0

applicazioni

Gruppo Elettrogeno di emergenza in Hotel: perché non dovresti sottovalutarlo.

“Siamo stati in questo residence qualche giorno fa per Capodanno… è mancata la corrente elettrica dalle ore 21.30 fino alle ore  04,00   del mattino senza che nessuno abbia fornito una giustificazione al  riguardo o che qualcuno si sia interessato in tempi celeri. Ovviamente il reso almeno parziale delle quote manco è stato preso...”

[Risposta della Struttura]

“Egr. Sig. Matteo, ci dispiace per il disagio causato dalla mancanza dell'energia elettrica durante le ore da lei menzionate ma, come comunicato a tutti i clienti, il problema è stato causato da un guasto nella cabina elettrica dell'Enel e il nostro personale addetto alla manutenzione, sempre presente fino al ripristino, non era autorizzato ad intervenire.”

Se non vuoi vederti costretto a giustificarti come un ragazzino con i tuoi Clienti per qualcosa di cui non hai nemmeno colpe, devi assolutamente leggere questo articolo

Nell’ era moderna, dove anche l’operazione più complessa si svolge utilizzando uno smartphone, dire ad un Cliente che la colpa dei tuoi problemi è del gestore di rete è assurdo.

Ti piacerebbe se un Ristoratore ti dicesse che il tuo Spaghetto alla Carbonara non arriverà mai al tuo tavolo perché “quelli del gas” non hanno portato una bombola carica?

Non puoi rimbalzare sul Cliente un problema che è solo ed esclusivamente Tuo.

Gruppo Elettrogeno di emergenza in Hotel: perché non dovresti sottovalutarlo.

Hai mai provato ha tenere gli occhi chiusi per qualche minuto? Così, solo per mettere alla prova gli altri tuoi sensi e magari orientarti dentro un locale o una camera.  A qualcuno capita di svegliarsi durante la notte, alzarsi dal letto e bere un bicchiere d’acqua senza aprire gli occhi nemmeno per un istante.

Mio Nonno, benché avesse perso la vista da ragazzo, ricordava a memoria la maggior parte dei collegamenti elettrici delle bobine di un motore elettrico, ed era addirittura in grado di indicare ad altri come eseguire il collegamento. Ancora oggi sentendone parlare mi domando come riusciva in tutto questo! Io malapena ricordo quello che ho mangiato ieri.

Una cosa è certa: restare al buio senza vedere niente è difficilissimo, ogni operazione diventa complicata e si avverte un senso di insicurezza molto intenso, tanto che riaprendo gli occhi si prova un grande sollievo.

Ora però, proviamo a rendere più complessa la situazione immaginando che più persone all’interno dello stesso locale chiudano gli occhi e debbano orientarsi all’interno di esso senza farsi del male.

Credo che sia decisamente complicato, non trovi?

Se a spegnere la luce sei stato tu?   In questo caso  non hai motivi per stare sereno.

Se qualcuno di coloro che sono al buio dovesse subire un danno?  Nessuno vorrebbe essere al tuo posto.

Forse non ci crederai ma questo è quello che può accadere in un Hotel quando viene a mancare l’energia elettrica e tutto si spegne: luci, ascensori, montacarichi, computer, centralini telefonici, videosorveglianza, domotica delle camere, etc etc. Un grande numero di persone (Te compreso) si ritrova ad occhi chiusi a doversi muovere sperando di non fare danni e soprattutto di non fare male a qualcuno.

Forse starai pensando che non sto facendo altro che tirare acqua al mio mulino, d'altronde qui si vive di blackout e di generatori di emergenza durante il blackout, ma ti sbagli.

In realtà la soluzione alla situazione che ho immaginato prima non è quella di avere un gruppo elettrogeno di emergenza in Hotel, ma qualcosa di più: “Possedere un gruppo elettrogeno di emergenza che sia realmente efficiente”.

Tra avere un generatore di emergenza ed averne uno che funziona passa una gran bella differenza, come quella tra lanciarsi da un aeroplano con un paracadute oppure lanciarsi con uno zaino.

La maggior parte degli Hotel con un paio di stelle ed una proprietà orientata sulla qualità del servizio possiede un gruppo elettrogeno di emergenza, ma solo 3 strutture ricettive su 10 ne possiedono uno che funziona realmente.

Come mai? E’ semplice: non fanno manutenzione nel modo corretto!

Quando un Computer non funziona, oppure quando un Climatizzatore è in avaria le strutture ricettive provvedono rapidamente a risolvere il problema, mentre quando si tratta di gruppi elettrogeni di emergenza sembra ci sia sempre tempo a disposizione.

Se sei un manutentore e stai storcendo il naso, posso assicurarti che stai fraintendendo ciò che ho scritto. Lo so che fai  la manutenzione al generatore, ma sappiamo entrambi che hai dei limiti talvolta  tecnici talvolta strutturali e/o temporali per i quali di certo non hai nessuna colpa. (probabilmente spesso ti ritrovi a fare di più di quello che saresti tenuto a fare).

Possiamo dirlo: se fossi un massimo esperto di gruppi elettrogeni di sicuro il generatore sarebbe la macchina più efficiente della struttura e la stessa non andrebbe incontro a perdite economiche e di immagine.

Mi vengono in mente le partite di Calcetto in cui manca il portiere che ha dato buca all’ultimo minuto e capita di entrare a turno in porta. Succede poi che a fine partita c’è sempre il “fenomeno” che tira le somme con gli altri compagni su quanti goal hasubito la squadra per colpa mia mentre stavo in porta.

Ora io dico: ma secondo te se io fossi un “bravo portiere”, verrei mai a giocare a calcetto con te?!

Ecco perché bisogna essere obbiettivi: Il manutentore ordinario anche se  bravo e preparato può fare qualche bella parata, ma per parare un rigore ci vuole un Portiere vero!

 Sicurezza: Tutelarsi Tutelando

Folgorati, ustionati, schiacciati, soffocati, mutilati: di gruppi elettrogeni si può morire.

Essere consapevoli di quelli che sono i rischi durante l’avviamento di un gruppo elettrogeno potrebbe fare la differenza tra un manutentore vivo ed uno morto.

Parlando di sicurezza in hotel o in una qualsiasi struttura ricettiva, ristorante, bar, etc, ci riferiamo principalmente a due figure, quella del cliente è quella dell’impiegato nella struttura.

Entrambe le figure devono essere tutelate allo stesso modo ma con sistemi e strumenti diversi dato che è evidente che il livello di informazione che puoi dare al Cliente non è paragonabile a quello che devi dare al tuo staff.

Per tutelarti devi tutelare, quindi in pratica devi dare evidenza di come hai fornito formazione specifica sulla conduzioni del gruppo elettrogeno e di come questo sia stato mantenuto efficiente attraverso regolari attività manutentive.

Costi: come gestirli

Si possono adottare specifiche strategie per ottimizzare i costi di gestione di un generatore.

La prima cosa da evitare è quella di non gestire la manutenzione con regolarità. Statisticamente, un gruppo elettrogeno senza contratto di manutenzione non funziona proprio nel momento in cui deve funzionare.

Un modo intelligente di gestire i costi è anche quello di pianificare gli interventi manutentivi più importanti nei periodi di basso afflusso di ospiti, permettendo di eseguire distacchi programmati e test funzionali, evitando di dovere richiedere interventi notturni o feriali a tariffe superiori.

Gestire in sicurezza un avaria del generatore in Hotel

Per la tua sicurezza e per quella dei tuoi collaboratori, ti chiedo di evitare soluzioni improvvisate e precarie che possono ritorcersi contro di te. E’ meglio un blackout che un grave incidente.

Appena si manifesta un blackout che non viene prontamente contenuto dal gruppo elettrogeno di emergenza, puoi procedere seguendo questi tre semplici passi:

1.       Individuare l’entità del blackout. Devi stabilire se si tratta di un’avaria interna alla tua struttura oppure  un guasto che interessa una più ampia area servita dal gestore elettrico.

2.       Accertare che non vi siano Ospiti all’interno di eventuali ascensori, quindi metterli fuori servizio.

3.       Solo dopo avere effettuato i precedenti passaggi puoi raccogliere le informazioni sull’avaria e contattare il centro assistenza. Quando contatterai il centro assistenza tieni a portata di mano i dati di targa del gruppo elettrogeno, del motore e dell’alternatore.

Se a leggere questo articolo è un Hotel Manager oppure un Manutentore, posso profetizzare con relativa certezza che in caso di Blackout e di mancato avviamento del generatore, entrambi si precipiteranno davanti al gruppo elettrogeno per cercare di capire cosa stia succedendo.

So benissimo cosa accade in questi casi, quindi ho pensato di farti un regalo: “Un prontuario delle principali avarie del gruppo elettrogeno”. E’ un poster che forniamo a tutti gli Hotel che stipulano un contratto di manutenzione con noi. E’ molto utile in caso di avaria perché ti permette di capire come operare e contattarci consapevole di quelle che sono le informazioni di cui abbiamo bisogno.

I "nostri Hotel" solitamente lo espongono fuori dai locali tecnici, oppure ne tengono una copia in ufficio a portata di mano. Spesso hanno risolto in autonomia molti problemi senza costi di intervento.

Se vuoi ottenere immediatamente e GRATUITAMENTE una copia in formato pdf, puoi utilizzare il form qui sotto e riceverla direttamente sulla tua casella di posta.

Gruppi Elettrogeni in Cantiere: Lavorare in Sicurezza

Gruppo Elettrogeno da Cantiere: Lavorare in Sicurezza

I lavori sulla provinciale Sestu – Elmas, il Cantiere per la costruzione di edifici residenziali nel quartiere Lac di Tunisi, o una qualsiasi delle grandi opere in corso in Italia e nel mondo, hanno in comune almeno una cosa:  Un Cantiere ed un gruppo elettrogeno che alimenta le utenze del Cantiere.

L’utilizzo presso un cantiere è una delle applicazioni più comuni per un gruppo elettrogeno, perché solitamente i cantieri sono privi della rete di distribuzione elettrica oppure la disponibilità di potenza è limitata a pochi kWe.

Spesso viene fatta una distinzione netta tra gruppi elettrogeni da cantiere e tutti gli altri destinati a diverse applicazioni, ma in realtà tale distinzione è molto superficiale perché si basa su poche caratteristiche che sono molto comuni nelle applicazioni di un generatore in cantiere. Parliamo del pannello prese elettriche, il serbatoio con autonomia pari o superiore ad 8 ore di lavoro a pieno carico, uno o più ganci di sollevamento, solo per citarne alcuni.

In realtà vengono trascurate caratteristiche tecniche più importanti solo perché chi opera nel settore delle forniture di attrezzature da cantiere spesso vende ciò che ha in magazzino, oppure ignora l’esistenza di specifiche tecniche e allestimenti utili al Cliente.

IMG_1762.JPG

 

Non è raro che l’utente in cantiere abbia a disposizione quattro o più prese elettriche industriali a cui collegare diverse apparecchiature, di diversa tipologia, senza avere scrupolo di verificare se tali apparecchiature siano idonee a funzionare correttamente ed in sicurezza una volta collegate al generatore. In dettaglio possiamo dire che erroneamente si da troppa importanza alla “quantità” di energia, e più comunemente al numero di prese di cui il gruppo elettrogeno è provvisto, (come fosse una fonte infinita di energia elettrica), piuttosto che alla “qualità” dell’energia, senza prendere in considerazione aspetti come la regolazione di giri elettronica e il regolatore di tensione elettronico, solo per fare un esempio.

Molti elettroutensili vengono “sacrificati” quando un gruppo elettrogeno è in sovraccarico oppure lavora con carichi elettrici non equilibrati.

Fatte queste premesse, che affronteremo prossimamente in un altro articolo, possiamo rispondere ad alcune delle domande che i Clienti ci sottopongono in materia di sicurezza per l’applicazione specifica in cantiere.

Per capire come utilizzare in sicurezza un gruppo elettrogeno in cantiere facciamo riferimento in particolare alla norma CEI 64-8.

Il gruppo elettrogeno in Cantiere: come sceglierlo.

Un errore diffuso commesso dalle Aziende,  dalla più piccola (l’artigiano che opera da solo) alla più grande e strutturata, è la scelta del generatore da posizionare in Cantiere.

E’ ovvio   che le aziende vogliano utilizzare a tutti i costi il gruppo elettrogeno di cui dispongono piuttosto che acquistarne uno nuovo oppure noleggiarlo. Può succedere che in un Cantiere che ha un esigenza di soli 30 kW venga installato un generatore da 200kVA.

Se come azienda dispongo di un gruppo elettrogeno da 200kVA e con esso alimento un cantiere che nelle 8 ore di funzionamento eroga in media il 20% della potenza netta nominale del generatore, non sto facendo altro che rovinare il gruppo elettrogeno e sprecare carburante inutilmente.

Messa in questi termini sembra si voglia lasciare intendere che sia necessario acquistare un gruppo elettrogeno per ogni potenza, ma non è così. In Cantiere bisogna tenere conto degli assorbimenti delle macchine allo spunto e normalmente questo porta i progettisti a sovradimensionare il generatore, ma è anche vero ci sono delle soluzioni per evitare che il gruppo elettrogeno scenda sotto il 40% del carico. (Affronteremo prossimamente questo aspetto).

Di contro è frequente trovarsi di fronte ad un sovraccarico del generatore o delle sue prese, perché c’è sempre l’operatore imprudente che per pigrizia o poca competenza “carica” tutte le utenze sotto la stessa presa o lo stesso interruttore.

Il Sovraccarico elettrico di un gruppo elettrogeno è uno dei principali motivi di incidente nei cantieri di tutte le dimensioni.

La messa a terra del gruppo elettrogeno in Cantiere

Non esiste una regola assoluta che può essere applicata sempre durante l’installazione in cantiere, tuttavia le linee guida a questo proposito sono molto chiare. (Rif. CEI 64-8)  (Rif. CEI 11-20)

La prima cosa che consigliamo sempre è  di verificare la distribuzione dei conduttori e degli utilizzatori nell’impianto. Non è banale, dato che trascurare la valutazione dell’impianto e del suo stato significa trascurare il rischio ad esso collegato. Anche un martello demolitore collegato ad un gruppo elettrogeno è un impianto con i suoi rischi ed i suoi pericoli.

L’acqua bollente può lasciare ustioni se viene fatta bollire in una grossa pentola, ma anche se viene fatta bollire in un minuscolo pentolino l’ustione non è meno dolorosa, allo stesso modo la corrente elettrica può folgorare un uomo anche se generata da un piccolo gruppo elettrogeno portatile.

Molti sono convinti che sul gruppo elettrogeno posizionato in Cantiere sia possibile applicare sempre la protezione per separazione elettrica, indipendentemente dalle condizioni del gruppo elettrogeno e del Cantiere. 

Attenzione, questo è sbagliato!

Separazione Elettrica: Quando?

La protezione per separazione elettrica (CEI64-8; Art.413.5 e 6) va applicata con estrema cautela perché è riconducibile ad applicazioni con impianti avente estensione decisamente ridotta, e comunque impianti elettrici che non condividono l’impianto di terra con altri apparecchi elettrici connessi alla rete. In ogni caso questa protezione è applicabile solo a gruppi elettrogeni trasportabili.

Facciamo molta attenzione a questo ultimo aspetto, perché esso nasconde un pericolo non di poca importanza, infatti dobbiamo rammentare che lo scopo della separazione elettrica non è quello di risparmiare la seccatura di realizzare un impianto di messa a terra in cantiere, ma il vero obbiettivo è quello di isolare rispetto a terra le Persone che dovessero entrare in contatto con parti in tensione. 

Ovviamente si tratta di un argomento vasto, ma possiamo dire che la protezione per separazione elettrica è opportuna solo in presenza di piccoli gruppi elettrogeni che alimentano impianti di piccole dimensioni.

In cantiere tutti gli elettroutensili ed in generare le apparecchiature elettriche vengono connesse tramite un conduttore equipotenziale che attraverso il polo delle prese lo collega alla massa del generatore.

Il conduttore equipotenziale non va collegato intenzionalmente a terra, fermo restando quanto premesso in precedenza rispetto alle valutazioni da fare su conduttori ed impianti.

Cantieri di grandi dimensioni

Da quanto detto in precedenza, è evidente che la grandezza di un cantiere non si valuta solo sulla base della vastità della superficie dello stesso. Occorre valutare l’estensione delle linee dei conduttori e il loro posizionamento.

Lo scopo di questo articolo è quello di dare indicazioni utili e fornire elementi sui quali poi approfondire le tematiche affrontate a seconda delle esigenze di ogni cantiere / azienda, quindi possiamo generalizzare scrivendo che un cantiere è considerato “grande” (elettricamente) quando si manifesta almeno una delle condizioni:

1.       La potenza elettrica impiegata è importante, e di conseguenza il generatore, che senza dubbio sarà installato in maniera stabile.

2.       I conduttori flessibili sono distribuiti su un area vasta e di conseguenza non è possibile garantire la sicurezza dell’isolamento da terra considerate le sollecitazioni di varia natura a cui essi sono sottoposti, specialmente le sollecitazioni di tipo meccanico.

3.       I conduttori hanno un estensione tale da non essere ispezionabili a vista.

4.       Quando il cantiere o parte di esso è frequentato da un elevato numero di persone  che possono interferire con l’impianto e potenzialmente utilizzare il gruppo elettrogeno collegando ulteriori utilizzatori. (Vedi precedente punto 1).

Visto lo scopo di questo articolo, rivolto alla pratica più che alla teoria, in questo argomento vogliamo essere più accurati e lasciare meno spazio alle interpretazioni, visto che uno dei malintesi più comuni è quello di valutare come “piccolo” un cantiere che invece è “grande”.

Consideriamo ciò che segue come indicativo, ovvero non come una regola, data la relatività del termine grande o piccolo: Un generatore portatile da 4kVa,  acceso per alimentare un trapano, è da intendersi elettricamente come un piccolo cantiere.

Non è un interpretazione, le norme non danno spazio ad interpretazioni: “questa misura di protezione deve essere limitata alla alimentazione di un singolo apparecchio utilizzatore alimentato da una sorgente non messa a terra e avente separazione semplice”. CEI 64-8; 413.5.

Un gruppo elettrogeno da 15 kVA, su un carrello da traino lento, posizionato presso un cantiere stradale, che alimenta elettricamente un martello demolitore, si può considerare un cantiere “grande”, viste le premesse fatte in precedenza. 

Come si può notare, anche se in presenza di un solo utilizzatore, nella fattispecie il demolitore, il fatto che si tratti di un cantiere stradale è di per se un buon motivo per adottare altre misure di sicurezza.

In quest’ultimo caso, ed in generale in casi simili, non è opportuno allestire una protezione per separazione elettrica perché è evidente che in un cantiere stradale non possiamo trovare conduttori posati in maniera tale da garantire un buon isolamento verso terra.  In questa situazione, anche se non è obbligatorio, sarebbe meglio utilizzare un sistema TN-S collegando a terra il centro stella del gruppo elettrogeno e configurando attentamente l'impedenza dell'anello di guasto con adeguati dispositivi di protezione.

Nel valutare l'impedenza dell'anello di guasto si deve considerare elevata la reattanza interna del generatore e delle conseguenti piccole correnti di cortocircuito che non permettono un interruzione in tempo utile mediante interruttori magnetotermici.

La migliore protezione si ottiene solo con interruttori differenziali a protezione di ogni singola derivazione.

Detto quanto sopra, che ribadiamo essere puramente indicativo, possiamo definire con maggiore precisione la dimensione di un cantiere o meglio per quanto ci riguarda del suo impianto, riferendoci alla norma CEI 64-8. La norma definisce un limite per il quale la corrente che attraversa una persona, (il prodotto di C * U, dove “C” è la capacità e “U” la tensione), è trascurabile se il prodotto dell’estensione della linea elettrica espressa in metri per la tensione del generatore non supera i 100.000 Vm. *

*Se lo desideri puoi approfondire questo e altri temi contenuti in questo articolo, scaricando gratuitamente il tutorial di approfondimento. Non serve nessuna registrazione.

Generatore con telaio resistente ad alte temperature

Come è noto, in un gruppo elettrogeno il calore si propaga rapidamente se non vengono prese precauzioni atte ad isolare termicamente parti sensibili.

Le componenti più calde di un generatore sono principalmente, ma non solo, il collettore di scarico, la tubazione di scarico, il compressore della turbina e il silenziatore. Per queste parti i costruttori più scrupolosi adottano delle misure capaci di limitare i contatti con parti calde ed allo stesso tempo contenere le temperature irraggiate dalle stesse. 

Talvolta vi sono situazioni in cui a contribuire all’ aumento di temperatura di un gruppo elettrogeno e dell’ambiente che lo ospita ci sono fattori esterni quali: la temperatura in cui il generatore è in funzione o la presenza in prossimità del gruppo elettrogeno di fonti di calore.

Alcune situazioni devono essere immancabilmente evitate in fase di installazione, tuttavia vi sono condizioni che non sempre possono essere soddisfatte.  Prendiamo per esempio il caso dell’installazione di un generatore da 10kVA, su basamento aperto, con serbatoio da 50 litri incorporato. Il Cliente deve utilizzare il gruppo elettrogeno presso una fabbrica / deposito di articoli Pirotecnici, ed in particolare in servizio ad un impianto di pressurizzazione antincendio. Nonostante la piena conformità del gruppo elettrogeno rispetto alle norme e all’impianto, è stato fornito un TY10 con vasca di contenimento liquidi resistente alle alte temperature ed alle fiamme diretta.

 Tale caratteristica di resistenza è possibile grazie all’utilizzo di un telaio con spessore delle lamiere maggiorato e ad una speciale finitura con vernici a polveri resistente a oltre 800°C per un tempo di esposizione limitato.

Non si tratta di una finitura utile solo a preservare la verniciatura. Rispetto alle finiture standard, rallenta il propagarsi del calore a parità di condizioni e di temperatura.

Questa soluzione permette non solo di contenere eventuali perdite di liquidi infiammabili ma di evitarne l’innesco in presenza di fonti calore esterne.

In passato questa finitura speciale è stata fornita e testata positivamente anche per applicazioni con un elevata esposizione diretta del sole  e su quadri di comando e commutazione.