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La differenza tra un gruppo elettrogeno con motore 3000 rpm e 1500 rpm.

Che differenza c’è tra un gruppo elettrogeno 3000 rpm e 1500 rpm ? Come non farsi trovare impreparati.

Il gruppo elettrogeno per definizione è l’assieme di un motore a combustione interna che muove un generatore elettrico.

I motori più diffusi sono quelli Diesel e Benzina con regime di rotazione a 1500 rpm oppure 3000 rpm, dove “rpm” sta per  revolutions per minute o in italiano, rotazioni per minuto. (Il numero di giri del motore può essere anche inferiore a 1500).

Che differenza c’è tra un gruppo elettrogeno 3000 rpm e 1500 rpm ?

Tecnicamente abbiamo già risposto: un motore in un minuto esegue 3000 rotazioni, mentre l’altro nello stesso minuto ne esegue 1500, ovvero la metà. Significa, in altre parole, che se con un tachimetro misurassimo il numero di giri all’albero di uno e dell’altro, otterremo appunto rispettivamente 3000 giri e 1500 giri.

Questa differenza comporta delle conseguenze evidenti che bisogna conoscere durante l’acquisto e durante l’utilizzo di un generatore:

Vita attesa

Un motore con regime 3000 giri/min, ha una vista attesa inferiore rispetto al motore 1500 giri/min. Questo è dovuto alla differenza di sollecitazioni a cui esso è sottoposto. Pensa ad un automobile che viaggia a 80km/h  in terza marcia ed un automobile che viaggia a 80km/h in quinta marcia, entrambe raggiungono la stessa velocità ma con uno stress meccanico differente.

Volendo dare dei numeri, possiamo dire che un gruppo elettrogeno con motore diesel 3000rpm raggiunte le 2500 ore di funzionamento potrebbe avere necessità di una revisione parziale o totale, mentre per un motore diesel 1500rpm questa potrebbe essere necessaria dopo le 10.000 ore di funzionamento. (valori indicativi)

Limiti di funzionamento

Alcuni dicono 3 ore, altri 4 ore oppure 6 ore di funzionamento continuativo.

Un motore a 3000 giri/min ha un limite di funzionamento nel tempo, solitamente dopo alcune ore di funzionamento andrebbe spento per consentirne il raffreddamento e verificare i livelli. Questo non significa che sia vietato utilizzarlo h24, ma che l’uso continuativo non è opportuno. Un elevato numero di giri, per un tempo prolungato, non è l’ideale per un motore diesel.

Dimensioni e peso

Il motore a 3000 giri/min a parità di potenza ha dimensioni e peso più contenute rispetto al 1500 giri/min poiché per raggiungere la potenza nominale ha caratteristiche tecniche diverse. Solitamente si tratta di motori mono e bicilindrici raffreddati ad aria.

Costi

Il costo del motore è inferiore, di conseguenza anche quello del generatore, ed anche il costo di gestione è differente: solitamente un motore che lavora sotto stress tende ad accumulare nel tempo un numero di avarie e manutenzioni superiore alla media.

Il rumore

Il rumore di un generatore con motore a 3000 rpm è solitamente superiore, e, anche quando ha una pressione acustica simile a quella del suo fratellastro con motore 1500rpm, la frequenza del suono risulta più fastidiosa nel caso del motore 3000rpm.

Valutati questi aspetti avrai le idee più chiare per selezionare e utilizzare il tuo generatore.

Quando NON dovresti assolutamente acquistare un Gruppo Elettrogeno.

Quando NON dovresti assolutamente acquistare un Gruppo Elettrogeno.

Quando “valutare quanto”…è importante.

Non è un titolo creato per attirare la tua attenzione. In questo articolo ho intenzione di spiegarti quali sono,  dal mio punto di vista, i casi in cui non dovresti assolutamente comprare un gruppo elettrogeno, anche se questo sembra andare contro il mio interesse.

La differenza tra un dilettante ed un professionista, è che il primo ti racconta qualsiasi cosa pur di vendere, mentre il Professionista ti dice la verità anche quando questa è scomoda e quando significa rimandare una vendita o addirittura perderla del tutto.

Se in una scala di valori possedere un gruppo elettrogeno occupa per te una posizione bassa in classifica, ecco che hai appena trovato il primo motivo per non comprare un gruppo elettrogeno: Non ti serve!

Per quanto possa sembrare banale è da una valutazione come questa che partiamo per argomentare tutte le altre valide motivazioni per la quale non dovresti acquistare un gruppo elettrogeno, prima fra tutte quella di possedere uno strumento che non ti serve.

Valutare quanto…lo utilizzerai.

Una delle obiezioni con cui mi confronto più spesso con i Clienti è quella legata a “quanto” utilizzeranno un generatore, questo perché si è diffusa a macchia d’olio la convinzione che se intendi usare un gruppo elettrogeno poche volte all’anno o addirittura “forse” nemmeno una volta, allora puoi tranquillamente acquistare un generatore, un complessivo di ferro ben verniciato ma pur sempre costruttivamente penoso. Questo modo di ragionare è l’esatto opposto di ciò che facciamo tutti i giorni, ovvero acquistare beni di valore consapevoli che nel momento in cui ci saranno utili saranno i migliori ed i più adatti per noi.

Facciamo un semplice esempio: Se vuoi acquistare un nuovo Computer, cosa fai? Vai al negozio di elettronica e chiedi semplicemente “ datemi un Computer per cortesia…” ? Non credo.

Sicuramente partendo da quelle che sono le tue necessità inizi a cercare il modello che ti sembra più adatto tenendo un occhio alle caratteristiche e un occhio al prezzo, valutando le prestazioni, la qualità, la garanzia, le recensioni. Se hai un minimo di buon senso non valuterai un Computer, (che è uno strumento e non un oggetto qualsiasi) sulla base di “quante volte lo utilizzerai”, anche perché in certi casi non puoi sapere realmente quante saranno.

Il ragionamento sul “quanto lo utilizzerai” è molto frequente nel caso in cui sei obbligato ad avere un gruppo elettrogeno di emergenza. In quel caso puoi risparmiare acquistando quello che costa meno a patto che rispetti le caratteristiche richieste. Un caso tipico è quello delle opere pubbliche, dove se ne vedono di tutti i colori spesso ai limiti della legalità.

In realtà ti posso assicurare che in tutti i casi in cui sei obbligato ad avere un generatore di emergenza, esso ti servirà realmente ed è proprio in quei casi che devi essere certo di aver scelto il migliore in commercio.

Il fatto poi, che non sarai tu ad utilizzarlo, se ci pensi bene è un arma a doppio taglio.

Negli ultimi 10 anni in Italia e non solo, vengono venduti prodotti Italiani allestiti con componenti di bassa qualità e venduti per tutte le applicazioni stand-by in cui (non si capisce sulla base di quale criterio) si è stabilito che il generatore si avvierà una volta all’anno o forse mai.

Il ragionamento immorale fatto da alcune case e spiegato senza mezzi termini è questo:

Gentile Cliente, considerato che sicuramente vuoi risparmiare e che tanto il gruppo elettrogeno probabilmente lo utilizzerai una volta all’anno, intendo offrirti quello perfetto per te, solo che siccome fa schifo e monta un motore che non sono sicuro vada bene, te lo garantisco per un funzionamento di massimo 250 ore all’anno”.

In un colpo solo ti ha detto:

1.    Che per risparmiare devi rinunciare a qualcosa. (forse non hai nemmeno esposto un problema budget, ma Lui ti ha anticipato).

2.    Che non ha bisogno del gruppo elettrogeno.

3.    Che ti sta vendendo qualcosa per la quale non può nemmeno darti una garanzia “normale”.

Se rapportassimo lo stesso ragionamento a un altro settore, come ad esempio quello assicurativo, Loro ti venderebbero una polizza che non ti serve, senza le coperture che ti aspetti, e con una franchigia che ti ricorderai per il resto dei tuoi giorni.

Questo metodo di vendita, studiato per fare numeri e certamente non  quelli dei clienti, ha trovato terreno fertile in alcune imprese installatrici che forniscono impianti chiavi in mano dove tra le altre cose “devono” installare anche un generatore di emergenza, in quel caso l’obbiettivo è contenere i costi senza che il committente possa contestare la fornitura, spesso giocando sulla scarsa competenza del committente in materia di generatori.

Ora non voglio dire che la qualità sia solo nei grandi marchi di motori e di alternatori, ma ho visto generatori che al momento della messa in servizio avevano già fatto la ruggine, in basso isolamento oppure generatori che manifestavano dopo poche ore perdite di liquidi,  cali di potenza, non rispondenza ai dati del costruttore etc etc.

Lo scorso Novembre un rivenditore/installatore ci raccontava la sua brutta esperienza con un gruppo elettrogeno prodotto in Europa, che al momento del primo avviamento ha trascinato l’alternatore strappandolo dal telaio e ruotandolo su se stesso. Il risultato è stato:

·         Una pessima figura con il suo Committente,

·         Essere stato costretto a sostituire il generatore con un altro a sue spese.

·         Essere stato oggetto di una notizia che lo ha reso famoso suo malgrado e che non sarà facile da cancellare.

Resta da capire quali sono gli altri casi in cui non dovresti comprare un gruppo elettrogeno.

1)    Se pensi che utilizzerai poco il gruppo elettrogeno, non comprarlo!

Quando resterai al buio allora potrai accendere delle romantiche candele oppure utilizzare lampade a batteria, e se il black-out sarà prolungato potrai comunque noleggiare un gruppo elettrogeno.

2)    Se pensi che utilizzerai il gruppo elettrogeno poche ore all’anno ma al suo corretto funzionamento è collegata la sicurezza di cose o persone, allora  non cascarci…comprane uno Vero!

I processi della tua azienda sono legati all’energia elettrica? La sicurezza delle persone dipende in qualche modo dal gruppo elettrogeno di emergenza? Allora per quale motivo dovresti risparmiare pochi euro ottenendo molto meno?

Tutti sono capaci a spendere meno rinunciando a qualcosa!

Ho visto applicazioni dove al funzionamento di un gruppo elettrogeno è legata la sicurezza delle persone e il generatore era equipaggiato con motore e alternatore che anche i costruttori stessi si vergognavano di marchiare, eppure era li, in servizio a una struttura strategicamente  importante.  

Che ne dici di un gruppo elettrogeno usato?

Se davvero il budget ti costringe a valutare soluzioni diverse dall’acquisto di un gruppo elettrogeno nuovo e con tutte le garanzie e le condizioni esposte sopra, perché non prendere in considerazione un generatore usato?

Possiamo fare un breve confronto traPro e Contro delle due possibili situazioni:

Quando sai già in partenza che non te ne occuperai…

Avere un Generatore e non tenerlo in condizioni efficienti che ne consentano un utilizzo puntuale e sicuro è totalmente inutile.

Se possiedi qualcosa hai tutto l’interesse a tenerla in ordine per evitare che perda valore.

Durante le nostre attività manutentive ci capita di incontrare generatori con pochi anni di  vita ma completamente abbandonati a se stessi, questo succede perché la proprietà non se ne cura o perché qualcuno incaricato di occuparsene  “dimentica” di fare qualcosa, insomma le classiche storie che si sentono in alcune Aziende.

Le soluzioni ci sono: contratti di manutenzione, formule di noleggio a breve e  lungo termine, solo per menzionarne alcune, che permettono di evitare di immobilizzare capitale che invecchia inutilmente e perde valore senza che venga utilizzato.

Volendo riassumere il concetto, ti sto invitando a valutare quali sono i costi di gestione prima di prendere qualsiasi decisione, poichè una volta acquistato dovrai mantenerlo.

Quando ci sono alternative più economiche.

“Stavo pensando di dare disdetta del mio contratto con il fornitore di rete per installare un generatore…mi può convenire?”

NO!

Se il tuo obbiettivo è quello di risparmiare denaro generando autonomamente energia elettrica bruciando combustibili fossili la risposta è No, e non ho bisogno di calcoli matematici per spiegarlo; non conviene, fidati di uno che te ne venderebbe volentieri uno.

Le alternative al generatore per auto-produzione esistono: sono le fonti rinnovabili.

Purtroppo anche nel caso di un impianto eco-compatibile, eco-sostenibile, eco-quellochevuoi, dovrai pensare ad una fonte energetica di backup…indovina di cosa si tratta?

Andrea Orefice

Gruppi Elettrogeni in Cantiere: Lavorare in Sicurezza

Gruppo Elettrogeno da Cantiere: Lavorare in Sicurezza

I lavori sulla provinciale Sestu – Elmas, il Cantiere per la costruzione di edifici residenziali nel quartiere Lac di Tunisi, o una qualsiasi delle grandi opere in corso in Italia e nel mondo, hanno in comune almeno una cosa:  Un Cantiere ed un gruppo elettrogeno che alimenta le utenze del Cantiere.

L’utilizzo presso un cantiere è una delle applicazioni più comuni per un gruppo elettrogeno, perché solitamente i cantieri sono privi della rete di distribuzione elettrica oppure la disponibilità di potenza è limitata a pochi kWe.

Spesso viene fatta una distinzione netta tra gruppi elettrogeni da cantiere e tutti gli altri destinati a diverse applicazioni, ma in realtà tale distinzione è molto superficiale perché si basa su poche caratteristiche che sono molto comuni nelle applicazioni di un generatore in cantiere. Parliamo del pannello prese elettriche, il serbatoio con autonomia pari o superiore ad 8 ore di lavoro a pieno carico, uno o più ganci di sollevamento, solo per citarne alcuni.

In realtà vengono trascurate caratteristiche tecniche più importanti solo perché chi opera nel settore delle forniture di attrezzature da cantiere spesso vende ciò che ha in magazzino, oppure ignora l’esistenza di specifiche tecniche e allestimenti utili al Cliente.

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Non è raro che l’utente in cantiere abbia a disposizione quattro o più prese elettriche industriali a cui collegare diverse apparecchiature, di diversa tipologia, senza avere scrupolo di verificare se tali apparecchiature siano idonee a funzionare correttamente ed in sicurezza una volta collegate al generatore. In dettaglio possiamo dire che erroneamente si da troppa importanza alla “quantità” di energia, e più comunemente al numero di prese di cui il gruppo elettrogeno è provvisto, (come fosse una fonte infinita di energia elettrica), piuttosto che alla “qualità” dell’energia, senza prendere in considerazione aspetti come la regolazione di giri elettronica e il regolatore di tensione elettronico, solo per fare un esempio.

Molti elettroutensili vengono “sacrificati” quando un gruppo elettrogeno è in sovraccarico oppure lavora con carichi elettrici non equilibrati.

Fatte queste premesse, che affronteremo prossimamente in un altro articolo, possiamo rispondere ad alcune delle domande che i Clienti ci sottopongono in materia di sicurezza per l’applicazione specifica in cantiere.

Per capire come utilizzare in sicurezza un gruppo elettrogeno in cantiere facciamo riferimento in particolare alla norma CEI 64-8.

Il gruppo elettrogeno in Cantiere: come sceglierlo.

Un errore diffuso commesso dalle Aziende,  dalla più piccola (l’artigiano che opera da solo) alla più grande e strutturata, è la scelta del generatore da posizionare in Cantiere.

E’ ovvio   che le aziende vogliano utilizzare a tutti i costi il gruppo elettrogeno di cui dispongono piuttosto che acquistarne uno nuovo oppure noleggiarlo. Può succedere che in un Cantiere che ha un esigenza di soli 30 kW venga installato un generatore da 200kVA.

Se come azienda dispongo di un gruppo elettrogeno da 200kVA e con esso alimento un cantiere che nelle 8 ore di funzionamento eroga in media il 20% della potenza netta nominale del generatore, non sto facendo altro che rovinare il gruppo elettrogeno e sprecare carburante inutilmente.

Messa in questi termini sembra si voglia lasciare intendere che sia necessario acquistare un gruppo elettrogeno per ogni potenza, ma non è così. In Cantiere bisogna tenere conto degli assorbimenti delle macchine allo spunto e normalmente questo porta i progettisti a sovradimensionare il generatore, ma è anche vero ci sono delle soluzioni per evitare che il gruppo elettrogeno scenda sotto il 40% del carico. (Affronteremo prossimamente questo aspetto).

Di contro è frequente trovarsi di fronte ad un sovraccarico del generatore o delle sue prese, perché c’è sempre l’operatore imprudente che per pigrizia o poca competenza “carica” tutte le utenze sotto la stessa presa o lo stesso interruttore.

Il Sovraccarico elettrico di un gruppo elettrogeno è uno dei principali motivi di incidente nei cantieri di tutte le dimensioni.

La messa a terra del gruppo elettrogeno in Cantiere

Non esiste una regola assoluta che può essere applicata sempre durante l’installazione in cantiere, tuttavia le linee guida a questo proposito sono molto chiare. (Rif. CEI 64-8)  (Rif. CEI 11-20)

La prima cosa che consigliamo sempre è  di verificare la distribuzione dei conduttori e degli utilizzatori nell’impianto. Non è banale, dato che trascurare la valutazione dell’impianto e del suo stato significa trascurare il rischio ad esso collegato. Anche un martello demolitore collegato ad un gruppo elettrogeno è un impianto con i suoi rischi ed i suoi pericoli.

L’acqua bollente può lasciare ustioni se viene fatta bollire in una grossa pentola, ma anche se viene fatta bollire in un minuscolo pentolino l’ustione non è meno dolorosa, allo stesso modo la corrente elettrica può folgorare un uomo anche se generata da un piccolo gruppo elettrogeno portatile.

Molti sono convinti che sul gruppo elettrogeno posizionato in Cantiere sia possibile applicare sempre la protezione per separazione elettrica, indipendentemente dalle condizioni del gruppo elettrogeno e del Cantiere. 

Attenzione, questo è sbagliato!

Separazione Elettrica: Quando?

La protezione per separazione elettrica (CEI64-8; Art.413.5 e 6) va applicata con estrema cautela perché è riconducibile ad applicazioni con impianti avente estensione decisamente ridotta, e comunque impianti elettrici che non condividono l’impianto di terra con altri apparecchi elettrici connessi alla rete. In ogni caso questa protezione è applicabile solo a gruppi elettrogeni trasportabili.

Facciamo molta attenzione a questo ultimo aspetto, perché esso nasconde un pericolo non di poca importanza, infatti dobbiamo rammentare che lo scopo della separazione elettrica non è quello di risparmiare la seccatura di realizzare un impianto di messa a terra in cantiere, ma il vero obbiettivo è quello di isolare rispetto a terra le Persone che dovessero entrare in contatto con parti in tensione. 

Ovviamente si tratta di un argomento vasto, ma possiamo dire che la protezione per separazione elettrica è opportuna solo in presenza di piccoli gruppi elettrogeni che alimentano impianti di piccole dimensioni.

In cantiere tutti gli elettroutensili ed in generare le apparecchiature elettriche vengono connesse tramite un conduttore equipotenziale che attraverso il polo delle prese lo collega alla massa del generatore.

Il conduttore equipotenziale non va collegato intenzionalmente a terra, fermo restando quanto premesso in precedenza rispetto alle valutazioni da fare su conduttori ed impianti.

Cantieri di grandi dimensioni

Da quanto detto in precedenza, è evidente che la grandezza di un cantiere non si valuta solo sulla base della vastità della superficie dello stesso. Occorre valutare l’estensione delle linee dei conduttori e il loro posizionamento.

Lo scopo di questo articolo è quello di dare indicazioni utili e fornire elementi sui quali poi approfondire le tematiche affrontate a seconda delle esigenze di ogni cantiere / azienda, quindi possiamo generalizzare scrivendo che un cantiere è considerato “grande” (elettricamente) quando si manifesta almeno una delle condizioni:

1.       La potenza elettrica impiegata è importante, e di conseguenza il generatore, che senza dubbio sarà installato in maniera stabile.

2.       I conduttori flessibili sono distribuiti su un area vasta e di conseguenza non è possibile garantire la sicurezza dell’isolamento da terra considerate le sollecitazioni di varia natura a cui essi sono sottoposti, specialmente le sollecitazioni di tipo meccanico.

3.       I conduttori hanno un estensione tale da non essere ispezionabili a vista.

4.       Quando il cantiere o parte di esso è frequentato da un elevato numero di persone  che possono interferire con l’impianto e potenzialmente utilizzare il gruppo elettrogeno collegando ulteriori utilizzatori. (Vedi precedente punto 1).

Visto lo scopo di questo articolo, rivolto alla pratica più che alla teoria, in questo argomento vogliamo essere più accurati e lasciare meno spazio alle interpretazioni, visto che uno dei malintesi più comuni è quello di valutare come “piccolo” un cantiere che invece è “grande”.

Consideriamo ciò che segue come indicativo, ovvero non come una regola, data la relatività del termine grande o piccolo: Un generatore portatile da 4kVa,  acceso per alimentare un trapano, è da intendersi elettricamente come un piccolo cantiere.

Non è un interpretazione, le norme non danno spazio ad interpretazioni: “questa misura di protezione deve essere limitata alla alimentazione di un singolo apparecchio utilizzatore alimentato da una sorgente non messa a terra e avente separazione semplice”. CEI 64-8; 413.5.

Un gruppo elettrogeno da 15 kVA, su un carrello da traino lento, posizionato presso un cantiere stradale, che alimenta elettricamente un martello demolitore, si può considerare un cantiere “grande”, viste le premesse fatte in precedenza. 

Come si può notare, anche se in presenza di un solo utilizzatore, nella fattispecie il demolitore, il fatto che si tratti di un cantiere stradale è di per se un buon motivo per adottare altre misure di sicurezza.

In quest’ultimo caso, ed in generale in casi simili, non è opportuno allestire una protezione per separazione elettrica perché è evidente che in un cantiere stradale non possiamo trovare conduttori posati in maniera tale da garantire un buon isolamento verso terra.  In questa situazione, anche se non è obbligatorio, sarebbe meglio utilizzare un sistema TN-S collegando a terra il centro stella del gruppo elettrogeno e configurando attentamente l'impedenza dell'anello di guasto con adeguati dispositivi di protezione.

Nel valutare l'impedenza dell'anello di guasto si deve considerare elevata la reattanza interna del generatore e delle conseguenti piccole correnti di cortocircuito che non permettono un interruzione in tempo utile mediante interruttori magnetotermici.

La migliore protezione si ottiene solo con interruttori differenziali a protezione di ogni singola derivazione.

Detto quanto sopra, che ribadiamo essere puramente indicativo, possiamo definire con maggiore precisione la dimensione di un cantiere o meglio per quanto ci riguarda del suo impianto, riferendoci alla norma CEI 64-8. La norma definisce un limite per il quale la corrente che attraversa una persona, (il prodotto di C * U, dove “C” è la capacità e “U” la tensione), è trascurabile se il prodotto dell’estensione della linea elettrica espressa in metri per la tensione del generatore non supera i 100.000 Vm. *

*Se lo desideri puoi approfondire questo e altri temi contenuti in questo articolo, scaricando gratuitamente il tutorial di approfondimento. Non serve nessuna registrazione.

Il Generatore più compatto e silenzioso. La storia del TP20K

Il mercato propone soluzioni compatte, ma spesso si tratta di gruppi elettrogeni con motori bicilindrici a 3000 rpm, oppure generatori tipicamente per uso "hobby" o da cantiere, che per avere dimensioni compatte devono rinunciare al comfort della silenziosità e della praticità.

Il fattore che spesso scoraggia l’acquisto di un gruppo elettrogeno professionale è il rapporto dimensioni – peso rispetto alla potenza elettrica.

Esiste un legame tra le dimensioni e la rumorosità del generatore, data dal fatto che un gruppo elettrogeno realmente silenziato ha esigenze costruttive diverse, che, a parità di potenza lo rendono più grande di altri gruppi elettrogeni. 

Per capire meglio questo legame, teniamo conto che in un gruppo elettrogeno “realmente” insonorizzato, il flusso d’aria viene canalizzato in modo tale che il rumore possa essere meglio assorbito, inoltre la posizione e il tipo di silenziatore e i materiali che lo costituiscono sono decisamente diversi dalla grande maggioranza di generatori che vengono definiti impropriamente “sielenziati” ma che di fatto sono semplicemente cofanati, in altre parole, sono posti all'interno di un telaio o di una cabina, senza niente che possa assorbire il suono oltre alle stesse lamiere.

Fatta questa doverosa precisazione, è evidente che non è facile mettere d’accordo rumore e dimensioni senza compromettere le prestazioni, tuttavia in questi ultimi anni abbiamo dato molto spazio alla ricerca di soluzioni per costruire gruppi elettrogeni compatti ma silenziosi senza mettere il Cliente nella condizione di dovere rinunciare a qualcosa in termini di dotazioni e prestazioni.

Costruire un gruppo come il TP20K che ha una lunghezza di soli 140cm ed una larghezza di 90cm, non sarebbe niente di eccezionale se non fosse che viene fornito di serie:

·         E’ dotato di 4 sportelli.

·         Ha una rumorosità di 65db (+/-3) a 7 metri.

·         Ha un serbatoio da 50 litri in metallo.

·         Ha il pannello di controllo montato all’interno della cabina.

·         Ha un silenziatore interno.

·         Ha un tappo di caricamento carburante esterno.

·         E’ totalmente automatico con AMF e carica batteria automatico.

Vuoi vederlo in funzione? Ecco un brevissimo video.

La storia del TP20K nasce lo scorso anno mentre sviluppavamo un prodotto completamente diverso, per concetto e per soluzione costruttiva.

Cercavamo la soluzione su misura per un Cliente che aveva spazi di installazione davvero ridotti, dove anche pochi centimetri avrebbero fatto la differenza, ma per fare questo eravamo disposti a rinunciare a tutti i comfort, cosa per cui in questi anni ci siamo distinti. Mentre testavamo le possibili soluzioni e apportavamo ogni modifica in diretta sul prototipo, con una combinazione di idee e di accorgimenti tecnici è nata la versione "k".

Produrre il Tesla Versione K è stato como riempire una valigia senza rinunciare ad abiti e scarpe e facendo attenzione a non superare il peso franchigia.

Il concetto base è stato non rinunciare a niente.

Generatore con telaio resistente ad alte temperature

Come è noto, in un gruppo elettrogeno il calore si propaga rapidamente se non vengono prese precauzioni atte ad isolare termicamente parti sensibili.

Le componenti più calde di un generatore sono principalmente, ma non solo, il collettore di scarico, la tubazione di scarico, il compressore della turbina e il silenziatore. Per queste parti i costruttori più scrupolosi adottano delle misure capaci di limitare i contatti con parti calde ed allo stesso tempo contenere le temperature irraggiate dalle stesse. 

Talvolta vi sono situazioni in cui a contribuire all’ aumento di temperatura di un gruppo elettrogeno e dell’ambiente che lo ospita ci sono fattori esterni quali: la temperatura in cui il generatore è in funzione o la presenza in prossimità del gruppo elettrogeno di fonti di calore.

Alcune situazioni devono essere immancabilmente evitate in fase di installazione, tuttavia vi sono condizioni che non sempre possono essere soddisfatte.  Prendiamo per esempio il caso dell’installazione di un generatore da 10kVA, su basamento aperto, con serbatoio da 50 litri incorporato. Il Cliente deve utilizzare il gruppo elettrogeno presso una fabbrica / deposito di articoli Pirotecnici, ed in particolare in servizio ad un impianto di pressurizzazione antincendio. Nonostante la piena conformità del gruppo elettrogeno rispetto alle norme e all’impianto, è stato fornito un TY10 con vasca di contenimento liquidi resistente alle alte temperature ed alle fiamme diretta.

 Tale caratteristica di resistenza è possibile grazie all’utilizzo di un telaio con spessore delle lamiere maggiorato e ad una speciale finitura con vernici a polveri resistente a oltre 800°C per un tempo di esposizione limitato.

Non si tratta di una finitura utile solo a preservare la verniciatura. Rispetto alle finiture standard, rallenta il propagarsi del calore a parità di condizioni e di temperatura.

Questa soluzione permette non solo di contenere eventuali perdite di liquidi infiammabili ma di evitarne l’innesco in presenza di fonti calore esterne.

In passato questa finitura speciale è stata fornita e testata positivamente anche per applicazioni con un elevata esposizione diretta del sole  e su quadri di comando e commutazione.

Middle East Electricity 2017 Dubai

....Si è chiusa l'edizione 2017 della più importante manifestazione del settore elettrico del mondo, confermando il numero di visitatori e di espositori.

Per questa edizione abbiamo esposto in anteprima il nostro TP20 in versione Komp, un gruppo elettrogeno da 20kVA in prime power, progettato per avere dimensioni ridotte mantendo le prestazioni del suo fratello maggiore TP20.

Molti Visitatori hanno apprezzato la compattezza del nostro generatore, rimanendo stupiti di come siamo riusciti a contenere una macchina da 16kW effettivi in prime power in soli 140cm di lunghezza, senza modificare l'altezza e senza rinunciare a quattro sportelli, al quadro di controllo montato dentro la cabina, e senza compromettere le prestazioni sul livello sonoro fermo a 65db.

Il Tesla TP20 komp è già disponibile per le prime consegne a Marzo 2017.

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2017 is the edition of the most important event of the world's electricity sector is closed, confirming the number of visitors and exhibitors.

 

For this edition we exhibited in our preview version of TP20 in Komp, a generator from 20 kVA prime power, designed for small works to keep the performance of his older brother TP20.

Many guests have appreciated our compact generator will be amazed of how we managed to contain a machine 16 kW effective in raw power in just 140 cm in length, without changing the height and without giving up four branches, to the control panel mounted inside the cab, and without compromising performance on the still sound level 65 db.

The Tesla TP20 komp is already available for first deliveries at March 2017.

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I Generatori Stabilizzati esistono davvero?

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Cosa ti fa venire in mente la parola “Stabilizzato”?

Sicuramente la solidità di un ponte, oppure la stabilità intesa come la costanza di una relazione, o ancora la stabilità di una nave che naviga tra le onde.

Parlando di Gruppi Elettrogeni Il concetto di "Stabilizzato" è legato esclusivamente alla capacità del generatore di mantenere stabili i valori che lo caratterizzano.

La domande più comuni che fanno i nostri clienti sono:

Posso collegare il Personal Computer  al gruppo elettrogeno?

Posso alimentare il mio impianto audio ad un gruppo elettrogeno?

Addirittura: Come posso alimentare un Osservatorio Astronomico di ultima generazione?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente non hai a disposizione un oscilloscopio, devi dare una festa in spiaggia e ti interessa sapere se puoi collegare il tuo impianto da 20.000 euro al gruppo elettrogeno da 299,00 Euro che ti presterà tuo Cugino.

Tralasciamo volutamente aspetti tecnici su quanto sia importante la forma d’onda ed altri fattori importanti dato che affrontarli non risponderà alla nostra domanda, piuttosto concentriamoci sul senso pratico della faccenda.

Prima di parlare di stabilità, è necessario fare una premessa riguardo al carico che andremo ad alimentare. Per carico si intende l’utilizzatore, cioè quello che colleghiamo al gruppo elettrogeno.

Ogni carico ha delle caratteristiche che lo contraddistinguono e che meritano di essere analizzate prima di ogni applicazione. In questo articolo, non parliamo di fattore di potenza, formad’onda, load-step, etc etc, semplicemente perche sono argomenti che meritano di essere trattati separatamente. Tuttavia teniamo presente che maggiori sono le variazioni di carico tanto maggiori saranno i nostri problemi di stabiltà.

I gruppi elettrogeni stabilizzati esistono?

La risposta è No. Non esiste una classificazione ufficiale per distinguere un gruppo elettrogeno in stabilizzato e non stabilizzato, esistono classi di performance ma non una distinzione tra stabile e instabile, tuttavia tale termine è comunemente utilizzato per identificare gruppi elettrogeni che mantengono valori nominali stabili ed altri che invece non riescono in questo.

Inverter ? Si ma non sempre

generatori inverter

I più stabili per eccellenza sono i gruppi elettrogeni con tecnologia Inverter.  Il gruppo elettrogeno con tecnologia inverter ha un motore termico che non è direttamente accoppiato ad un alternatore.

Sul gruppo elettrogeno Inverter ci sono delle precisazioni da fare:

·         Non è detto che un gruppo elettrogeno Inverter sia idoneo per l’alimentazione di apparecchiature elettroniche. Spesso infatti i costruttori non forniscono informazioni chiare sulla forma d’onda e sulla sua qualità. Quindi fai attenzione prima di allestire il tuo set fotografico ed alimentare le tue preziose apparecchiature con un generatore inverter senza prima avere accertato la sua idoneità.

·         I gruppi elettrogeni Inverter trovano comunemente applicazione per potenze fino a 6kW. (solitamente).

Quest’ultimo punto, legato alla potenza esigua che un generatore con tecnologia inverter in grado di fornire, mette un limite al campo di applicazione e ci porta a riconsiderare soluzioni che permettano di avere gruppi elettrogeni definiti stabili.

Viene da chiedersi, “Stabili rispetto a chi o a cosa?”. Stabili rispetto ai parametri stabiliti dal costruttore e sopratutto rispetto alle caratteristiche dell’utenza che andremo ad alimentare, solitamente legate alla regione del mondo in cui ci troviamo. (tensioni e frequenze non sono uguali in tutto il mondo).

Tensione e Frequenza.

Una tensione sarà considerata stabile quando su un impianto monofase ha un valore di 230V, e in trifase 400V. Possiamo considerareuna frequenza stabile quando ferma su 50Hz. (vale la precisazione fatta prima sulla regione del mondo in cui ci troviamo).

Il gruppo elettrogeno può disporre di almeno due elementi utili a stabilizzare i valori di tensione e frequenza.

·         L’AVR

·         Il regolatore di velocità elettronico.

Il AVR, è il regolatore di tensione automatico. Si tratta di un dispositivo elettronico montato sull’alternatore il cui scopo principale è quello di gestire l’eccitazione e di regolare automaticamente tensione e frequenza in funzione del carico. Il regolatore di tensione è molto importante perché ha una risposta più precisa rispetto ai vecchi sistemi elettromeccanici  e previene problemi comeil pendolamento.

Il regolatore di giri elettronico è un dispositivo elettronico montato sul motore termico, che regola la velocità del motore in funzione del carico. Questo dispositivo influisce decisamente sul valore di tensione e frequenza del gruppo elettrogeno, essendo la frequenza legata al numero di giri del motore. (1500 giri/min = 50Hz).

Ora vi starete chiedendo, ma se un gruppo elettrogeno ha una velocità di rotazione fissata a 1500 giri al minuto, che senso ha avere un regolatore di velocità?

Anche in questo caso non vogliamo entrare troppo nel tecnico dell’argomento che affronteremo in futuro, ma preferiamo rispondere con qualcosa nel modo più semplice possibile.  

La velocità di rotazione del motore per un gruppo elettrogeno a 50Hz è di 1500rpm, questa velocità deve essere mantenuta costante anche quando il generatore va sotto carico, poiché l’alternatore esercita una coppia resistente all’albero del motore in base alla potenza attiva, conseguentemente il regolatore di giri deve agire sulla portata del carburante per mantenere costante il numero di giri.

La differenza di stabilità che può dare un motore dotato di regolatore elettronico rispetto ad un motore dotato di regolatore di giri meccanico è la risposta alle variazioni di carico. Il regolatore di giri elettronico fornisce una risposta rapida e precisa che non può essere paragonata a quella di un regolatore meccanico, e ad una risposta rapida corrisponde una piccola variazione di frequenza e tensione.

La regolazione elettronica dei giri del motore.

Per praticità possiamo distinguere i due tipi di regolazione in questo modo:

Il regolatore di giri meccanico tende ad assecondare la richiesta di carico richiesto dall’utenza, forse soffre, perde il numero di giri e poi li riprende incurante dei valori che cambiano repentinamente.

Il regolatore di giri elettronico da la priorità ai valori che il gruppo elettrogeno deve rispettare, inseguendoli indipendentemente dalcarico che varia, perchè piuttosto perde il carico ma non si discosta dai valori di riferimento considerati stabili.

Vuoi sapere a  quali rischi andiamo  incontro se alimentiamo un carico sensibile con un gruppo elettrogeno sprovvisto di AVR e di regolatore di giri elettronico?                         Ma soprattutto vuoi capire nel dettaglio come dimensionare correttamente un gruppo elettrogeno tenendo in considerazione la classe di regolazione secondo standard ISO. 

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