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manutenzione generatore

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Prove di Avviamento

 Pulizia del gruppo elettrogeno

Mi sono sempre chiesto il motivo per il quale il gruppo elettrogeno non venga considerata una macchina da mantenere pulita in ogni sua parte, così come viene fatto per tutte le altre apparecchiature da lavoro o mezzi di uso quotidiano.

Quante volte è capitato di intervenire su generatori talmente sporchi da far risultare assolutamente non credibile che quella forse una macchina servita da un contratto di manutenzione; e non mi riferisco solo al filtro aria o ai filtri olio e gasolio, che vengono periodicamente sostituiti.

Qui ci riferiamo proprio alla pulizia esterna del motore diesel grondanti di liquidi, dell’alternatore e del quadro di comando spesso coperti da strati di polvere, terra, ragnatele e purtroppo anche di escrementi o insetti.

È fondamentale l’impatto visivo che si crea agli occhi del Cliente quando alla sua vista noterà una macchina perfettamente pulita, ma sopratutto una macchina pulita permetterà di individuare più facilmente eventuali anomalie che diversamente sarebbero celate.

Purtroppo il lavoro di pulizia di un gruppo elettrogeno però non è proprio comodo come pulire l’armadio di casa; intanto è bene munirsi di guanti, stracci, un dosatore e un detergente per macchine industriali, del tipo non acido, non aggressivo e diluibile in acqua. Un occhio ai prodotti non dannosi per l’ambiente è sempre preferibile.

Ora facendo cura con attenzione di non far andare liquidi su quei componenti elettrici o elettronici installati sul gruppo elettrogeno, potrai spruzzare esternamente su motore e alternatore il tuo prodotto, e dopo averlo fatto agire qualche minuto dare una bella passata di straccio per eliminare lo sporco più grossolano.

Ricordiamoci sempre che la sicurezza deve farla da padrone, perciò anche le attività di pulizia devono essere eseguite con il generatore temporaneamente in posizione OFF; poiché dovrai infilare le mani vicino ad organi di rotazione, (es. puleggia, ventola, cinghie, etc.) perciò dovremo essere assolutamente certi che il motore non si possa avviare accidentalmente.

Potrai notare come sia utile avere il motore pulito soprattutto nel contorno di guarnizioni e manicotti, così da poter meglio vedere se ci sono perdite di liquidi, anche piccole o quasi invisibili ; stesso discorso per il basamento, per il serbatoio e per la vasca di contenimento sottostante al radiatore.

Un aspirapolvere può essere molto di aiuto, per far sparire fogliame secco, ragnatele e altri rifiuti che possono essere finiti all’interno della macchina, sia per evitare il contatto con parti calde sia affinché non possano venire aspirati dal radiatore e ostruirne parzialmente la superfice della massa radiante.

Tutto più semplice invece per il quadro elettrico dove sarà sufficiente spolverare ed eliminare le esteticamente sgradevoli ragnatele.

Con un compressore d’aria puoi anche soffiare via terra o polvere accumulata nella cassa delle connessioni di potenza o, attraverso la griglia dello scudo, soffiare via sporcizia dagli avvolgimenti; anche in questo caso l’uso simultaneo dell’aspirapolvere ti potrà aiutare aspirando la polvere che si propagherà in aria.

Ora la manutenzione è pressoché terminata, e dopo esserti accertato che di non aver lasciato attrezzatura, guanti o stracci vicino alla macchina, potrai procedere con l’ultimo fondamentale step.

Le prove di avviamento e marcia.

I tipi di quadri di comando e schede di controllo sono ormai molteplici sul mercato, ma senza entrarne nello specifico, potremo riassumerli in due comandi fondamentali: manuale o automatico.

Qualsiasi gruppo elettrogeno disporrà di una chiave o di un pulsante di avviamento ( start\stop ), sui quali potrai agire dopo avere selezionato la modalità MAN sulla scheda.

Le schede di comando risalenti almeno all’ultimo decennio, dispongono del comando TEST, mediante il quale la scheda esegue autonomamente l’avvio gruppo elettrogeno e lo mantiene in marcia fino alla nuova pressione del medesimo comando.

Questa funzione ti darà la comodità di posizionarti vicino alla macchina, monitorarne i tempi di avviamento e  misurare la caduta della tensione di batteria con lo strumento durante l’inserzione del motorino e partenza del diesel.

Il gruppo elettrogeno si sarà avviato al primo tentativo e rimarrà in moto erogando a vuoto senza problematiche, ma tu lo sai già perché lo avevi avviato prima di iniziare la manutenzione( rif. Par.1); ora invece potrai dedicarti alla verifica delle principali fonti di sicurezza del motore, simulando l’intervento del bulbo di pressione olio, alta temperatura liquido refrigerante e pulsante di emergenza.

La prova è da ritenersi positiva solo nel caso in cui il gruppo elettrogeno riceva il segnale di arresto, si spenga immediatamente e il rispettivo allarme uditivo e luminoso compaia sulla scheda di comando.

Con il gruppo elettrogeno in marcia, leggi e annota le misure delle tensioni di generatore erogata sulle tre fasi e la frequenza di rotazione, questo sarà utile per poterle confrontare con la lettura della manutenzione precedente e verificare se ci sono stati discostamenti così da intervenire con eventuali regolazioni.

Annota anche le ore di funzionamento, che sono fondamentali per mantenere monitorato lo stato di usura del generatore e le scadenze alle future attività di manutenzione.

Ora si può procedere all’arresto del gruppo elettrogeno; se lo farai con il comando di rientro dalla condizione di TEST , automaticamente verrà fatta la procedura di raffreddamento motore per il tempo preimpostato, e la macchina si posizionerà in modalità AUTO in condizione di stand-by.

Se invece lo avrai avviato in modalità MANUALE, dovrai accertarti che alla fine della prova venga ripristinata la modalità di funzionamento “AUTO”.

Non stupirti se ho evidenziato in neretto quest’ultima frase, ma è una dimenticanza non poi così sporadica ; nella mia esperienza di Service, non sono state poi così rare le chiamate di Clienti presso i quali il gruppo elettrogeno non si sia avviato perché dimenticato in posizione di OFF o di partenza da comando Manuale.

Un’ultima rapida occhiata alla macchina, alla centralina e chiudi le porte per riconsegnare le chiavi al Cliente.

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Circuiti Ausiliari

1.      Circuiti ausiliari.

Il gruppo elettrogeno, a seconda della sua complessità può presentare molteplici dispositivi ausiliari, necessari al suo funzionamento e che sono scelti in funzione del tipo di motore, di alternatore, di cofanatura\container, dal sito di installazione o  dalle condizioni di utilizzo.

Ne potremo vedere insieme molteplici esempi in un altro articolo.

In ogni caso la maggior parte dei gruppi elettrogeni dispone di almeno uno tra questi:

-preriscaldo acqua motore,

-preriscaldo olio motore,

-resistenza anticondensa dell’alternatore.

È importante verificare che siano funzionanti, e che stiano facendo il loro dovere mantenendo in temperatura il motore ( per i primi due ) o che stiano impedendo umidità sugli avvolgimenti ( per l’ultimo ).

Per alcuni è sufficiente verificare la temperatura con uno strumento di rilevazione termico direttamente sulla testata dei motori o vicino alla coppa dell’olio per poter stabilire che il preriscaldo funziona, ma molti motori moderni hanno un vero e proprio controllo della temperatura minima sulle teste per poter avere il consenso all’avviamento; pertanto è bene misurare in più punti del circuito acqua l’effettiva temperatura raggiunta dal preriscaldo.

In questo modo potrai modificarla agendo sul termostato di regolazione qualora sia troppo bassa o troppo alta ( una costante temperatura del preriscaldo troppo alta produce un inutile logorio delle tenute del motore come guarnizioni, o-ring. manicotti, etc).

Una verifica elettrica più specifica può essere eseguita dopo aver opportunamente disalimentato elettricamente il preriscaldo e dopo averne scollegato i fili dell’alimentazione; con uno strumento, un comune multimetro, puoi verificarne segnali di dispersione verso terra e capire se la resistenza è in deterioramento o ancora in buone condizioni.

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2.      Quadro di comando.

In relazione all’anno di costruzione, potrà essere composto ed equipaggiato con strumenti di vecchia o nuova generazione; potrà essere elettromeccanico con molti relè, o elettronico con schede di vario genere.

In entrambi i casi, comunque sia, tutto avviene mediante contatti elettrici, fili, scambi di segnali, etc, pertanto troverai morsetti, connettori, cablaggi e altro materiale elettrico da verificare con pazienza.

Il movimento stesso di relè, teleruttori e contattori, provoca con il tempo un allentamento delle connessioni, che possono essere riserrate.

Dovrai accertarti che il morsetto sia ben stretto, ma allo stesso tempo con delicatezza, facendo attenzione a non eccedere con il rischio di danneggiare il componente.

È consigliabile rimuovere i coperchi delle canale che alloggiano tutti i fasci di cavi, così da vedere che non ci siano stati corti tra fili o cablaggi danneggiati; questo è un punto dolente, specialmente nelle vecchie installazioni, poiché canale, fili, barrette di rame e cunicoli sono il territorio preferito di piccoli roditori, che oltre a trovare un habitat molto comodo e riparato sono molto golosi purtroppo proprio dei fili e del loro isolamento.

Capita di dover intervenire presso quadri elettrici seriamente danneggiati dall’attività di piccoli roditori, che purtroppo vengono scoperti solo dopo che hanno avuto modo di creare un danno o ancora peggio lasciando al buio un’intera attività, perché muovendosi tra le barre di rame di una commutazione hanno causato un corto circuito tra le fasi; o più semplicemente perché sono stati rosicchiati i cavi di segnale tra le centraline.

Munisciti di un paio di guanti adatti e controlla bene dunque tra i fasci di cavi e qualora ti capitasse di trovare traccia di roditori, dovrai riparare o sostituire prontamente il filo danneggiato, e avvisare il  cliente in modo che possa organizzare la dovuta disinfestazione locale.

Con delle bombolette di aria compressa del tipo in uso anche per le tastiere dei computer,  è consigliabile soffiare via tutta la polvere, sporcizia, ragnatele e quanto si deposita sui componenti dentro al quadro; evita di usare un compressore che potrebbe far spruzzare acqua sotto forma di condensa sui contatti elettrici.

Il resto dei controlli al quadro di comando, sono direttamente correlati alle prove di funzionamento.

Non dimenticare di mettere in sicurezza il generatore prima di qualsiasi attività, inoltre ricorda che il quadro di commutazione potrebbe avere parti in tensione.

 

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Serbatoio

Serbatoio giornaliero del Generatore.

Nei casi più comuni il serbatoio del generatore, chiamato anche serbatoio di servizio o serbatoio giornaliero, può essere posizionato sotto all’accoppiato motore-alternatore, incorporato al basamento della cofanatura o nel locale di installazione, a pavimento o a parete; in ogni caso dispone di almeno uno tra questi elementi a cui fare la manutenzione:

  • indicatore di livello visivo analogico,

  • galleggiante di tipo on-off o a più livelli,

  • elettrovalvola o valvola a scatto,

  • sistema di caricamento con pompa manuale, elettrica o entrambe.

Soprattutto per le installazioni più vecchie è bene controllare che non vi siano trasudazioni dalle giunzioni o dalle saldature; se presente l’indicatore di livello visivo allora verificare bene che non ci siano perdite dalle guarnizioni di tenuta o crepe nel vetro.

Se presente una pompa manuale è sufficiente provarne il funzionamento e controllare che durante il movimento della manovella non ci siano perdite di combustibile.

In presenza invece di una pompa elettrica è possibile forzare la partenza se consentito, oppure simularne la partenza automatica, sfilando il galleggiante dal serbatoio così da controllarne visivamente l’integrità ed allo stesso tempo accertarsi che intervengano gli allarmi di livello e la partenza in automatico della pompa.

Anche in questo caso dalle tubazioni non devono esserci perdite di combustibile durante il funzionamento, che altrimenti devi occuparti di ripristinare immediatamente.

"Dopo quanto tempo devono essere sostituiti i tubi del carburante?"

Sul tubo potrebbe esserci stampata la data di produzione, ma non la data di scadenza in quanto questa dipende da come il tubo viene utilizzato,  temperature, agenti atmosferici.
Esiste tuttavia un'indicazione di durata, espressa in circa 10 anni, ma vincolata alle condizioni sopra riportate.

Tutto il sistema può anche essere testato facilmente simulando uno svuotamento del serbatoio, qualora però sia fornito di sistema di svuotamento con rubinetto e vasca di raccolta.

Le operazioni sopra descritte si eseguono a generatore spento e centralina di comando in posizione OFF. (Opportuno eventualmente anche batteria disconnessa).

Vasca di raccolta perdite del Gruppo Elettrogeno

La vasca di raccolta, se presente, deve essere mantenuta pulita con lo scopo di evidenziare tutte le eventuali perdite di liquidi.

Se presente un punto di drenaggio, verificarne la tenuta e che non sia stato manomesso.

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Batterie

1.      Batterie di avviamento

Perché un paragrafo dedicato solo alle batterie di avviamento?

Semplice, perché se non sono ben mantenute ed in efficienza, il gruppo elettrogeno non partirà!

Nel più fortunato dei casi, il motore diesel è equipaggiato di avviamento ad aria compressa, ma lo lasceremo appunto ai casi specifici, uno degli altri optional speciali che possono essere aggiunti ai motori diesel e che come detto affronteremo in un altro articolo.

Ma dato che sei stato attento già all’inizio di questo articolo, ed avendo per prima cosa eseguito un tentativo di avviamento del motore sai che la batteria è funzionante.

Le batterie di avviamento sul mercato sono ormai di svariato tipo, e si differenziano per marche, modelli, caratteristiche.

Per semplificare la discussione, faccio una sforbiciata a due categorie fondamentali andando a “quelle di tipo ermetico” e “quelle a riempimento” ( più comunemente definite nel gergo degli operatori “batterie senza tappi” o “batterie con i tappi” ).

Le batterie cosiddette di tipo ermetico non danno la possibilità di controllo del livello di liquido elettrolito nei singoli elementi, salvo alcune delle più recenti generazioni che presentano un piccolo foro “spia” sul coperchio superiore che presenterà un cambio di colore in relazione al decadimento del liquido interno.

Puoi dunque avvalerti di tutti i controlli esterni visivi e di quelli elettrici per definire se la batteria è più prossima al suo fine vita o se è ancora in buono stato; per iniziare, dopo avere opportunamente disalimentato il caricabatteria statico nel quadro, devi scollegare i due morsetti ai poli della batteria, e posizionandoti con il tuo tester ne misurerai la tensione di carica a vuoto. In questa condizione di riposo, e non mantenuta dal caricatore, la tensione non dovrà scendere sotto il valore  minimo indicato dal costruttore, ma comunque non sotto i 12V .

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Se ne sei provvisto, puoi utilizzare uno strumento specifico di quelli che eseguono il processo di scarica e carica e che ti stampano un piccolo report con il dato prestazionale.

Ora puoi pulire bene i due poli della batteria e ricollegare i morsetti, prima il positivo e poi il negativo, senza esagerare troppo nell’avvitare il bulloncino di serraggio. Il fissaggio deve essere fatto in modo che il polo sia ben stretto affinché non si possa muovere, ma senza danneggiare il morsetto o lo stesso polo ( soprattutto questi ultimi, sono molto “morbidi” ).

Puoi anche usare uno spray (facilmente reperibile in commercio) che crea una patina protettiva sul polo.

Dopo aver rialimentato il caricabatteria, ora puoi misurare la tensione ai poli, e con una pinza amperometrica misurare l’assorbimento ai fili dello stesso alimentatore per accertarti che rimanga nei limiti previsti e che raggiunta la tensione idonea lavori correttamente riducendo gradualmente la corrente di carica.

Ma ritorniamo alle batterie sopra denominate “con i tappi” ; ne troverai uno in corrispondenza di ogni elemento e provvederai ad aprire non prima di esserti munito di guanti, occhiali e mascherina di protezione. È possibile riportare a livello il liquido elettrolito, aggiungendo dell’acqua distillata, venduta appositamente per il rabbocco delle batterie di avviamento; puoi usare anche uno comodo rabboccatore semiautomatico come questo in figura sotto, che autonomamente si ferma quando il liquido  è a livello.

Se ne sei sprovvisto ed esegui il rabbocco con un piccolo imbuto, allora le due linee laterali sul corpo della batteria che indicano i livelli MIN e MAX del liquido, ti saranno di aiuto.

Una cosa fondamentale che DEVI sapere, è che non devi MAI rabboccare una batteria con dell’acido nuovo, ma ESCLUSIVAMENTE con acqua distillata; altrimenti è alto il rischio che il nuovo acido impatti rapidamente con gli elettrodi carichi generando un’esplosione dello stesso.

Sconsiglio anche il riempimento della batteria nel caso in cui all’apertura dei tappi sia evidente che gli elementi sono completamente asciutti; ciò è indice di cattiva manutenzione precedente, una carica troppo elevata dal caricabatterie o un problema della batteria stessa. Gli elementi asciutti e mantenuti in carica possono essere surriscaldati ed aver creato dei “gas” che a contatto con l’acqua distillata  che andrai ad aggiungere possono scatenare pericolose reazioni.

 

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Alternatore


ATTENZIONE: Le seguenti informazioni sono riservate esclusivamente a personale tecnico qualificato e che ha svolto una formazione specifica su tutti i rischi riconducibili al gruppo elettrogeno ed al rischio di folgorazione.

Leggere attentamente i manuali forniti dal costruttore.


 L’alternatore…questo essere sconosciuto.

Tanto è l’elemento chiave del gruppo elettrogeno, tanto è trascurato.

Si è portati a pensare che sia il motore l’elemento di fatica, e che invece l’alternatore non sia altro che due avvolgimenti messi in rotazione, i quali generano elettricità.

Ma è  grazie alla macchina elettrica che il generatore viene definito tale, perché è proprio lei che…genera!

“I controlli meccanici “ :

Spesso capita che il nostro staff si preoccupa di rimuovere le griglie di protezioni della ventola o dello scudo posteriore per i controlli di routine, e mi sento dire dal Cliente che mai ha visto prima smontare quelle parti.

Da qui è possibile accedere al giunto\dischi\gommini o quanto altro tiene l’accoppiamento tra il motore e l’alternatore; solo così si può verificare visivamente l’integrità dei serraggio dei dischi.

La ventilazione dell’alternatore è per aria forzata, che viene aspirata posteriormente e dopo aver attraversato gli avvolgimenti viene spinta fuori dalla ventola; perciò solamente rimuovendola la potrai pulire internamente e liberare le vie d’aria scongiurando sovratemperature.

Accedendo dallo scudo posteriore puoi misurare l’intraferro ( distanza tra il rotore e lo statore )utilizzando un apposito spessimetro e confrontando i valori con i dati del costruttore; una diminuzione o aumento dell’intraferro può facilmente segnalare un movimento anomalo del cuscinetto.

L’ingrassaggio del cuscinetto deve essere eseguito secondo le cadenze annuali o ore lavorate indicate sulla targhetta identificativa dell’alternatore stesso; se presti attenzione la targa riporta anche il tipo di grasso da utilizzare.

 

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“i controlli elettrici “:

Potrebbe rientrare nei “controlli meccanici” ma avendo a che fare con i cavi di potenza possiamo ricordarcelo anche ora: mi riferisco alla verifica dei cavi di potenza posti all’interno della cassa superiore; una sezione dedicata del manuale d’uso ti indica la coppia di serraggio dei cavi ai morsetti di potenza.

L’occasione è buona anche per verificare se ci sono segni di ruggine o ossidazione ai capicorda o se sono presenti incrinature degli isolatori.

Finito con i cavi di potenza, puoi controllare tutti i fili degli ausiliari che vanno alla morsettiera, cercando di essere delicato con quest’ultimi soprattutto se operi in un alternatore un po’ datato, è facile che si rompano a causa della plastica deteriorata.

Prima di richiudere tutto avrai anche dato un occhiata agli avvolgimenti, usando una lampada ben luminosa, così puoi sincerarti che non ci siano grossolani allentamenti o sporcizia ( tratterò più avanti in questo articolo l’argomento “pulizia” ).

Le “misure”:

Per evitare danni alle utenze del Cliente, è assolutamente necessario misurare la tensione e la frequenza con uno strumento, periodicamente tarato e certificato. (Tarato e certificato in conformità con un sistema di qualità).

Devi verificare che la tensione a vuoto sia nei valori di soglia come da targa del generatore ( 400, 380, 230V etc) e che non si discosti dai limiti previsti; confronta poi i valori con quelli della manutenzione precedente, per verificare se ci sono state variazioni che ti possano anticipare un problema di rendimento dell’alternatore o un problema del regolatore di tensione.

Ora puoi richiudere la cassa di potenza dell’alternatore, stringere bene i bulloni del coperchio e sincerarti che ci siano ancora gli adesivi col simbolo per la segnalazione di pericolo elettrico, altrimenti sarà tua premura procurarne di nuovi.

I Gruppi Elettrogeni Orefice sono equipaggiati con Alternatori Mecc Alte ; Stamford ; Marelli ; Leroy Somer

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno: Motore

Manutenzione del Gruppo Elettrogeno

2.      Il motore

Come ho detto, non scriverò a riguardo del tagliando, ma mi limiterò a dare un suggerimento: “utilizza sempre lubrificanti di buona qualità, con le caratteristiche approvate dal costruttore.”

Quasi sempre si ha a che fare con un motore diesel che in molti anni avrà accumulato poche ore di funzionamento, perciò se ti avvali delle eccellenti caratteristiche dei prodotti di oggi, non avrai problemi nel mantenere in buone condizioni il diesel e, ( ma te lo dico strizzando l’occhiolino ) forse non sarà nemmeno necessario sostituirlo ogni anno, poiché lo prevedono anche i manuali dei motori.

Credit Navistar Inc.

Credit Navistar Inc.

Un professionista, è in possesso di manuali e li utilizza...

Alcuni sono convinti che utilizzare il manuale sia sinonimo di scarsa professionalità, poichè se si utilizza il manuale significa che non si è competenti e si deve ricorrere ad una guida. In realtà seguire le istruzioni di un manuale è sinonimo di professionalità ed è una garanzia per il Cliente. I Manuali contengono dati fondamentali su procedure e valori utili per i serraggi.

Consapevole che la cadenza del cambio olio e filtri è ben definita dal costruttore e che non per tutti è obbligatoria la sostituzione annuale se utilizzi i consumabili di primaria marca.

Così facendo avrai più tempo per concentrarti su quegli organi che, nella lunga noiosa vita del motore da gruppo elettrogeno in stand-by, non hanno modo di mantenersi in esercizio e rischiano di diventare “lenti” e “svogliati”, come i leverismi della pompa di iniezione, le punterie, il tendicinghia, l’alternatore o il motorino di avviamento, etc etc etc.

Controlla il serraggio dei morsetti sui bulbi e verifica con pazienza lo stato dei connettori lungo il cablaggio elettrico a bordo motore (sempre più presenti e numerosi sui diesel di nuova generazione).

Ecco un tipico programma di manutenzione del motore: