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Costo Energia Elettrica e Gruppi Elettrogeni: Conviene accendere un generatore diesel?

  Costo Energia Elettrica e Gruppi Elettrogeni: Conviene accendere un generatore diesel?

Chi lo avrebbe mai immaginato? Quella che fino a pochi mesi fa poteva essere una domanda assurda in considerazione dell’aumento del costo del carburante, oggi è una domanda più che lecita e che merita una risposta.

In queste settimane assistiamo ad una vera e propria escalation del prezzo del gas, dove ogni azione politica può gravare sul prezzo del mWh e sulle bollette elettriche delle Aziende.

Gruppo Elettrogeno e cannonate: come uno dei nostri Gruppi elettrogeni ha dato potenza a un cannone ad acqua

I cannoni ad acqua, o cannoni nebbia, sono una gamma di impianti industriali studiati per nebulizzazione acqua in modo da abbattere polveri e odori nell’aria.

Questo tipo di impianti funzionano tramite ugelli di nebulizzazione posizionati a corona sull'uscita di un ventilatore che sparano nell'area miliardi di minuscole goccioline d'acqua che raggiungono anche ad oltre 60 metri di distanza con un raggio di rotazione di 340 gradi. 

Gli impianti si possono configurare sia in bassa pressione che in alta pressione. I canoni più comuni presenti sul mercato sono in bassa pressione e funzionano mediamente fino a 5 bar se alimentati dalla rete idrica o al massimo intorno ai 10 bar se alimentati invece da una pompa cosiddetta “di rilancio”.

Il diametro della goccia d'acqua così prodotta è di circa 68 Micron, troppo grande per poter passare di stato, ovvero evaporare, e che quindi ricade al suolo bagnando fino al punto di caduta. Si tratta di una tecnologia adatta esclusivamente nei casi in cui è necessario bagnare il suolo per prevenire le polveri, come nel caso di strade sterrate, demolizione di edifici e cave, ed in generale ovunque vi sia movimento terra, ma non la dove la polvere è già presente nell’aria o è generata da più punti.

La nebulizzazione ad alta pressione è una tecnologia che permette ai cannoni ad acqua di sparare in alta pressione l'acqua nebulizzazione fino a 70 bar utilizzando un numero di ugelli ben superiore rispetto a quello di impianti simili presenti sul mercato con un numero di ugelli che può superare i 150 in più corone.

Il risultato è che dalla bocca del cannone fuoriescono miliardi di micro goccioline dal diametro medio di 13 micron che si spargono nell'aria e prima di evaporare catturano particelle di polvere che appesantite precipitano al suolo. Si tratta di una tecnologia che permette di abbattere le polveri anche quelle più sottili neutralizzare cattivi odori diminuire la temperatura dell'aria circostante. Il tutto senza bagnare alcuna superficie.

Che relazione c’è tra il gruppo elettrogeno ed il cannone per l’abbattimento di polveri?

Per alimentare il cannone nebbia occorre energia. I nostri impianti sono dunque composti da un generatore diesel, un serbatoio per l’acqua, il cannone ed il braccio per la movimentazione del cannone.

Le principali caratteristiche di un gruppo elettrogeno adatto per l’alimentazione di un cannone spara nebbia sono:

  • Motore Diesel 1500rpm raffreddato a liquido

  • Alternatore 4Poli con AVR

  • Cofanatura insonorizzata.

  • Dimensioni ridotte.

Il gruppo elettrogeno dovrebbe avere una potenza adeguata a permettere il funzionamento della pompa ma anche della rotazione contemporaneamente (anche se la rotazione può avvenire con la pompa spenta).

Guarda il video della nostra ultima realizzazione.

Meglio un Filtro oggi che un Iniettore domani. Fai manutenzione e salva il tuo Generatore!

·        A cosa servono i filtri del motore?

·        Perché i filtri del motore si sporcano?

Un gruppo elettrogeno dovrebbe essere oggetto di regolari e precise manutenzioni, in base alle ore di funzionamento e comunque sulla base del tempo trascorso dalla precedente manutenzione.

In passato abbiamo scritto come sia indispensabile non confondere la manutenzione di un gruppo elettrogeno con la sola sostituzione dei filtri.

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Quando menzioniamo I filtri, facciamo riferimento ai più comuni, infatti il motore di un gruppo elettrogeno, ha solitamente quattro tipi di filtri:

1.      Filtro Olio

2.      Filtro Gasolio

3.      Filtro Aria

4.      Filtro Acqua, detto anche filtro separatore.

Ad essi si possono aggiungere inoltre eventuali pre-filtri che vengono installati a seconda dei casi e delle diverse applicazioni.

Perché è così importante sostituire i filtri del motore?

Questa domanda ha una risposta intuitiva, infatti è noto come in generale manutenere qualcosa ne preserva la funzionalità, quindi la manutenzione di un motore, ivi compresa la sostituzione di tutti gli elementi filtranti, serve a mantenere funzionante ed efficiente il motore e quindi l’intero apparato. Quello che ancora alcuni utenti, ma anche alcuni Tecnici, non riescono ad accettare, è la necessità di eseguire manutenzione del gruppo elettrogeno in servizio di emergenza, detto anche “stand-by”, ovvero quel tipo di gruppo elettrogeno che si avvia solo in caso di mancanza rete.

Il luogo comune è verificare il numero di ore di funzionamento totalizzate e valutare in base a quelle se è giunto il momento di fare manutenzione.

I gruppi elettrogeni in servizio di emergenza sulla base delle ore totalizzate non arriverebbero a manutenzione neanche dopo 5 anni, infatti è raro trovare un generatore di emergenza che ha lavorato per centinaia di ore!

La manutenzione è da fare seguendo le indicazioni del costruttore che solitamente prescrive la stessa a “n” ore di funzionamento oppure ogni anno, quale delle due si accorre prima.

Per quale motivo il motore di un generatore spento dovrebbe avere necessità di una sostituzione di filtri e dell’olio lubrificante?

Per rispondere a questa domanda prendiamo come esempio il Corpo Umano, una macchina straordinaria che per funzionare utilizza un sistema di trasporto dell’ossigeno e di altri elementi vitali molto complesso, “il sangue”.

Il Sangue nello svolgere il suo lavoro ha necessità di essere filtrato, cosa che avviene regolarmente con i “Reni”.

Quando dormiamo i Reni smettono di funzionare? No.

Esiste un qualsiasi motivo per il quale volontariamente possiamo permetterci il lusso di “disattivere” i nostri Reni? Nemmeno per sogno, sappiamo che porterebbe alla morte in breve tempo.

Se pur con le dovute proporzioni, anche il motore, sia esso diesel, benzina o gas, non può funzionare o semplicemente essere pronto a funzionare senza che sia stata fatta la corretta manutenzione, anche quando “dorme”, cioè quando è spento!

Anche l’Olio sintetico migliore deve essere sostituito.

Il lubrificante del motore compie il suo lavoro regolando l’attrito tra le componenti in movimento del motore e prevenendo il surriscaldamento di una o più parti. Il funzionamento dell’olio dipende dalle sue proprietà chimiche, perciò un olio di comprovata qualità, che rispetta le specifiche del motore potrà sopportare intervalli di manutenzione superiori ad un lubrificante di qualità inferiore, ma questo non limita drasticamente la necessità di sostituirlo.

Paradossalmente un gruppo elettrogeno in servizio di emergenza rete potrebbe avere la necessità di sostituire l’olio motore uguale o superiore a quello di un gruppo elettrogeno in funzionamento “prime”, ossia che funziona continuativamente.

I generatori di emergenza sono (dovrebbero a seconda dell’applicazione) dotati di un preriscaldo motore. Il preriscaldo è installato sul circuito del liquido refrigerante oppure sotto la coppa dell’olio. In entrambi i casi i sistemi di preriscaldo mantengono il motore caldo e pronto ad avviarsi in qualsiasi stagione.

Il funzionamento del preriscaldo è regolato da un termostato che attiva e disattiva il sistema in base alla temperatura raggiunta. Ne risulta una continua se pur lieve escursione termica dell’olio che essendo preriscaldato riesce a mantenere la viscosità ottimale in caso di avviamento. Tutto questo ha un prezzo dal punto di vista tecnico, ovvero la necessità di sostituire il lubrificante regolarmente affinchè non perda le sue proprietà lubrificanti.

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Che dire del filtro del Carburante?

E’ opportuno fare un breve cenno sul tipo di carburante che prendiamo in considerazione in questo articolo: il Gasolio per autotrazione.

Il gasolio nasce fondamentalmente come combustibile di risulta durante la raffinazione del petrolio, perciò possiamo dire a grandi linee che il gasolio è un sottoprodotto di raffinazione.

Ovviamente oggi il gasolio è un carburante decisamente più pulito di un tempo, ma mantiene comunque alte concentrazioni di impurità.

Spesso il carburante è contaminato dall’acqua che si insinua nelle cisterne di stoccaggio. Come arrivi l’acqua all’interno delle cisterne non è un mistero, ma ancora peggio ad aggravare la situazione sono i microorganismi che si formano nel combustibile contaminato.

Considerato che molte pompe di iniezione sono naturalmente lubrificate dal carburante stesso, l’unico scudo per evitare danni sul sistema di iniezione sono i Filtri.

Quindi il filtro gasolio serve ad evitare che acqua, solidi, ed altre sostanze entrino dentro la pompa di iniezione ed arrivino agli iniettori.

Valore medio di un filtro gasolio 30€

Valore medio di un iniettore o di una Pompa...beh, lasciamo perdere!

Meglio un filtro oggi che un iniettore domani.

 

Gruppi Elettrogeni & GNL

Il Gas Naturale Liquefatto si ottiene trattando il Gas Naturale con processi di depurazione e disidratazione, a successive fasi di raffreddamento e condensazione.

Come funziona il GNL?

Il GNL è Gas Naturale allo stadio liquefatto, quindi il suo utilizzo è possibile solo dopo la vaporizzazione del GNL per trasformarlo nuovamente in Gas.

Il GNL viene stoccato all’interno di Serbatoi speciali detti Criogenici, che mantengono la temperatura del gas liquefatto costante a -160°C.

I serbatoi criogenici non sono quindi delle banali “bombole” di gas, poiché quest’ultime contengono gas compresso a temperature non criogeniche.

Il gas viene estratto ed utilizzato attraverso vaporizzatori atmosferici, per poi passare in gruppi di misura utili a stabilizzarne la pressione (indispensabile per l’utilizzo).

 

Perché il GNL Conviene?

Il GNL, salvo rare eccezioni, conviene solo dove non è accessibile il metanodotto, quindi la dove si è costretti a produrre energia attraverso carburanti più costosi come olio combustibile, gasolio, gpl etc.

Mediamente consente un risparmio non inferiore al 35% rispetto ad altri combustibili, a parità di condizioni fiscali, tuttavia questo risparmio è fortemente influenzato da molti fattori.

Tecnicamente ha dei vantaggi legati alle emissioni inquinanti, molto più basse rispetto ad altri combustibili, inoltre non richiede nessun pretrattamento essendo il gas pronto all’utilizzo ovvero ad essere immesso nel motore del gruppo elettrogeno, senza filtraggio, senza preriscaldo.

Se immaginiamo zone remote non raggiunte dalla rete Gas, è facile immaginare i benefici economici che un impianto GNL può avere, ma se immaginiamo addirittura zone tanto remote da non essere raggiunte nemmeno dalla rete elettrica nazionale, allora il vantaggio è significativamente superiore.

Fattorie, Cave, Impianti Alimentari, solo per citare alcune delle possibili applicazioni che vedono il GNL la soluzione per alimentare potenti cogeneratori e produrre contemporaneamente energia elettrica e calore.

Attualmente il livello di tassazione in materia di accisa previsto per il gas naturale – per gli impieghi sia nel trasporto terrestre sia negli usi industriali, laddove al prodotto viene applicata un’accisa contenuta in relazione alle possibilità di deroga e di agevolazione offerte dalla direttiva 2003/96/CE risulta favorevole all’investimento in un impianto GNL.

 

Impariamo dalla Spagna

La Spagna è un Paese che ha una produzione autonoma di gas quasi nulla, con una rete di trasporto scarsamente interconnessa con la rete Europea del gas. Questi due elementi hanno contribuito a rendere la Spagna il paese Europeo con la maggiore capacità di rigassificazione in Europa.

In altre parole, astutamente, gli Spagnoli si sono organizzati negli ultimi 10 anni con 6 terminal di rigassificazione capaci di caricare GNL in autobotti e bunker. Attualmente la Spagna risulta essere il Paese europeo con il più alto numero di stazioni di rifornimento di GNL: tale successo è stato raggiunto anche grazie alla proattività di investitori privati con interventi diretti sia sulle flotte di camion alimentati a GNL sia attraverso piani di sviluppo di reti di distribuzione a GNL per il rifornimento dei mezzi pesanti.

 

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Gruppi Elettrogeni a Metano

Il gruppo elettrogeno a metano, è del tutto simile tecnologicamente al suo cugino gruppo elettrogeno diesel, con la differenza che il generatore a metano non necessita di un serbatoio per contenere il carburante.

Solitamente il generatore a mentano viene utilizzato in funzionamento COP oppure PRP, ma recentemente trova sempre più applicazione in servizio di emergenza rete.

Lo svantaggio, spesso trascurato per l’ applicazione in emergenza, è che spesso i blackout sono in concomitanza con eventi naturali climatici che costringono spesso le autorità competenti ad interrompere la fornitura di gas, lasciando quindi tutti i generatori spenti.

Ovviamente questo non vale per i generatori a metano connessi ad un impianto GNL.

 

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Retrofit da Diesel a Metano, le tecnologie, presente e futuro

I motori dual-fuel ad iniezione indiretta sfruttano il ciclo Diesel e il maggiore rapporto di compressione da esso assicurato.

Esistono sia soluzioni OEM sia soluzioni retro-fit.

I maggiori vantaggi sono la semplicità costruttiva che si basa su un motore diesel tradizionale, la possibilità di funzionamento con il solo diesel e la maggiore autonomia grazie alla massa volumica del diesel più che doppia rispetto a GNL. Questa tecnologia consente una riduzione dei costi di esercizio più limitata rispetto alle versioni mono-fuel (solo metano) per il tasso inferiore di sostituzione del diesel mediamente tra il 50 e il 60%.

 

La tecnologia dual-fuel ad iniezione diretta (HPDI) è basata su un iniettore doppio corpo denominato HPDI (High-Pressure Direct Injection) che innesca la combustione con un’iniezione pilota di diesel e inietta poi il gas naturale direttamente in camera di combustione.

Il maggiore vantaggio è un elevato tasso di sostituzione, fino al 95% e un’efficienza termodinamica in sostanza uguale al diesel.

 

L’opportunità più interessante è rappresentata dal retrofit di gruppi elettrogeni diesel ed il loro relativo passaggio a dual-fuel, questo, compatibilmente con i limiti di emissioni inquinanti, può essere un interessante sviluppo nel settore che avvicinerà il mercato dei gruppi elettrogeni al Metano anche dove il diesel fa da padrone.

Il retrofit non è economicamente sostenibile su gruppi elettrogeni di piccola potenza, in quanto richiede l’utilizzo di dispositivi elettronici utili a miscelare e regolare i flussi di gas e diesel, oltre all’intervento stesso su altri componenti.

Pensi che il GNL sia interessante per la tua impresa? Diccelo scrivendo a info@oreficegenerators.com

Cogeneriamo! Cosa è un Cogeneratore e come funziona.

La prima centrale elettrica del mondo (costruita a New York da Thomas Edison nel 1882) era essenzialmente un impianto di cogenerazione perché forniva calore ed energia elettrici agli edifici di Manhattan. 

Il gruppo elettrogeno è una macchina che dal punto di vista delle prestazioni “fa schifo”.

Si, tutti i gruppi elettrogeni hanno un pessimo rendimento, poiché per produrre energia elettrica sprecano enormi quantità di energia termica dispersa attraverso gas di scarico, dal radiatore e dal naturale irraggiamento delle parti calde del motore.

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Il Cogeneratore consente di produrre contemporaneamente energia elettrica e energia termica sotto forma di acqua calda o vapore.

Per anni la cogenerazione è stata una tecnologia esclusiva delle aziende e dei grandi impianti che consumano enormi quantità di calore, oggi invece è una tecnologia più vicina alle piccole e medie imprese ed addirittura al settore privato, a motivo dell’evoluzione dei costi dell’energia che ha reso i sistemi di cogenerazione più competitivi rispetto al passato, e ad una tecnologia che rende sempre più affidabili ed economicamente sostenibili i piccoli impianti.

La maggior parte dei cogeneratori in funzione in Europa sono alimentati con carburanti dal costo contenuto:

·        Cogeneratori a Gas Metano

·        Cogeneratori a Biogas

·        Cogeneratori a Olio Vegetale (Olio di Palma, Olio di Colza, etc etc)

·        Cogeneratori Syngas (gas prodotto da processi di pirolisi)

·        Cogeneratori Diesel.

In Europa il trend degli impianti segue quello delle incentivazioni, quindi la scelta di quale carburante utilizzare è fondata su fattori economici.

Le Aziende che scelgono di produrre energia con un cogeneratore sono quelle che consumano grandi quantità di energia termica e/o elettrica, meglio se entrambe. Pensiamo ad un’Hotel, ai Centri commerciali, Impianti sportivi, Caseifici, questi sono solo alcuni dei principali consumatori di energia che scelgono un cogeneratore.

Il vantaggio di un cogeneratore non è solo nel costo dell’energia che si autoproduce, ma anche nell’indipendenza energetica che si raggiunge. Le strutture più virtuose e più attente che seguiamo hanno scelto una triplice fonte di alimentazione elettrica: Cogeneratore + Generatore di emergenza + Rete elettrica. In questo modo non solo hanno un costo dell’energia contenuto, ma non rischiano di stare al buio in caso di malfunzionamento del cogeneratore o durante le fermate per manutenzione.

Quando conviene un Cogeneratore?

Il Cogeneratore non è una soluzione per andare al pari economico con il conto energetico. (a differenza come spesso accade con impianti di microcogenerazione).

L’imprenditore che sceglie di installare un Cogeneratore, desidera fare profitti abbattendo i costi, ed ha fatto una o tutte le seguenti valutazioni:

Ha valutato la domanda energetica della sua struttura, facendo un audit energetico. Nel caso prevalga il consumo elettrico rispetto a quello termico, valuta se vi sia una vicinanza fisica tra il cogeneratore ed una eventuale utenza termica, tenendo presente che questa deve andare all’unisono con quella elettrica, pur mantenendo una certa flessibilità, in quanto la domanda di calore e di energia elettrica possono essere sproporzionate tra loro in alcuni periodi.

La convenienza effettiva si valuta infine alla luce dal costo dell’energia da parte del fornitore e della cessione della stessa con l’immissione in rete. Il vantaggio è sicuramente quello di immettere in rete tutta l’energia elettrica che non viene consumata ricavandone un guadagno.

Infine, la valutazione è oggettivamente influenzata dal costo del carburante e dalle sue condizioni di acquisto, su cui grava l’oscillamento del prezzo di mercato (il combustibile, qualsiasi esso sia è soggetto a variazioni di prezzo) ed alla possibilità di dedurne costi e accise.

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Il Business Plan non è una “Favola”.

Quando si progetta un impianto di cogenerazione si considerano le condizioni che consentono un ritorno dell’investimento entro i termini previsti dal piano finanziario.

Spesso purtroppo, le condizioni risultanti dai calcoli sperimentali non trovano riscontro nelle condizioni reali di funzionamento ed in generale durante tutta la vita del cogeneratore.

Anche il migliore dei cogeneratori resta spento molte ore all’anno per piccoli o grandi problemi. Per esperienza diretta nella conduzione di impianti di cogenerazione possiamo dire che è sufficiente un piccolo componente, anche una semplice sonda di temperatura, oppure un manicotto, per costringere un generatore alla fermata.

Il business plan non è una favola, è uno strumento per validare il finanziamento dell’istituto di credito, ma è soprattutto il progetto che ogni imprenditore dovrebbe verificare ed utilizzare per fare ulteriori valutazioni sui tempi di investimento e sulla durata dell’esposizione che questo comporta. Con questo non bisogna lasciare intendere che un cogeneratore sia una gatta da pelare, ma solo che la migliore delle condizioni non è detto sia quella più realistica. Tutto questo perché il conto economico è basato sull’incentivazione prevista per l’impianto, quindi ad impianto fermo si accumulano solo costi.

Come funziona un Cogeneratore?

Semplificando all’estremo, possiamo affermare che il Cogeneratore è costituito da due elementi principali, il Generatore, a sua volta composto da motore ed alternatore, ed uno o più scambiatori di calore.

A livello teorico, i gas di scarico emessi dal generatore e il liquido refrigerante utilizzato per raffreddare il motore e tenerne la temperatura costante durante il funzionamento, sono già potenzialmente utilizzabili perché disponibili ad alte temperature. Nella realtà ovviamente non è possibile utilizzare direttamente questi fluidi in quanto essendo contaminati sono nocivi.

Il recupero termico avviene quindi con scambiatori di calore installati sull’impianto dei fumi di scarico del generatore e sul sistema di raffreddamento del motore. La scelta di recuperare da uno o entrambi è dettata dal salto termico che si desidera ottenere e da altri fattori contingenti.

Lo scambiatore è installato in modo da intercettare i fumi di scarico, questi cedono calore ad un altro fluido (sia esso aria o acqua o altri fluidi allo stato liquido).

Gli scambiatori più comuni sono quelli a piastre e quelli a fascio tubiero. Nel primo, i fluidi a diversa temperatura scambiano il loro contenuto termico attraverso le superfici opportunamente disposte dello scambiatore, le piastre appunto.

Lo scambiatore a fascio tubiero invece è costituito da un fascio di tubi collocato all’interno di un ulteriore tubo che funge da contenitore, detto mantello. I fluidi scorrono attraverso il lato mantello ed attraverso il lato fasci cedendo calore.

Quest’ultimo sistema è solitamente più apprezzato a motivo delle grandi superfici che si possono utilizzare per lo scambio termico.

La cogenerazione sta sempre più assumendo un trend volto alla piccola cogenerazione, tuttavia i costi di realizzazione di cogeneratori ed impianti rendono ancora l’investimento significativo. Abbiamo sviluppato la tecnologia “Recogeno” utilizzata per il recupero termico a basse temperature su macchine in funzionamento prime power.

Vuoi sapere di più sulla microcogenerazione?  Ne parleremo in uno dei prossimi articoli.

Come viene collaudato un Generatore?

Con il termine collaudo si definiscono una serie di attività necessarie per stabilire se un prodotto è idoneo al funzionamento. Spesso il collaudo viene erroneamente frainteso con la messa in servizio di un prodotto o con il suo primo avviamento.

Per prima cosa è corretto fare una premessa: non tutti i fabbricanti di gruppi elettrogeni nel mondo hanno un processo di collaudo del prodotto uguale e ripetibile. Anche quelli che adottano un sistema di gestione qualità ISO9001 non hanno un collaudo standard.

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Alcuni scelgono di effettuare dei test e dei collaudi su lotti di prodotto, altri invece scelgono di collaudare singolarmente ogni gruppo elettrogeno ma con delle procedure che permettono di testare il funzionamento e non la performance del generatore. In fine vi sono quelli che hanno scelto di adottare una procedura di collaudo completa che permette di testare il funzionamento al 100% della potenza nominale del gruppo elettrogeno.

È chiaro come la differenza tra queste tre procedure di collaudo incide sul risultato finale e sul prezzo di listino del gruppo elettrogeno. 

Con il test di collaudo a campione, solitamente scelto da grandi aziende che producono grandi quantità di gruppi elettrogeni ogni giorno ed in particolare da tutte quelle aziende che producono generatori di piccola potenza, il rischio di prodotto difettoso non è trascurabile, infatti se l’incidenza media del prodotto non conforme è del 1%,  in un azienda che ha adottato questo sistema di collaudo non si può escludere che tale incidenza sia concentrata tutta in pochi lotti o addirittura in uno stesso lotto.

Coloro che invece scelgono di effettuare il collaudo sul 100% della produzione, ma si limitano ad un collaudo funzionale, possono “garantire” la conformità del prodotto in termini funzionali, ma non possono garantire la prestazione. Quindi, per esempio, un gruppo elettrogeno da 10kVA viene collaudato con un’accensione e con un check dei principali parametri, ma non viene sottoposto ad un carico elettrico che possa simulare il comportamento del generatore in tutte le sue funzioni, quindi non si può sapere se effettivamente erogherà realmente i 10kVA per cui viene venduto sul mercato, e nemmeno si può essere certi che raggiungendo la potenza massima non vi siano problemi tecnici.

In fine ci sono i Costruttori che scelgono invece di effettuare un collaudo scrupoloso, che permette di accertare il funzionamento e le prestazioni del generatore, sottoponendolo ad un carico elettrico per simulare il funzionamento nella condizione più gravosa del generatore.

Quest’ultimo tipo di collaudo è in effetti quello più appropriato, infatti il termine stesso “collaudo” deriva dal latino cum-laude che significa “opera d’arte”. Quindi il collaudo è sicuramente qualcosa che serve a stabilire se un prodotto è stato fatto bene, a “regola d’arte”.

Meglio collaudare direttamente il gruppo elettrogeno presso il sito di installazione?

Alcuni, chiedono espressamente il collaudo in fabbrica, mentre altri prendono per scontato che il collaudo sia eseguito presso la sede in cui viene installato il generatore.

Il collaudo è onere del produttore, che dopo un collaudo positivo emette una dichiarazione di conformità. Le condizioni ideali di collaudo possono essere riprodotte solo con strumenti adeguati presenti nelle sale collaudo ed in particolare con strumenti provvisti di taratura, ma eventualmente queste attrezzature fossero disponibili anche presso il sito di installazione, le condizioni operative difficilmente sono quelle ideali per un collaudo, specialmente il carico elettrico collegato al generatore.

Un costruttore professionale, allestisce il generatore e lo collauda con una procedura standardizzata e ripetibile. Ecco come (sinteticamente) viene eseguito un collaudo generale in pochi passi:

·        Verifica connessioni elettriche, idrauliche e serraggi.

·        Avviamento con prova in bianco.

·        Prova a steps di carico. (x% della potenza nominale fino al 100% suddivisa in rampe di carico diverse tra loro e crescenti)

·        Prova al 100% della potenza.

·        Prova al 110% della potenza.

·        Simulazione allarmi, prova lettura strumenti, arresti di emergenza…etc.

Durante un collaudo, il comportamento dell’utenza, ovvero del carico fittizio impiegato per simulare l’utenza da alimentare, (solitamente un carico resistivo) non è paragonabile ad un impianto con carichi diversi tra loro e soggetti a tensioni anomale, assorbimenti non bilanciati, correnti parassite, e chi più ne ha più ne metta.

Dal punto di vista del Cliente utilizzatore, non c’è differenza tra un collaudo in fabbrica ed un collaudo in loco, ma alla luce di quanto scritto sopra e considerato il fatto che il costruttore del gruppo elettrogeno non è responsabile di cosa viene connesso al generatore, la differenza esiste ed è rilevante.

Il collaudo in fabbrica è una tutela per il costruttore e per il cliente. Se il gruppo elettrogeno raggiunge la potenza nominale in fabbrica, mentre presenta anomalie di funzionamento presso il sito di installazione, si possono fare valutazioni per confronto tra le misure rilevate in collaudo e quelle rilevate in servizio all’utenza.

Molte aziende permettono di assistere al collaudo del generatore, altre sono disponibili ad aggiungere sequenze di collaudo specifiche richieste dal Cliente.

Il report di collaudo deve essere richiesto in fase di sottoscrizione del contratto di fornitura, al momento dell’ordine. Molte Aziende infatti hanno un sistema digitale di archiviazione dei collaudi e non emettono il certificato cartaceo se non è richiesto esplicitamente.

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Il collaudo non è solo per i generatori nuovi…

“Ho un generatore da qualche anno, che è stato oggetto di alcuni lavori di revisione e riparazione, come posso essere certo che funzioni come un tempo…?”

Il colludo non è materia esclusiva del “nuovo”, infatti qualsiasi gruppo elettrogeno può essere collaudato con le stesse procedure adottate per un nuovo gruppo elettrogeno. E’ l’unico modo per essere certi del funzionamento di un generatore.

Facciamo un esempio a questo proposito: Due anni fa, ho assistito come controparte, alla perizia Di un CTU, ovvero un Ingegnere in veste di Consulente Tecnico per il tribunale. Il CTU aveva l’incarico di stabilire se un Gruppo Elettrogeno oggetto di contenzioso fosse effettivamente in avaria o funzionasse regolarmente.

Essendo anche io Perito Consulente per il Tribunale di Cagliari, ho da subito avuto delle perplessità in merito alla procedura adottata per stabilire se il Gruppo Elettrogeno fosse funzionante, infatti, l’ingegnere con l’ausilio di un aiutante, ha avviato il motore del generatore e vedendolo acceso ha relazionato al Giudice che il gruppo elettrogeno è stato testato e rilevato funzionante.

Ora, per fare un paragone, è come se per verificare il funzionamento di un’automobile per la quale si lamenta un guasto, ci si limita a girare la chiave di avviamento ed accendere il motore per dire che funziona. Un tecnico minimamente qualificato avrà invece cura di fare un giro di prova e testare il maggior numero possibile di strumenti e accessori, raggiungendo la massima velocità consentita per valutare l’effettiva efficienza.

Evidentemente l'ingegnere ha sottovalutato il fatto che per verificare le funzionalità di un gruppo elettrogeno bisogna necessariamente applicare un carico elettrico, alimentarlo e verificare che sottoposto al carico Il gruppo elettrogeno eroghi effettivamente la potenza senza manifestare segno di cedimento o qualsiasi altro tipo di problema.

Nella nostra sede disponiamo di tecnici collaudatori e di una sala collaudo con banco di collaudo tarato con controllo elettronico. Emettiamo centinaia di certificati di collaudo ogni anno. Hai bisogno di aiuto? Contattaci!

 

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Ecco come un Generatore Diesel può prevenire l’allagamento.

Dando un’occhiata alle statistiche rilasciate dal comando Nazionale dei Vigili del Fuoco* emerge come gli interventi riconducibili ad eventi meteorologici legati ad “Acqua” in Italia siano stati in totale di 31.688.

Nel dettaglio sono stati 504 quelli relativi a straripamenti, inondazioni, mareggiate, mentre 4245 quelli più generici. Solo quelli causati da pioggia e neve sono stati 7497. Sono numeri impressionanti.

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Non è tutto…

E’ interessante notare anche la distribuzione a livello nazionale del fenomeno, che suddivisa per regione rende meglio l’idea del fenomeno rapportato alla Regione Italiana in cui viviamo.

Abruzzo; Basilicata; Calabria; Campania; Emilia Romagna; Friuli Venezia Giulia; Lazio; Liguria; Lombardia; Marche; Molise; Piemonte; Aosta; Puglia; Sardegna; Sicilia; Toscana; Umbria; Veneto.

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Alla luce di tutto questo, vale la pena di prendere le giuste precauzioni e dotarsi di un sistema di drenaggio delle acque?

Si, questo è senza ombra di dubbio un passo fondamentale, ma non è sufficiente, infatti in occasione di violenti nubifragi la corrente elettrica può mancare per ore, di conseguenza non vi sarebbe energia per alimentare l’impianto di sollevamento dell’acqua piovana con il risultato di un rapido allagamento.

La soluzione al blackout è il gruppo elettrogeno Diesel automatico adeguatamente installato!

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Come dovrebbe essere progettato ed eseguito un sistema anti-allagamento funzionante ed efficiente?

I requisiti principali sono:

1.      Deve essere equipaggiato con un motore Diesel.  >>>>NO Benzina!<<<<

2.      Dovrebbe avviarsi automaticamente in assenza di energia dalla rete elettrica.

3.      Deve essere in grado di restare in funzione almeno tra le 6 e le 8 ore continuativamente

 

Meglio Diesel

Il motore Diesel si avvia per compressione ed è più affidabile dei sistemi benzina, inoltre lo stesso carburante, il gasolio, non deteriora rapidamente come la benzina.

 

Se non è automatico non ha senso.

Un generatore è automatico solo se in grado di rilevare l’assenza di energia della rete ed avviare ed arrestare il suo funzionamento senza l’intervento umano.

Il resto dei sistemi semi automatici sono obsoleti e poco affidabili.

Il vero generatore diesel automatico si avvia anche in mancanza di tensione da una sola delle tre fasi, oppure è in grado di riconoscere una tensione fuori dai parametri e commutare forzatamente per evitare problemi.

Questa caratteristica è fondamentale, perché le elettropompe potrebbero non spuntare in presenza di bassa tensione dalla rete!

Non dimenticare inoltre che il generatore automatico ha un sistema di ricarica della batteria di avviamento del motore direttamente da l’energia della rete, e se opportuno può essere dotato di un sistema di preriscaldo del motore per garantire le partenze a freddo.

 

Deve essere concepito per funzionare sempre senza sosta.

Otto ore.

Un generatore automatico che ha lo scopo di salvaguardare la sicurezza di cose e persone deve essere in grado di funzionare almeno 6 ore, meglio se 8 ore continuativamente. Quindi, non solo deve essere dotato di un serbatoio la cui capacità rapportata al consumo di carburante al 75% della potenza garantisce le ore di funzionamento, ma specialmente deve essere equipaggiato da un motore tecnologicamente idoneo a funzionare senza sosta.

Non tutti i gruppi elettrogeno possono funzionare continuativamente. Ad esempio i generatori costruiti con motori in regime di rotazione 3000 giri/min non sono adatti al funzionamento continuativo.

Sia chiaro, meglio un generatore che può funzionare qualche ora piuttosto che non averne nemmeno uno, ma tutto dipende dal rischio che si è disposti a correre.

Sicuramente nel momento in cui si sceglie di fare un investimento in un impianto fatto come si deve, è meglio installare un generatore che possa alimentare tutta l’abitazione oppure un gruppo di abitazioni, in modo da garantire più servizi oltre alla sola pompa di sollevamento.

Un Consiglio: Non installare mai il generatore nello stesso locale per il quale si vuole evitare l’allagamento.

Anche dove non c’è energia.

Come fare nel caso si tratti di un’abitazione tipo casa vacanze dove l’energia elettrica resta distaccata per molti mesi?

Un Cliente qualche anno fa aveva un problema nella sua casa al mare. Durante l’inverno manteneva volutamente l’abitazione con il contatore Enel disattivato. Purtroppo, con il contatore disattivato, quindi senza energia, le pompe di sollevamento poste nel seminterrato della casa non si avviavano, quindi durante le piogge invernali il seminterrato si allagava puntualmente con conseguenti danni e costi.

La nostra soluzione è stata semplice ma pratica allo stesso tempo.

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Abbiamo fornito un generato con le caratteristiche menzionate sopra, ed abbiamo creato una programmazione dedicata del firmware del pannello di controllo tale che l’avviamento del generatore è pilotato dal galleggiante della elettropompa. Con il salire del livello dell’acqua il galleggiante, che di fatto è un sensore, attivava il generatore fino a quando non si ripristina il livello precedente con conseguente spegnimento del gruppo elettrogeno.

Una soluzione come questa, applicata ad un generatore dalle scarse prestazioni sarebbe possibile ma con costi ed imprevisti difficilmente quantificabili.

Adesso che abbiamo affrontato il problema e trovato soluzioni interessanti che permettono di ridurre il rischio di allagamento, come pensi di agire?

Farai da te, rivolgendoti al tuttofare di zona, oppure ti affiderai a chi ti ha già dato un assaggio della competenza?

Se hai a cuore la tua casa o la tua attività, lascia il tuo indirizzo email ed il tuo numero di telefono qui sotto e sarai contattato da parte del nostro staff che ti seguirà fino a fornirti la migliore soluzione.

*Campione Statistico del 2007

Ecco come UPS (Gruppo Statico di Continuità) e Generatore possono funzionare insieme.

Quando gruppo elettrogeno e gruppo statico di continuità non vanno d’accordo.

Nei moderni sistemi di backup, non è difficile trovare impianti che vedono il gruppo elettrogeno ed il Gruppo Statico di Continuità in servizio sulla stessa utenza.

Le configurazioni possono essere diverse. In molti casi il gruppo elettrogeno alimenta il Gruppo di Continuità che a sua volta alimenta l’utenza, mentre in altri casi il Gruppo di Continuità è indipendente dal Generatore poiché alimenta una parte di utenza non collegata al generatore.

Nel caso in cui un gruppo elettrogeno debba alimentare una utenza tramite un UPS (Gruppo di Continuità) l’installatore si ritrova a fare i conti con la possibilità che l’UPS abbia tolleranze relative ai valore elettrici incompatibili con il gruppo elettrogeno.

Il gruppo elettrogeno in regime di funzionamento ha dei valori più o meno stabili, nello specifico la tensione e la frequenza. (Vedi questo articolo in cui approfondiamo il tema dei gruppi elettrogeni stabilizzati) Il livello di stabilità non è però uguale per tutti i gruppi elettrogeni, infatti, non ci stancheremo mai di ripeterlo, i gruppi elettrogeni non sono tutti uguali e non si distinguono solo per Potenza elettrica.

Solitamente i Gruppi di Continuità pretendono una stabilità di frequenza e tensione particolarmente “rigida”, il motivo è che l’UPS online a doppia conversione ricostruisce la tensione con il suo inverter, perciò maggiore è l’instabilità di valori in entrata e maggiore sarà il lavoro che l’elettronica dovrà svolgere.

Cosa succede quando gruppo elettrogeno e gruppo statico di continuità non vanno d’accordo?

“Quando il generatore è in funzione il Gruppo Statico di Continuità emette un allarme…”

Tutti quanti entrano in crisi mentre cercano di ragionare con il “Bip” continuo che assilla e impedisce di concentrarsi sulla soluzione.

Quando un UPS misura valori di tensione e/o frequenza in ingresso fuori dai limiti consentiti (o per meglio dire impostati dal fabbricante) entra in stato di allarme e spesso interviene un bypass automatico.

Per motivi ancora avvolti dal mistero, il Cliente e l’Installatore preferiscono spesso apportare modifiche al gruppo elettrogeno intervenendo sul regolatore di tensione, piuttosto che cercare un equilibrio tra i due prodotti.

Questo problema non è altro che il risultato di un dimensionamento errato in fase di progettazione, oppure un setup eccessivamente preciso e rigido sul Gruppo di Continuità.

E’ possibile inoltre che il progettista non abbia considerato la componente Armonica presente nel sistema.

Come mettere pace tra UPS e Generatore.

Compreso il problema, passiamo alle soluzioni.

Principalmente il problema è collegato alle oscillazioni di frequenza del gruppo elettrogeno, in particolare il raddrizzatore presente nel gruppo di continuità avverte la variazione del valore e impedisce l’inserzione dell’Inverter.

a)      Le oscillazioni di un gruppo elettrogeno sono dovute principalmente alle variazioni di carico. I problemi maggiori si manifestano all’inserzione di uno o più carichi. Esempio: Il generatore alimenta una linea preferenziale protetta da UPS ma anche una parte dell’impianto costituita da motori e reattanze. In questo caso nel momento dell’inserzione del motore sarà inevitabile una sensibile variazione di frequenza e tensione che potrebbe non essere tollerata dall’UPS.

b)     Molti UPS permettono di modificare le soglie di intervento, quindi consentono di aprire il ventaglio ti frequenza e tensione tollerato senza influenzare la qualità della tensione in uscita.

c)      Il gruppo elettrogeno destinato ad applicazioni come quelle protette dal gruppo di continuità andrebbe dimensionando tenendo conto della classe del regolatore di giri del motore. Per approfondire questo tema puoi leggere un articolo che parla di questo argomento e scaricare il materiale gratuito che mettiamo a disposizione alla fine dell’articolo.

d)     Alcuni produttori suggeriscono l’applicazione di filtri armonici in ingresso al Gruppo di Continuità per ridurre le Armoniche (THD) al 10%.

e)     Non essere precipitoso nel dare la colpa al Generatore o all’UPS, è vero che la distorsione armonica dipende dal sistema di conversione dell’UPS ma è anche vero che il gruppo elettrogeno ha un’impedenza che non è paragonabile a quella della rete.

Il Gruppo Elettrogeno giusto per il tuo UPS

La corretta selezione di un Generatore destinato all’alimentazione di un Gruppo di Continuità inizia con la definizione dei criteri di logica di funzionamento dell’impianto.

Fondamentale è conoscere quali carichi oltre all’UPS saranno alimentati dal Generatore di emergenza.

Le principali caratteristiche interessate nel dimensionamento sono:

·        La potenza complessiva del Gruppo Elettrogeno

·        Il Regolatore di giri del motore primario installato nel generatore.

·        La potenza dell’alternatore.

La potenza nominale del Gruppo Elettrogeno

La potenza nominale del gruppo elettrogeno è da intendersi PRP, ovvero prime power della norma ISO 8528.

Per definizione dalla norma, la PRP è la massima potenza che il gruppo elettrogeno può fornire durante un ciclo di lavoro a potenza variabile.

Nel definire la potenza del Gruppo Elettrogeno è importante considerare i valori di assorbimento del gruppo di continuità durante le fasi di ricarica della batteria di accumulatori.

Se desideri un consiglio per la scelta di un Gruppo Elettrogeno contattaci:

Se questo articolo è stato utile metti un “like” e condividilo con i tuoi colleghi…

 

Articolo a cura di: Andrea Orefice

Anche gli Aeroplani hanno il Gruppo Elettrogeno

Hai mai sentito parlare dell’APU? E’ un Generatore Ausiliario installato su molti modelli di Aeroplani civili che ha la funzione di attivare diversi dispositivi dell’aeromobile anche quando questo mantiene i motori spenti.

Personalmente, essendomi formato nel settore delle Costruzioni Aeronautiche, ho trovato molto interessante approfondire l’applicazione e l’utilizzo di due dispositivi molto diffusi nel settore aeronautico, ovvero il APU e il GPU.

APU

E’ l’acronimo di Auxiliary Power Unit.

In molti Aeroporti l’utilizzo dell’APU è stato vietato a causa del rumore che questi generano una volta attivati. Immaginate tutti gli operatori che si avvicinano all’aeromobile per le varie attività, utilizzo delle rampe, scarico bagagli, servizi di assistenza, e per molte ore devono stare in vicinanza di un APU in funzione.

Il GPU, acronimo per Ground Power Unit, è a tutti gli effetti un generatore elettrico. Il GPU viene utilizzato negli aeroporti per alimentare un Aereo o un Elicottero quando staziona a terra con i motori spenti.

E’ caratterizzato da un range di tensioni, correnti e frequenze che non vengono impiegate in altre applicazioni 28VDC o 115VAC, 400Hz, a seconda del tipo di aeromobile.

Il GPU sostituisce a terra l'APU installato sull'aereo, che ha funzioni simili GPU.

 

Perché utilizzare il GPU?

Mantenere acceso il motore di un aereo ha costi molto importanti anche quando questo non produce l’energia necessaria al decollo.

Per comprendere la differenza tra i consumi di un GPU alimentato a carburante di tipo Diesel ed il motore di un aeroplano, per esempio un Boing 757, alimentato a Cherosene, consideriamo che quest’ultimo consumerà in 1 ora quello che il GPU consumerà in 24 ore. Indicativamente  270 litri.

 

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Sto avviando l'APU. Quando un Gruppo Elettrogeno salva la vita…

Volo US Airways 1549 - 15: 27: 21.3 HOT-1 “Sto avviando l'APU”.

Un'APU prodotto da Honeywell ha contribuito insieme all’intrepidezza del Capitano Sullenberger nel salvare le vite del volo 1549 della US Airways, che con entrambi i motori in avaria, ha effettuato un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson.

Il 131-9A Auxiliary Power Unit (APU), amichevolmente chiamato U9A, è installato nella sezione di coda dell’Airbus A320.

Dopo che entrambi i motori si sono bloccati a causa dell’impatto con uno stormo di Oche, U9A è intervenuto alimentando i dispositivi di bordo necessari a mantenere temporaneamente in posizione i comandi di volo, i display e le altre strumentazioni sensibili e necessarie al volo. Se non fosse stato per l’APU, il Capitano Sullenberger non avrebbe potuto atterrare nel fiume Hudson alla minima velocità possibile e salvare tutte quelle vite.

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Prove di Avviamento

 Pulizia del gruppo elettrogeno

Mi sono sempre chiesto il motivo per il quale il gruppo elettrogeno non venga considerata una macchina da mantenere pulita in ogni sua parte, così come viene fatto per tutte le altre apparecchiature da lavoro o mezzi di uso quotidiano.

Quante volte è capitato di intervenire su generatori talmente sporchi da far risultare assolutamente non credibile che quella forse una macchina servita da un contratto di manutenzione; e non mi riferisco solo al filtro aria o ai filtri olio e gasolio, che vengono periodicamente sostituiti.

Qui ci riferiamo proprio alla pulizia esterna del motore diesel grondanti di liquidi, dell’alternatore e del quadro di comando spesso coperti da strati di polvere, terra, ragnatele e purtroppo anche di escrementi o insetti.

È fondamentale l’impatto visivo che si crea agli occhi del Cliente quando alla sua vista noterà una macchina perfettamente pulita, ma sopratutto una macchina pulita permetterà di individuare più facilmente eventuali anomalie che diversamente sarebbero celate.

Purtroppo il lavoro di pulizia di un gruppo elettrogeno però non è proprio comodo come pulire l’armadio di casa; intanto è bene munirsi di guanti, stracci, un dosatore e un detergente per macchine industriali, del tipo non acido, non aggressivo e diluibile in acqua. Un occhio ai prodotti non dannosi per l’ambiente è sempre preferibile.

Ora facendo cura con attenzione di non far andare liquidi su quei componenti elettrici o elettronici installati sul gruppo elettrogeno, potrai spruzzare esternamente su motore e alternatore il tuo prodotto, e dopo averlo fatto agire qualche minuto dare una bella passata di straccio per eliminare lo sporco più grossolano.

Ricordiamoci sempre che la sicurezza deve farla da padrone, perciò anche le attività di pulizia devono essere eseguite con il generatore temporaneamente in posizione OFF; poiché dovrai infilare le mani vicino ad organi di rotazione, (es. puleggia, ventola, cinghie, etc.) perciò dovremo essere assolutamente certi che il motore non si possa avviare accidentalmente.

Potrai notare come sia utile avere il motore pulito soprattutto nel contorno di guarnizioni e manicotti, così da poter meglio vedere se ci sono perdite di liquidi, anche piccole o quasi invisibili ; stesso discorso per il basamento, per il serbatoio e per la vasca di contenimento sottostante al radiatore.

Un aspirapolvere può essere molto di aiuto, per far sparire fogliame secco, ragnatele e altri rifiuti che possono essere finiti all’interno della macchina, sia per evitare il contatto con parti calde sia affinché non possano venire aspirati dal radiatore e ostruirne parzialmente la superfice della massa radiante.

Tutto più semplice invece per il quadro elettrico dove sarà sufficiente spolverare ed eliminare le esteticamente sgradevoli ragnatele.

Con un compressore d’aria puoi anche soffiare via terra o polvere accumulata nella cassa delle connessioni di potenza o, attraverso la griglia dello scudo, soffiare via sporcizia dagli avvolgimenti; anche in questo caso l’uso simultaneo dell’aspirapolvere ti potrà aiutare aspirando la polvere che si propagherà in aria.

Ora la manutenzione è pressoché terminata, e dopo esserti accertato che di non aver lasciato attrezzatura, guanti o stracci vicino alla macchina, potrai procedere con l’ultimo fondamentale step.

Le prove di avviamento e marcia.

I tipi di quadri di comando e schede di controllo sono ormai molteplici sul mercato, ma senza entrarne nello specifico, potremo riassumerli in due comandi fondamentali: manuale o automatico.

Qualsiasi gruppo elettrogeno disporrà di una chiave o di un pulsante di avviamento ( start\stop ), sui quali potrai agire dopo avere selezionato la modalità MAN sulla scheda.

Le schede di comando risalenti almeno all’ultimo decennio, dispongono del comando TEST, mediante il quale la scheda esegue autonomamente l’avvio gruppo elettrogeno e lo mantiene in marcia fino alla nuova pressione del medesimo comando.

Questa funzione ti darà la comodità di posizionarti vicino alla macchina, monitorarne i tempi di avviamento e  misurare la caduta della tensione di batteria con lo strumento durante l’inserzione del motorino e partenza del diesel.

Il gruppo elettrogeno si sarà avviato al primo tentativo e rimarrà in moto erogando a vuoto senza problematiche, ma tu lo sai già perché lo avevi avviato prima di iniziare la manutenzione( rif. Par.1); ora invece potrai dedicarti alla verifica delle principali fonti di sicurezza del motore, simulando l’intervento del bulbo di pressione olio, alta temperatura liquido refrigerante e pulsante di emergenza.

La prova è da ritenersi positiva solo nel caso in cui il gruppo elettrogeno riceva il segnale di arresto, si spenga immediatamente e il rispettivo allarme uditivo e luminoso compaia sulla scheda di comando.

Con il gruppo elettrogeno in marcia, leggi e annota le misure delle tensioni di generatore erogata sulle tre fasi e la frequenza di rotazione, questo sarà utile per poterle confrontare con la lettura della manutenzione precedente e verificare se ci sono stati discostamenti così da intervenire con eventuali regolazioni.

Annota anche le ore di funzionamento, che sono fondamentali per mantenere monitorato lo stato di usura del generatore e le scadenze alle future attività di manutenzione.

Ora si può procedere all’arresto del gruppo elettrogeno; se lo farai con il comando di rientro dalla condizione di TEST , automaticamente verrà fatta la procedura di raffreddamento motore per il tempo preimpostato, e la macchina si posizionerà in modalità AUTO in condizione di stand-by.

Se invece lo avrai avviato in modalità MANUALE, dovrai accertarti che alla fine della prova venga ripristinata la modalità di funzionamento “AUTO”.

Non stupirti se ho evidenziato in neretto quest’ultima frase, ma è una dimenticanza non poi così sporadica ; nella mia esperienza di Service, non sono state poi così rare le chiamate di Clienti presso i quali il gruppo elettrogeno non si sia avviato perché dimenticato in posizione di OFF o di partenza da comando Manuale.

Un’ultima rapida occhiata alla macchina, alla centralina e chiudi le porte per riconsegnare le chiavi al Cliente.

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Circuiti Ausiliari

1.      Circuiti ausiliari.

Il gruppo elettrogeno, a seconda della sua complessità può presentare molteplici dispositivi ausiliari, necessari al suo funzionamento e che sono scelti in funzione del tipo di motore, di alternatore, di cofanatura\container, dal sito di installazione o  dalle condizioni di utilizzo.

Ne potremo vedere insieme molteplici esempi in un altro articolo.

In ogni caso la maggior parte dei gruppi elettrogeni dispone di almeno uno tra questi:

-preriscaldo acqua motore,

-preriscaldo olio motore,

-resistenza anticondensa dell’alternatore.

È importante verificare che siano funzionanti, e che stiano facendo il loro dovere mantenendo in temperatura il motore ( per i primi due ) o che stiano impedendo umidità sugli avvolgimenti ( per l’ultimo ).

Per alcuni è sufficiente verificare la temperatura con uno strumento di rilevazione termico direttamente sulla testata dei motori o vicino alla coppa dell’olio per poter stabilire che il preriscaldo funziona, ma molti motori moderni hanno un vero e proprio controllo della temperatura minima sulle teste per poter avere il consenso all’avviamento; pertanto è bene misurare in più punti del circuito acqua l’effettiva temperatura raggiunta dal preriscaldo.

In questo modo potrai modificarla agendo sul termostato di regolazione qualora sia troppo bassa o troppo alta ( una costante temperatura del preriscaldo troppo alta produce un inutile logorio delle tenute del motore come guarnizioni, o-ring. manicotti, etc).

Una verifica elettrica più specifica può essere eseguita dopo aver opportunamente disalimentato elettricamente il preriscaldo e dopo averne scollegato i fili dell’alimentazione; con uno strumento, un comune multimetro, puoi verificarne segnali di dispersione verso terra e capire se la resistenza è in deterioramento o ancora in buone condizioni.

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2.      Quadro di comando.

In relazione all’anno di costruzione, potrà essere composto ed equipaggiato con strumenti di vecchia o nuova generazione; potrà essere elettromeccanico con molti relè, o elettronico con schede di vario genere.

In entrambi i casi, comunque sia, tutto avviene mediante contatti elettrici, fili, scambi di segnali, etc, pertanto troverai morsetti, connettori, cablaggi e altro materiale elettrico da verificare con pazienza.

Il movimento stesso di relè, teleruttori e contattori, provoca con il tempo un allentamento delle connessioni, che possono essere riserrate.

Dovrai accertarti che il morsetto sia ben stretto, ma allo stesso tempo con delicatezza, facendo attenzione a non eccedere con il rischio di danneggiare il componente.

È consigliabile rimuovere i coperchi delle canale che alloggiano tutti i fasci di cavi, così da vedere che non ci siano stati corti tra fili o cablaggi danneggiati; questo è un punto dolente, specialmente nelle vecchie installazioni, poiché canale, fili, barrette di rame e cunicoli sono il territorio preferito di piccoli roditori, che oltre a trovare un habitat molto comodo e riparato sono molto golosi purtroppo proprio dei fili e del loro isolamento.

Capita di dover intervenire presso quadri elettrici seriamente danneggiati dall’attività di piccoli roditori, che purtroppo vengono scoperti solo dopo che hanno avuto modo di creare un danno o ancora peggio lasciando al buio un’intera attività, perché muovendosi tra le barre di rame di una commutazione hanno causato un corto circuito tra le fasi; o più semplicemente perché sono stati rosicchiati i cavi di segnale tra le centraline.

Munisciti di un paio di guanti adatti e controlla bene dunque tra i fasci di cavi e qualora ti capitasse di trovare traccia di roditori, dovrai riparare o sostituire prontamente il filo danneggiato, e avvisare il  cliente in modo che possa organizzare la dovuta disinfestazione locale.

Con delle bombolette di aria compressa del tipo in uso anche per le tastiere dei computer,  è consigliabile soffiare via tutta la polvere, sporcizia, ragnatele e quanto si deposita sui componenti dentro al quadro; evita di usare un compressore che potrebbe far spruzzare acqua sotto forma di condensa sui contatti elettrici.

Il resto dei controlli al quadro di comando, sono direttamente correlati alle prove di funzionamento.

Non dimenticare di mettere in sicurezza il generatore prima di qualsiasi attività, inoltre ricorda che il quadro di commutazione potrebbe avere parti in tensione.

 

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Serbatoio

Serbatoio giornaliero del Generatore.

Nei casi più comuni il serbatoio del generatore, chiamato anche serbatoio di servizio o serbatoio giornaliero, può essere posizionato sotto all’accoppiato motore-alternatore, incorporato al basamento della cofanatura o nel locale di installazione, a pavimento o a parete; in ogni caso dispone di almeno uno tra questi elementi a cui fare la manutenzione:

  • indicatore di livello visivo analogico,

  • galleggiante di tipo on-off o a più livelli,

  • elettrovalvola o valvola a scatto,

  • sistema di caricamento con pompa manuale, elettrica o entrambe.

Soprattutto per le installazioni più vecchie è bene controllare che non vi siano trasudazioni dalle giunzioni o dalle saldature; se presente l’indicatore di livello visivo allora verificare bene che non ci siano perdite dalle guarnizioni di tenuta o crepe nel vetro.

Se presente una pompa manuale è sufficiente provarne il funzionamento e controllare che durante il movimento della manovella non ci siano perdite di combustibile.

In presenza invece di una pompa elettrica è possibile forzare la partenza se consentito, oppure simularne la partenza automatica, sfilando il galleggiante dal serbatoio così da controllarne visivamente l’integrità ed allo stesso tempo accertarsi che intervengano gli allarmi di livello e la partenza in automatico della pompa.

Anche in questo caso dalle tubazioni non devono esserci perdite di combustibile durante il funzionamento, che altrimenti devi occuparti di ripristinare immediatamente.

"Dopo quanto tempo devono essere sostituiti i tubi del carburante?"

Sul tubo potrebbe esserci stampata la data di produzione, ma non la data di scadenza in quanto questa dipende da come il tubo viene utilizzato,  temperature, agenti atmosferici.
Esiste tuttavia un'indicazione di durata, espressa in circa 10 anni, ma vincolata alle condizioni sopra riportate.

Tutto il sistema può anche essere testato facilmente simulando uno svuotamento del serbatoio, qualora però sia fornito di sistema di svuotamento con rubinetto e vasca di raccolta.

Le operazioni sopra descritte si eseguono a generatore spento e centralina di comando in posizione OFF. (Opportuno eventualmente anche batteria disconnessa).

Vasca di raccolta perdite del Gruppo Elettrogeno

La vasca di raccolta, se presente, deve essere mantenuta pulita con lo scopo di evidenziare tutte le eventuali perdite di liquidi.

Se presente un punto di drenaggio, verificarne la tenuta e che non sia stato manomesso.

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Batterie

1.      Batterie di avviamento

Perché un paragrafo dedicato solo alle batterie di avviamento?

Semplice, perché se non sono ben mantenute ed in efficienza, il gruppo elettrogeno non partirà!

Nel più fortunato dei casi, il motore diesel è equipaggiato di avviamento ad aria compressa, ma lo lasceremo appunto ai casi specifici, uno degli altri optional speciali che possono essere aggiunti ai motori diesel e che come detto affronteremo in un altro articolo.

Ma dato che sei stato attento già all’inizio di questo articolo, ed avendo per prima cosa eseguito un tentativo di avviamento del motore sai che la batteria è funzionante.

Le batterie di avviamento sul mercato sono ormai di svariato tipo, e si differenziano per marche, modelli, caratteristiche.

Per semplificare la discussione, faccio una sforbiciata a due categorie fondamentali andando a “quelle di tipo ermetico” e “quelle a riempimento” ( più comunemente definite nel gergo degli operatori “batterie senza tappi” o “batterie con i tappi” ).

Le batterie cosiddette di tipo ermetico non danno la possibilità di controllo del livello di liquido elettrolito nei singoli elementi, salvo alcune delle più recenti generazioni che presentano un piccolo foro “spia” sul coperchio superiore che presenterà un cambio di colore in relazione al decadimento del liquido interno.

Puoi dunque avvalerti di tutti i controlli esterni visivi e di quelli elettrici per definire se la batteria è più prossima al suo fine vita o se è ancora in buono stato; per iniziare, dopo avere opportunamente disalimentato il caricabatteria statico nel quadro, devi scollegare i due morsetti ai poli della batteria, e posizionandoti con il tuo tester ne misurerai la tensione di carica a vuoto. In questa condizione di riposo, e non mantenuta dal caricatore, la tensione non dovrà scendere sotto il valore  minimo indicato dal costruttore, ma comunque non sotto i 12V .

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Se ne sei provvisto, puoi utilizzare uno strumento specifico di quelli che eseguono il processo di scarica e carica e che ti stampano un piccolo report con il dato prestazionale.

Ora puoi pulire bene i due poli della batteria e ricollegare i morsetti, prima il positivo e poi il negativo, senza esagerare troppo nell’avvitare il bulloncino di serraggio. Il fissaggio deve essere fatto in modo che il polo sia ben stretto affinché non si possa muovere, ma senza danneggiare il morsetto o lo stesso polo ( soprattutto questi ultimi, sono molto “morbidi” ).

Puoi anche usare uno spray (facilmente reperibile in commercio) che crea una patina protettiva sul polo.

Dopo aver rialimentato il caricabatteria, ora puoi misurare la tensione ai poli, e con una pinza amperometrica misurare l’assorbimento ai fili dello stesso alimentatore per accertarti che rimanga nei limiti previsti e che raggiunta la tensione idonea lavori correttamente riducendo gradualmente la corrente di carica.

Ma ritorniamo alle batterie sopra denominate “con i tappi” ; ne troverai uno in corrispondenza di ogni elemento e provvederai ad aprire non prima di esserti munito di guanti, occhiali e mascherina di protezione. È possibile riportare a livello il liquido elettrolito, aggiungendo dell’acqua distillata, venduta appositamente per il rabbocco delle batterie di avviamento; puoi usare anche uno comodo rabboccatore semiautomatico come questo in figura sotto, che autonomamente si ferma quando il liquido  è a livello.

Se ne sei sprovvisto ed esegui il rabbocco con un piccolo imbuto, allora le due linee laterali sul corpo della batteria che indicano i livelli MIN e MAX del liquido, ti saranno di aiuto.

Una cosa fondamentale che DEVI sapere, è che non devi MAI rabboccare una batteria con dell’acido nuovo, ma ESCLUSIVAMENTE con acqua distillata; altrimenti è alto il rischio che il nuovo acido impatti rapidamente con gli elettrodi carichi generando un’esplosione dello stesso.

Sconsiglio anche il riempimento della batteria nel caso in cui all’apertura dei tappi sia evidente che gli elementi sono completamente asciutti; ciò è indice di cattiva manutenzione precedente, una carica troppo elevata dal caricabatterie o un problema della batteria stessa. Gli elementi asciutti e mantenuti in carica possono essere surriscaldati ed aver creato dei “gas” che a contatto con l’acqua distillata  che andrai ad aggiungere possono scatenare pericolose reazioni.

 

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Alternatore


ATTENZIONE: Le seguenti informazioni sono riservate esclusivamente a personale tecnico qualificato e che ha svolto una formazione specifica su tutti i rischi riconducibili al gruppo elettrogeno ed al rischio di folgorazione.

Leggere attentamente i manuali forniti dal costruttore.


 L’alternatore…questo essere sconosciuto.

Tanto è l’elemento chiave del gruppo elettrogeno, tanto è trascurato.

Si è portati a pensare che sia il motore l’elemento di fatica, e che invece l’alternatore non sia altro che due avvolgimenti messi in rotazione, i quali generano elettricità.

Ma è  grazie alla macchina elettrica che il generatore viene definito tale, perché è proprio lei che…genera!

“I controlli meccanici “ :

Spesso capita che il nostro staff si preoccupa di rimuovere le griglie di protezioni della ventola o dello scudo posteriore per i controlli di routine, e mi sento dire dal Cliente che mai ha visto prima smontare quelle parti.

Da qui è possibile accedere al giunto\dischi\gommini o quanto altro tiene l’accoppiamento tra il motore e l’alternatore; solo così si può verificare visivamente l’integrità dei serraggio dei dischi.

La ventilazione dell’alternatore è per aria forzata, che viene aspirata posteriormente e dopo aver attraversato gli avvolgimenti viene spinta fuori dalla ventola; perciò solamente rimuovendola la potrai pulire internamente e liberare le vie d’aria scongiurando sovratemperature.

Accedendo dallo scudo posteriore puoi misurare l’intraferro ( distanza tra il rotore e lo statore )utilizzando un apposito spessimetro e confrontando i valori con i dati del costruttore; una diminuzione o aumento dell’intraferro può facilmente segnalare un movimento anomalo del cuscinetto.

L’ingrassaggio del cuscinetto deve essere eseguito secondo le cadenze annuali o ore lavorate indicate sulla targhetta identificativa dell’alternatore stesso; se presti attenzione la targa riporta anche il tipo di grasso da utilizzare.

 

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“i controlli elettrici “:

Potrebbe rientrare nei “controlli meccanici” ma avendo a che fare con i cavi di potenza possiamo ricordarcelo anche ora: mi riferisco alla verifica dei cavi di potenza posti all’interno della cassa superiore; una sezione dedicata del manuale d’uso ti indica la coppia di serraggio dei cavi ai morsetti di potenza.

L’occasione è buona anche per verificare se ci sono segni di ruggine o ossidazione ai capicorda o se sono presenti incrinature degli isolatori.

Finito con i cavi di potenza, puoi controllare tutti i fili degli ausiliari che vanno alla morsettiera, cercando di essere delicato con quest’ultimi soprattutto se operi in un alternatore un po’ datato, è facile che si rompano a causa della plastica deteriorata.

Prima di richiudere tutto avrai anche dato un occhiata agli avvolgimenti, usando una lampada ben luminosa, così puoi sincerarti che non ci siano grossolani allentamenti o sporcizia ( tratterò più avanti in questo articolo l’argomento “pulizia” ).

Le “misure”:

Per evitare danni alle utenze del Cliente, è assolutamente necessario misurare la tensione e la frequenza con uno strumento, periodicamente tarato e certificato. (Tarato e certificato in conformità con un sistema di qualità).

Devi verificare che la tensione a vuoto sia nei valori di soglia come da targa del generatore ( 400, 380, 230V etc) e che non si discosti dai limiti previsti; confronta poi i valori con quelli della manutenzione precedente, per verificare se ci sono state variazioni che ti possano anticipare un problema di rendimento dell’alternatore o un problema del regolatore di tensione.

Ora puoi richiudere la cassa di potenza dell’alternatore, stringere bene i bulloni del coperchio e sincerarti che ci siano ancora gli adesivi col simbolo per la segnalazione di pericolo elettrico, altrimenti sarà tua premura procurarne di nuovi.

I Gruppi Elettrogeni Orefice sono equipaggiati con Alternatori Mecc Alte ; Stamford ; Marelli ; Leroy Somer

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Motore

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno

2.      Il motore

Come ho detto, non scriverò a riguardo del tagliando, ma mi limiterò a dare un suggerimento: “utilizza sempre lubrificanti di buona qualità, con le caratteristiche approvate dal costruttore.”

Quasi sempre si ha a che fare con un motore diesel che in molti anni avrà accumulato poche ore di funzionamento, perciò se ti avvali delle eccellenti caratteristiche dei prodotti di oggi, non avrai problemi nel mantenere in buone condizioni il diesel e, ( ma te lo dico strizzando l’occhiolino ) forse non sarà nemmeno necessario sostituirlo ogni anno, poiché lo prevedono anche i manuali dei motori.

Credit Navistar Inc.

Credit Navistar Inc.

Un professionista, è in possesso di manuali e li utilizza...

Alcuni sono convinti che utilizzare il manuale sia sinonimo di scarsa professionalità, poichè se si utilizza il manuale significa che non si è competenti e si deve ricorrere ad una guida. In realtà seguire le istruzioni di un manuale è sinonimo di professionalità ed è una garanzia per il Cliente. I Manuali contengono dati fondamentali su procedure e valori utili per i serraggi.

Consapevole che la cadenza del cambio olio e filtri è ben definita dal costruttore e che non per tutti è obbligatoria la sostituzione annuale se utilizzi i consumabili di primaria marca.

Così facendo avrai più tempo per concentrarti su quegli organi che, nella lunga noiosa vita del motore da gruppo elettrogeno in stand-by, non hanno modo di mantenersi in esercizio e rischiano di diventare “lenti” e “svogliati”, come i leverismi della pompa di iniezione, le punterie, il tendicinghia, l’alternatore o il motorino di avviamento, etc etc etc.

Controlla il serraggio dei morsetti sui bulbi e verifica con pazienza lo stato dei connettori lungo il cablaggio elettrico a bordo motore (sempre più presenti e numerosi sui diesel di nuova generazione).

Ecco un tipico programma di manutenzione del motore:

Manutenzione dei Gruppi Elettrogeni

La manutenzione del gruppo elettrogeno

Spesso erroneamente si scambia la manutenzione del gruppo elettrogeno con il tagliando del motore, e se è vero che il tagliando al motore è una delle attività principali della manutenzione dei gruppi elettrogeni, bisogna tenere presente che la sostituzione di olio e filtri non sempre corrisponde ad una vera manutenzione essendo  questa solo una delle tante attività che compongono “la manutenzione”.

Naturalmente un officina non specializzata in manutenzione di generatori avrà interesse nel far passare per manutenzionato un generatore che in realtà dopo 5000 ore non ha mai fatto una verifica di isolamento.

Non vogliamo demonizzare il tanto venduto tagliando motore, ma piuttosto mettere in evidenza un fatto indiscutibile, ovvero che la manutenzione di un gruppo elettrogeno non è completa se non sai come farla.

Hai un manutentore di fiducia? E’ lo stesso manutentore che fornisce assistenza sul tuo impianto elettrico, sulla Caldaia o addirittura sulla tua Automobile? Una cosa è l’amicizia, un'altra cosa sono gli affari, dove la professionalità ha un peso.

Il tuo manutentore verifica il piano di manutenzione prima di intervenire sul tuo gruppo elettrogeno? Ad ogni intervallo di ore corrisponde una tipologia di manutenzione, in particolare per i gruppi elettrogeni in funzionamento continuo, tale intervallo è stato rispettato?

Se sei un imprenditore, non dimenticarti che il gruppo elettrogeno è una macchina, e che come tale espone il tuo personale a rischi derivanti dall’utilizzo, pertanto è necessario che esso sia sempre efficiente e sicuro.

 Dovrei fare manutenzione anche se non utilizzo il Generatore?

Se non utilizzi il gruppo elettrogeno devi comunque eseguire una manutenzione ogni dodici mesi.

I lubrificanti e gli elementi filtranti, così come indicato dai rispettivi produttori, hanno una scadenza, come lo yogurt: anche se non lo consumi ad un certo punto lo devi gettare via. (smaltire). Il lubrificante, anche il Sintetico migliore, dopo un certo arco di tempo perde le sue proprietà lubrificanti e non è in grado di garantire le sue prestazioni.

Se sei un manutentore professionista leggi l’articolo che segue. (A cura di Alessandro Nomicisio)

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MANUTENZIONE DEL GRUPPO ELETTROGENO, COME LA FA UN PROFESSIONISTA .

“ Abbiamo un problema con il gruppo elettrogeno che non si avvia, potete intervenire? E’  urgente! “

-        Certo, interveniamo subito, intanto posso sapere quando avete fatto eseguire l’ultima manutenzione, e quali siano state le ultime attività manutentive ? –

-        La manutenzione è sempre stata fatta, ma non sappiamo quando e nemmeno esattamente cosa sia stato fatto…sicuramente olio e filtri.”

Quante volte ho avuto un dialogo simile con un nuovo Cliente!

Da qui in poi, se andrai avanti a leggere significa che sei un professionista, quindi perfettamente al corrente  di come è composto un gruppo elettrogeno, e sai bene quanto siano insufficienti le attività ed i controlli sopra detti per poter dire che la macchina è funzionale e la manutenzione è completa ed eseguita in piena regola. Se invece ti fermerai qui allora continuerai a fare un generico tagliando al motore convinto che sia quello l’elemento chiave del generatore.

1.      Da dove iniziare...dall'aviamento

Alcuni potrebbero non essere d’accordo su questo primo passo, ma a me piace partire dal presupposto base che il gruppo elettrogeno deve essere funzionante, altrimenti è facile incappare nell’inconveniente dell’aver eseguita tutta la manutenzione per poi scoprire tuo malgrado, e magari solo ore dopo, che a causa di un’anomalia il gruppo elettrogeno non sarà in servizio all’utenza del Cliente. 

Quindi dopo aver controllato i livelli del refrigerante e dell’olio motore, è opportuno eseguire una messa in funzione della durata di qualche minuto accertando che non via siano evidenti anomalie, e non sono presenti problematiche grossolane ( es. perdite di liquidi motore ). Solo allora si potrà arrestare il generatore, mettendolo in stato di fermo ovvero in posizione di “OFF”, (eventualmente scollegando le batterie di avviamento) per procedere con la manutenzione.

I migliori manuali di uso e manutenzione non lo dicono, ma la migliore manutenzione inizia con un test di avviamento tale da stabilire che prima della manutenzione il generatore era perfettamente funzionante.

Non è difficili immaginare quanto possa essere difficile dovere dimostrare a manutenzione completata che un difetto era presente già da prima del nostro intervento.

Nel prossimo articolo parleremo del Motore..,

Case History: Generatore sempre sotto controllo con Display Remoto.

Gestire un Generatore a distanza è facile anche senza rete, se hai a disposizione la soluzione e la tecnologia giusta.

 La gestione in Remoto di uno o più dispositivi è ormai un’esigenza comune a molte applicazioni, anche se tale esigenza non è ancora così diffusa come dovrebbe quando si tratta di Gruppi Elettrogeni.

Un nostro Cliente, che in Svezia si occupa di servizi di noleggio per eventi cinematografici, ha deciso di rinnovare la sua flotta di generatori con i nostri nuovi Generatori Orefice Tesla sfruttando la possibilità di gestire il generatore in remoto.

Il problema principale del Cliente era quello di non avere la gestione ed il controllo del generatore direttamente nella sua postazione di regia, dovendo di conseguenza necessariamente dotarsi di un assistente dedicato al monitoraggio costante del generatore.

Chi si occupa di Service Audio conosce perfettamente il problema: monitorare costantemente i parametri del generatore ed il livello di carburante è indispensabile per prevenire problemi. Fornire servizi per eventi oggi significa garantire un servizio a 360°, e sicuramente non tenere sotto controllo il generatore potrebbe rivelarsi un grosso errore.

Una criticità comune a tutti i sistemi di gestione remota è l’affidabilità del sistema, spesso soggetto a problemi nella configurazione di rete locale, nella disponibilità di rete WiFi, nel livello di complessità stesso del sistema, etc etc.

generatore remoto

La nostra soluzione è stata subito accolta e accettata dal Cliente perché è sembrata decisamente la più affidabile.  Abbiamo dotato il quadro di distribuzione di un pannello Display Remoto connesso al pannello di controllo principale del Generatore VEO, con un cavo seriale RS485.

Perché RS485? La semplicità della trasmissione seriale RS485 lo rende uno dei sistemi di trasmissione dati ancora tra i più affidabili e veloci in circolazione, infatti fino a 10 metri di distanza può raggiungere una velocità di 35Mpbs, ed infine è anche uno dei sistemi più economici e pratici da installare.

display veo remoto

Come funziona il nostro Display Remoto?

Il display remoto replica perfettamente il display del generatore permettendo di operare come se l’operatore fosse proprio davanti al generatore. Tutti i messaggi ed i parametri del generatore vengono visualizzati contemporaneamente sul display principale e sul display remoto.

Perché non un sistema Wireless?

Francamente, in un ambiente come quello di un evento cinematografico o in generale nel backstage di un qualsiasi evento commerciale, dove sono stesi sul pavimento centinaia di fili elettrici, ha senso gestire il generatore con un sistema senza fili? Noi crediamo di no, e nonostante la soluzione wireless fosse forse più remunerativa per noi, siamo certi non sia la soluzione giusta per il cliente.

Vuoi vedere come funziona? Ecco un breve video di pochi secondi!

 

 

 

 

 

 

 

Middle East Electricity 2018 Show Report

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Immagina un evento che vede riunirsi i principali costruttori mondiali del settore Power Generation, e dove contestualmente si riversano quotidianamente migliaia di distributori e rivenditori dello stesso settore, interessati a confermare partnership o stringerne di nuove: questo è il Middle East Electricity di Dubai.

Anche quest'anno abbiamo preso parte alla manifestazione, esponendo il nostro generatore ed accogliente i visitatori presso lo stand S3.B60, dal design nuovo e accogliente, in linea con il nostro stile sempre al passo coi tempi.

Partecipare al Middle East Electricity è, oltre all'occasione di incontrare Clienti e Distributori, l'occasione per raccogliere i feedback del mercato per cercare di interpretare le nuove tendenze capire l'andamento del settore.

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Think about an event where the leading world’s constructors of the Power Generation industry are all gathered together with thousands of distributors and resellers that come every day,  keen to confirm old partnership and to embrace new ones. This is Dubai Middle East Electricity.

Once again this year we’ve taken part in the exhibition, displaying our generating set and welcoming the visitors at our beautifully designed booth that embodies our brand and brings it up with the times.

Exhibiting at the Middle East Electricity not only gives a powerful platform for meeting new customers and distributors as well as reaching out old clientele, but also a great opportunity to learn  which direction the industry is going in.

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La partecipazione è stata numerosa anche quest'anno, con visitatori provenienti da ogni parte del mondo, ed in particolare da Asia, Africa e Medio Oriente.

Il nostro gruppo elettrogeno TP20 KOMP, dalle dimensioni super compatte, ha trovato il favore dei visitatori, in particolare di quelli tecnicamente più preparati, che stentavano a credere come un gruppo elettrogeno silenziato da 20kVA completo di tutti gli optional potesse stare in soli 140cm di lunghezza.

Il primo giorno abbiamo avuto il piacere e l'onore di ricevere la Sig.ra Console Generale d'Italia a Dubai,Dottoressa Valentina Setta, accompagnata dal suo Staff ed insieme al Dott.Giampaolo Bruno, ICE Trade Commissioner, durante l'incontro abbiamo avuto  l'opportunità di parlare della nostra azienda ed esporre il  nostro piano di internazionalizzazione nell'area del Golfo.

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There was, as usual,  a strong international participation to the trade show. Visitors were from all around the world, especially from across the region, Asia and Africa.

With its  super compact dimensions, our TP20K generating set had a great success among the visitors especially the technically skilled ones who were facing difficulties to believe  how  a real soundproof 20kVA diesel generators fully equipped could fit in only 140cm long . It’s fantastic to see

On the first day of the show trade we had the honour to receive the Consul General of Italy to Dubai Valentina Setta accompanied with her staff together with ICE Trade Commissioner Giampaolo Bruno. We had a very productive meeting and were able to discuss the great progress we have made and to set out our internalization policy within the area.

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Dopo il successo di questa edizione, si torna con i piedi per terra e si lavora sodo per sviluppare le migliori soluzioni per i nostri Clienti, e coltivando tutti i nuovi contatti acquisiti come sappiamo fare.

Appuntamento a Dubai per il prossimo #MEE2019

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Back on the ground after the success of this edition, we have to work hard to develop the best solutions for our customers and to cultivate the process of building relationships with the new ones.

Already looking forward to the next edition #MEE2019

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