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Gruppi Elettrogeni trifase per alimentare carichi monofase: distribuire un carico.

Orefice Generators - Copyright 2017

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Nel dimensionare la potenza di un generatore occorre valutare attentamente  quale sia  il tipo di utenza da alimentare.

Spesso si è nella condizione di disporre di un gruppo elettrogeno trifase e di dovere alimentare un carico monofase. Come procedere?

Avrai sentito dire che un gruppo elettrogeno trifase di Potenza P=3kW può alimentare un carico monofase di potenza pari a 1kW perché Pm=P/3.

Si tratta di una condizione valida per tutti gli alternatori con avvolgimenti collegati a Stella, con una tensione concatenata pari a 400V, dove per ottenere la tensione monofase di 230V non facciamo altro che alimentare il carico tra una fase ed il centro stella.

I carichi monofase alimentati da un gruppo elettrogeno trifase devono essere distribuiti in modo tale che su ogni fase circoli  non oltre  la corrente nominale del gruppo elettrogeno.

Notare come si parli di potenza ma anche di Corrente, questo perché va tenuto conto che alcuni carichi al momento dell’inserzione hanno un assorbimento superiore, ovvero correnti più elevate. Va da se che un tecnico accorto possa basarsi prima su un calcolo sperimentale, ma poi debba necessariamente misurare i carichi elettrici distribuiti sulle fasi con l’ausilio di uno strumento di misura.

Se non hai a disposizione uno strumento per misurare le correnti ma disponi di un generatore Orefice con pannello di controllo VEOTM , puoi comodamente monitorare gli assorbimenti direttamente dal Display.

veo control panel

Se non disponi di uno strumento di misura e di gruppo elettrogeno Orefice non sarai in grado di accertare la corretta distribuzione dei carichi tra le fasi.

Cosa accade se i carichi non vengono distribuiti correttamente?

Può succedere che il gruppo elettrogeno vada in sofferenza   e che in particolare gli avvolgimenti presenti all’interno dell’alternatore arrivino a surriscaldarsi sino a “bruciarsi” ed interrompersi.

Per fare un paragone, immaginiamo che il carico elettrico sia una pesante busta della spesa, e che portiamo questa busta per centinaia e centinaia di metri sempre con lo stesso braccio. Arriveremo a destinazione con un braccio affaticato e sensibilmente più soggetto ad un infortunio. Dividendo il carico in due buste non cambierebbe il lavoro da compiere, e forse nemmeno la fatica, tuttavia sarebbe più facile portare il carico a destinazione evitando dolori e rischio.

I carichi squilibrati sono uno dei maggiori fattori di avaria in un alternatore e di conseguenza in un gruppo elettrogeno.

Non è tutto qui…

Un carico squilibrato potrebbe danneggiare l’utenza ad esso collegata, specialmente quando è un carico variabile.  Una utenza costituita da apparecchiature elettroniche potrebbe non funzionare correttamente.

Capita specialmente ai Service Audio che noleggiano o acquistano un gruppo elettrogeno al quale poi   collegano il loro quadro prese senza cura di verificare quanta corrente stanno prelevando da ogni singola fase.

Facciamo un esempio per spiegare meglio cosa può accadere:

·         Gruppo elettrogeno con potenza elettrica Continua pari a 16 kW; fattore di potenza 0,8; tensione nominale trifase 400V.

·         Carico elettrico monofase da collegare pari ad un totale di 8 kW così suddiviso:

o   Lampade Alogene: 5 kW

o   Altri utilizzatori dotati di trasformatore: 3 kW

Istintivamente il Tecnico meno esperto si sentirebbe libero di collegare tutte le lampade alogene sotto una fase ed i restanti 3 kW sotto un'altra fase. Con questa suddivisione, considerando una corrente di inserzione delle lampade alogene pari ad almeno 10 volte la corrente nominale per un tempo medio di 0,12 s, non solo avrà problemi nell’accensione delle lampade, ma sovraccaricherà il generatore che per almeno 0,12 s, non garantirà valori di tensione e frequenza idonei ad alimentari i restanti 3 kW con il rischio di procurare  danni per valori di tensione fuori dai limiti.