni Il concetto di "Stabilizzato" è legato esclusivamente alla capacità del generatore di mantenere stabili i valori che lo caratterizzano.

La domande più comuni che fanno i nostri clienti sono:

Posso collegare il Personal Computer  al gruppo elettrogeno?

Posso alimentare il mio impianto audio ad un gruppo elettrogeno?

Addirittura: Come posso alimentare un Osservatorio Astronomico di ultima generazione?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente non hai a disposizione un oscilloscopio, devi dare una festa in spiaggia e ti interessa sapere se puoi collegare il tuo impianto da 20.000 euro al gruppo elettrogeno da 299,00 Euro che ti presterà tuo Cugino.

Tralasciamo volutamente aspetti tecnici su quanto sia importante la forma d’onda ed altri fattori importanti dato che affrontarli non risponderà alla nostra domanda, piuttosto concentriamoci sul senso pratico della faccenda.

Prima di parlare di stabilità, è necessario fare una premessa riguardo al carico che andremo ad alimentare. Per carico si intende l’utilizzatore, cioè quello che colleghiamo al gruppo elettrogeno.

Ogni carico ha delle caratteristiche che lo contraddistinguono e che meritano di essere analizzate prima di ogni applicazione. In questo articolo, non parliamo di fattore di potenza, formad’onda, load-step, etc etc, semplicemente perche sono argomenti che meritano di essere trattati separatamente. Tuttavia teniamo presente che maggiori sono le variazioni di carico tanto maggiori saranno i nostri problemi di stabiltà.

I gruppi elettrogeni stabilizzati esistono?

La risposta è No. Non esiste una classificazione ufficiale per distinguere un gruppo elettrogeno in stabilizzato e non stabilizzato, esistono classi di performance ma non una distinzione tra stabile e instabile, tuttavia tale termine è comunemente utilizzato per identificare gruppi elettrogeni che mantengono valori nominali stabili ed altri che invece non riescono in questo.

Inverter ? Si ma non sempre

generatori inverter

I più stabili per eccellenza sono i gruppi elettrogeni con tecnologia Inverter.  Il gruppo elettrogeno con tecnologia inverter ha un motore termico che non è direttamente accoppiato ad un alternatore.

Sul gruppo elettrogeno Inverter ci sono delle precisazioni da fare:

·         Non è detto che un gruppo elettrogeno Inverter sia idoneo per l’alimentazione di apparecchiature elettroniche. Spesso infatti i costruttori non forniscono informazioni chiare sulla forma d’onda e sulla sua qualità. Quindi fai attenzione prima di allestire il tuo set fotografico ed alimentare le tue preziose apparecchiature con un generatore inverter senza prima avere accertato la sua idoneità.

·         I gruppi elettrogeni Inverter trovano comunemente applicazione per potenze fino a 6kW. (solitamente).

Quest’ultimo punto, legato alla potenza esigua che un generatore con tecnologia inverter in grado di fornire, mette un limite al campo di applicazione e ci porta a riconsiderare soluzioni che permettano di avere gruppi elettrogeni definiti stabili.

Viene da chiedersi, “Stabili rispetto a chi o a cosa?”. Stabili rispetto ai parametri stabiliti dal costruttore e sopratutto rispetto alle caratteristiche dell’utenza che andremo ad alimentare, solitamente legate alla regione del mondo in cui ci troviamo. (tensioni e frequenze non sono uguali in tutto il mondo).

Tensione e Frequenza.

Una tensione sarà considerata stabile quando su un impianto monofase ha un valore di 230V, e in trifase 400V. Possiamo considerareuna frequenza stabile quando ferma su 50Hz. (vale la precisazione fatta prima sulla regione del mondo in cui ci troviamo).

Il gruppo elettrogeno può disporre di almeno due elementi utili a stabilizzare i valori di tensione e frequenza.

·         L’AVR

·         Il regolatore di velocità elettronico.

Il AVR, è il regolatore di tensione automatico. Si tratta di un dispositivo elettronico montato sull’alternatore il cui scopo principale è quello di gestire l’eccitazione e di regolare automaticamente tensione e frequenza in funzione del carico. Il regolatore di tensione è molto importante perché ha una risposta più precisa rispetto ai vecchi sistemi elettromeccanici  e previene problemi comeil pendolamento.

Il regolatore di giri elettronico è un dispositivo elettronico montato sul motore termico, che regola la velocità del motore in funzione del carico. Questo dispositivo influisce decisamente sul valore di tensione e frequenza del gruppo elettrogeno, essendo la frequenza legata al numero di giri del motore. (1500 giri/min = 50Hz).

Ora vi starete chiedendo, ma se un gruppo elettrogeno ha una velocità di rotazione fissata a 1500 giri al minuto, che senso ha avere un regolatore di velocità?

Anche in questo caso non vogliamo entrare troppo nel tecnico dell’argomento che affronteremo in futuro, ma preferiamo rispondere con qualcosa nel modo più semplice possibile.  

La velocità di rotazione del motore per un gruppo elettrogeno a 50Hz è di 1500rpm, questa velocità deve essere mantenuta costante anche quando il generatore va sotto carico, poiché l’alternatore esercita una coppia resistente all’albero del motore in base alla potenza attiva, conseguentemente il regolatore di giri deve agire sulla portata del carburante per mantenere costante il numero di giri.

La differenza di stabilità che può dare un motore dotato di regolatore elettronico rispetto ad un motore dotato di regolatore di giri meccanico è la risposta alle variazioni di carico. Il regolatore di giri elettronico fornisce una risposta rapida e precisa che non può essere paragonata a quella di un regolatore meccanico, e ad una risposta rapida corrisponde una piccola variazione di frequenza e tensione.

La regolazione elettronica dei giri del motore.

Per praticità possiamo distinguere i due tipi di regolazione in questo modo:

Il regolatore di giri meccanico tende ad assecondare la richiesta di carico richiesto dall’utenza, forse soffre, perde il numero di giri e poi li riprende incurante dei valori che cambiano repentinamente.

Il regolatore di giri elettronico da la priorità ai valori che il gruppo elettrogeno deve rispettare, inseguendoli indipendentemente dalcarico che varia, perchè piuttosto perde il carico ma non si discosta dai valori di riferimento considerati stabili.

Vuoi sapere a  quali rischi andiamo  incontro se alimentiamo un carico sensibile con un gruppo elettrogeno sprovvisto di AVR e di regolatore di giri elettronico?                         Ma soprattutto vuoi capire nel dettaglio come dimensionare correttamente un gruppo elettrogeno tenendo in considerazione la classe di regolazione secondo standard ISO. 

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